tirrenia onorato

ACQUE AGITATE IN “TIRRENIA”: LA PROCURA DI MILANO HA DEPOSITATO IN TRIBUNALE L’ISTANZA DI FALLIMENTO - I PM HANNO INDICATO UN PASSIVO DI  CIRCA 200 MILIONI E DEBITI SCADUTI PER CIRCA 350-400 MILIONI - CI SONO TRE SETTIMANE PER CAPIRE CHE STRADA PRENDERÀ LA COMPAGNIA. IL 6 MAGGIO IL TRIBUNALE FALLIMENTARE DECIDERÀ SULL'ISTANZA DI FALLIMENTO, MENTRE LA SOCIETÀ PUNTA A UN ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO…

R. Amo. per “il Messaggero”

 

TIRRENIA jpeg

Niente salvataggio per ora. Anzi, incombe il fallimento sulla compagnia Tirrenia, la società del gruppo Moby controllato da Vincenzo Onorato. La Procura di Milano ha depositato ieri presso il Tribunale istanza di fallimento nei confronti di Cin-Compagnia italiana di navigazione cui fa capo la Tirrenia.

 

Una richiesta avanzata dal pm Roberto Fontana proprio nell'udienza fissata sulla base dell' articolo 162 che regola «l'inammissibilità della proposta» del piano di ristrutturazione che Cin aveva annunciato di voler presentare. Il pm non si è però opposto a un rinvio, sia pure in tempi contenuti, dell'udienza in merito alla richiesta di fallimento.

 

vincenzo onorato

Alle spalle c'è una crisi che ha fatto lievitare il debito. Secondo quanto emerge dalle carte, la Procura di Milano ha indicato un passivo della holding pari a circa 200 milioni e debiti scaduti per circa 350-400 milioni, di cui 180 nei confronti dell' amministrazione straordinaria dell' ex Tirrenia per l'acquisizione del ramo d'azienda di Tirrenia di Navigazione.

 

A questo punto c'è tempo tre settimane per capire che strada prenderà la compagnia. Il 6 maggio il Tribunale fallimentare deciderà sull' istanza di fallimento, mentre la società, a quanto si è saputo, punta nel frattempo su un accordo di ristrutturazione del debito.

 

NAVE TIRRENIA jpeg

LE TAPPE

Cin aveva presentato una richiesta di concordato in bianco nel luglio scorso come Moby, senza però presentare, alla scadenza, proposta di concordato preventivo o di omologa di accordo di ristrutturazione del debito.

 

Per questo la sezione fallimentare presieduta da Alida Paluchowski ha fissato udienza per ieri, durante la quale il pm ha depositato istanza di fallimento, mentre i legali della Compagnia di Navigazione hanno chiesto un ulteriore proroga dei termini per il concordato in bianco ritenuta però inammissibile dal collegio. I giudici civili hanno quindi in sostanza dichiarato cessati gli effetti protettivi del concordato in bianco. Sicché è venuto meno quella sorta di scudo temporaneo del patrimonio che ora potrebbe essere aggredito. Ma le carte in mano al gruppo non sembrano finite.

Vincenzo e Alessandro Onorato

 

Intanto ora Cin ha ha un po' di tempo, seppure ristretto, per presentare un piano di salvataggio completo: o un concordato preventivo o un accordo completo di ristrutturazione con i creditori, in particolare con i commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria, ovvero lo Stato. Altrimenti il prossimo 6 maggio il tribunale non potrà fare altro che pronunciarsi sull' istanza di fallimento e di amministrazione straordinaria della holding dell' imprenditore campano.

 

Intanto si è aperto un altro fronte per il gruppo di Onorato. Un procedimento a Modello 45, senza indagati né ipotesi di reato, è stato avviato dal procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli, che si occupa di reati contro la Pubblica amministrazione per verificare la regolarità di numerosi finanziamenti ad associazioni, fondazioni e partiti politici fatti da Moby negli anni.

 

TIRRENIA

Per esempio, la compagnia avrebbe effettuato pagamenti al Blog di Grillo e alla Casaleggio Associati, movimenti segnalati nel 2019 da Banca d' Italia, al Pd, a Fratelli d' Italia e a Forza Italia per un importo di circa 2 milioni in cinque anni. Tra questi, 1,2 milioni alla Casaleggio Associati, circa 90mila euro al Pd, 100mila al comitato Change del governatore della Liguria, all' epoca coordinatore nazionale di Fi, Giovanni Toti, 10mila a Fdi e 200mila alla fondazione Open vicina a Matteo Renzi. L' elenco è riassunto in un documento allegato proprio al piano di concordato preventivo consegnato dai consulenti del gruppo Cin-Moby alla Procura e alla sezione fallimentare del Tribunale di Milano.

VINCENZO ONORATO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?