mario draghi benzina accise

QUANTO DURERÀ IL TAGLIO DEI PREZZI DELLA BENZINA? – IL RIBASSO DECISO DAL GOVERNO È SCATTATO MARTEDÌ MA SI REGGE SU UN EQUILIBRIO PIUTTOSTO FRAGILE E PRESTO POTREBBERO ARRIVARE NUOVI RINCARI – L’ANOMALO ALLINEAMENTO TRA BENZINA E DIESEL, LE TENSIONI INTERNAZIONALI, L’INSODDISFAZIONE DEI GESTORI: IL PREZZO ALL’ORIGINE STA GIÀ RISALENDO – PER UN INTERVENTO SIGNIFICATIVO POTREBBE SERVIRE UNO SCOSTAMENTO DI BILANCIO (MA IL GOVERNO È PRUDENTE)

Luca Cifoni per “il Messaggero”

 

IL PREZZO DEI CARBURANTI - GRAFICA IL MESSAGGERO

Ancora tempi incerti per gli automobilisti. Il ribasso delle accise scattato martedì mattina (circa 30 centesimi considerando anche la minore Iva sulle accise stesse) si è sostanzialmente scaricato sui prezzi, facendoli scendere intorno a 1,8 euro al litro sia per la benzina che per il diesel, in modalità self service.

 

Ma si tratta di un equilibrio precario, tra le tensioni che permangono sui prezzi internazionali del petrolio, e la durata dell'intervento governativo, per ora fissata a 30 giorni e destinata dunque a durare fino al 21 aprile.

meme sulla benzina 2

 

L'ANOMALIA

La prima anomalia che resta è il sostanziale allineamento tra il prezzo della benzina e quello del diesel. Fatto inedito nel nostro Paese, dove la tassazione è storicamente più favorevole al gasolio.

 

Ma le strozzature lungo la filiera della raffinazione e lo stesso impatto diretto della guerra (che assorbe grandi quantità di gasolio) in queste settimane hanno spinto verso l'alto i prezzi internazionali, annullando così il vantaggio fiscale. Quanto durerà l'effetto del provvedimento del governo?

DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI

 

Già nella giornata di mercoledì negli impianti Eni il prezzo raccomandato è cresciuto di sei centesimi. Uno scatto che però non ha avuto seguito immediato presso le altre compagnie. Ieri, anche a causa di un attacco missilistico a un impianto saudita, il prezzo del petrolio ha ripreso a salire, portandosi vicino ai 113 dollari al barile (per quanto riguarda il Wti) e in vista dei 120 per il Brent.

 

Se questa tendenza durerà nei prossimi giorni, chiaramente avrà un impatto sui prezzi al dettaglio dei carburanti. Un altro fattore di incertezza è legato all'insoddisfazione dei gestori, che lamentano l'assenza nel decreto del governo di un meccanismo di compensazione per i quantitativi già pagati ad accisa piena.

 

LO STRUMENTO

CARO BENZINA

In prospettiva poi saranno importanti anche gli orientamenti del governo: in astratto, qualunque sia il livello dei prezzi intorno al 20 aprile, il ritorno puro e semplice al precedente livello delle accise provocherebbe un aumento secco di 30 centesimi, difficile da digerire per gli automobilisti ma anche per le imprese per le quali il carburante è un costo di produzione.

 

Per confermare almeno una parte dello sconto l'esecutivo ha a disposizione lo strumento del decreto ministeriale, attivabile senza bisogno di una legge vera e propria soprattutto se i prezzi resteranno alte: l'ulteriore calo delle accise verrebbe finanziato con i maggiori introiti Iva.

 

prezzi benzina usa 2

Nella riduzione scattata martedì però questa componente vale solo 10 centesimi, circa un terzo del totale, mentre la restante parte è stata finanziata nel decreto legge con il ricorso alla tassazione degli extra-profitti delle società energetiche. Dunque per mettere in campo interventi significativi serviranno adeguate disponibilità di bilancio.

 

rincari benzina diesel

Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia restano molto prudenti sull'eventualità di un nuovo scostamento di bilancio, ovvero di un maggior ricorso all'indebitamento rispetto agli obiettivi già stabiliti in precedenza. Questa valutazione sarà fatta il prossimo mese, dopo l'approvazione del Documento di economia e finanza.

 

MEME SULLA BENZINA

Sulla necessità di un atteggiamento di finanza pubblica cauto è tornato proprio ieri il titolare dell'Economia Daniele Franco. «L'anno scorso abbiamo ridotto di 5 punti il debito pubblico passando da 155 a 150%, con una netta inversione di tendenza» ha detto il ministro, aggiungendo che è necessario restare «su un sentiero di riduzione».

 

Per conseguire l'obiettivo «serviranno crescita economica e un buon avanzo primario, il che richiede cautela negli aumenti strutturali dell'indebitamento netto». Nel decreto energia sono state stanziate risorse per 2,7 miliardi destinate proprio alla riduzione delle accise e al sostegno alle imprese maggiormente colpite dal caro-energia, le quali potranno disporre di un credito d'imposta a fronte di una parte dei maggiori costi sostenuti. Agli autotrasportatori sono invece riservati 560 milioni.

 

MEME SULLA BENZINA

Risorse che si aggiungono ai 16 miliardi già resi disponibili con precedenti provvedimenti. Complessivamente quindi i vari interventi messi in campo per contrastare il caro energia assommano a 19 miliardi, di cui circa 14 sono relativi ai primi due trimestri dell'anno. Non sarà facile proseguire con un impegno finanziario di questa portata se le tensioni sui prezzi dovessero restare alte nella seconda metà del 2022.

 

IL BENEFICIO

Intanto un beneficio più sostanziale è quello che potranno sperimentare a partire dal prossimo primo aprile gli automobilisti del Friuli-Venezia Giulia; da quella data infatti lo sconto deliberato a livello regionale si applicherà a quello nazionale, portando l'effetto totale sul prezzo a circa 60 centesimi per la benzina e a 50 per il gasolio.

rincari benzina diesel 3rincari benzina diesel 2pompe di benzina 5rincari benzina diesel 4rincari benzina diesel 1

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?