MONTE DEI PACCHI INFINITI - IL "CHIANTI CLASSICO" DI MPS DELLA GESTIONE MUSSARI, VA DI TRAVERSO AD ARROGANCE PROFUMO: NEL 2013 COSTA QUASI 300 MLN E ALTRI GUAI POTREBBERO ARRIVARE DALL’INDAGINE DELLA PROCURA

Carlotta Scozzari per Dagospia

Dopo "Alexandria" e "Santorini", a disturbare i sonni del presidente di Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo e dell'amministratore delegato Fabrizio Viola è un'altra operazione messa in piedi negli anni passati delle sbornie della finanza allegra e disinvolta: Chianti Classico.

Anche in questo caso, come per i due complessi derivati, a ubriacarsi è stata la banca senese, che ancora adesso è costretta a fare i conti con i postumi della bevuta. Che consistono in una zavorra da quasi 300 milioni di costi soltanto nel 2013, più una indagine da parte della Procura di Siena e una verifica fiscale ancora in corso, che potrebbero avere esiti imprevedibili, e difficilmente benèfici, per il gruppo toscano.

Con l'operazione Chianti Classico, risalente al periodo 2009-2010, quando c'era da finanziare l'acquisizione di Antonveneta e ai vertici dell'istituto di Rocca Salimbeni regnava sovrano il presidente Giuseppe Mussari, Mps cede a una propria società controllata, Consorzio Perimetro, 683 immobili utilizzati dalla stessa banca per 1,7 miliardi di euro.

Mps finanzia Consorzio Perimetro per effettuare l'operazione e a questo punto le paga l'affitto degli immobili. Dopodiché, attraverso la società Casaforte, il finanziamento alla controllata viene cartolarizzato, cioè trasformato in carta, in titoli che qualsiasi risparmiatore poteva comprare allo sportello (le cosiddette obbligazioni Abs Casaforte 2040 che l'istituto di credito vendeva ai clienti verso la fine del 2010).

La banca, per rendere i titoli appetibili, si impegna a ricomprarli. Ed è proprio questo quello che, alla fine del 2013, nell'ambito di un'operazione definita "ristrutturazione Chianti Classico", decide di fare la Mps della nuova gestione targata Arrogance e Viola, che riacquista gli strumenti finanziari emessi sia da Perimetro sia da Casaforte e paga un corrispettivo di 70 milioni di euro.

Nel comunicato diffuso alle ore 18.00 della vigilia di Natale dalla banca per annunciare il completamento della ristrutturazione Chianti Classico, si spiegava che l'operazione avrebbe condotto a un "miglioramento della redditività, con un effetto positivo a conto economico, in termini di utile netto, di circa 40 milioni di euro nel primo esercizio post-ristrutturazione, gradualmente crescente nel tempo".

In attesa di comprendere, nel 2015, a quanto ammonterà questo beneficio, l'operazione Chianti Classico, ancora l'anno scorso, ha comportato 224 milioni di costi in termini di "oneri di gestione" legati, come spiega il bilancio del 2013 della banca senese, alla "rideterminazione del canone di mercato del complesso immobiliare". Insomma, tra il riacquisto dei titoli da 70 milioni e i costi di gestione, l'operazione Chianti Classico nell'ultimo esercizio a Mps è costata quasi 300 milioni.

E non è ancora finita, perché il bilancio del 2013 di Mps fa sapere che, a partire dallo scorso mese di giugno, la Guardia di finanza, su disposizione della Procura di Siena, ha avviato un'indagine sull'operatività di Mps Immobiliare che riguarda proprio Chianti Classico, oltre che un'altra operazione "consistente nell'apporto di un complesso immobiliare situato in Roma a un fondo immobiliare chiuso e la successiva cessione delle quote del medesimo fondo". In merito a quest'ultima operazione, il Fisco, a settembre, ha già presentato il conto a Mps, contestandole maggiori tasse per 31 milioni. Ma la controllata del real estate della banca senese ritiene "non probabile" tale esborso.

Diversa la faccenda per Chianti Classico, operazione in relazione alla quale "è in corso una verifica da parte dell'Agenzia delle entrate" che riguarda nello specifico Consorzio Perimetro. "Tenuto conto della rilevanza dell'operazione - spiega il bilancio di Rocca Salimbeni - non si può escludere che dagli sviluppi dell'indagine (della Procura, ndr) nei confronti di Mps Immobiliare e della verifica (da parte del Fisco, ndr) nei confronti di Consorzio Perimetro possano derivare contestazioni anche di importo significativo che, nel caso, saranno adeguatamente valutate". Insomma, il post sbornia da Chianti potrebbe produrre altri effetti indesiderati sul bilancio di Mps.

 

MUSSARI PROFUMO jpegALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA monte-dei-paschi-di-siena-sedeGUARDIA DI FINANZA

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)