1. RCS, MORTO UN “PATTO”, SE NE FA UN ALTRO, NON FORMALIZZATO MA COSÌ COMPOSTO: LA FIAT DI ELKANN (20,5%), L’INTESA SANPAOLO DI ABRAMO BAZOLI (5,97%) E LA MITTEL SEMPRE DI BAZOLI (1,3%). IL TOTALE FA 33 E ROTTI 2. E ADESSO DUE DOMANDINE ALLA CONSOB DI VEGAS E UNA AL GOVERNINO DI LETTANIPOTE 3. RITIENE CODESTA SPETTABILE AUTORITÀ CHE ESISTA IN RCS GROUP UN ACCORDO TACITO DI CONTROLLO CHE INTORNO ALL’AZIONISTA FIAT RACCOGLIE IL 33% DEL CAPITALE? E SE SÌ, NON DOVREBBE ESSERE TENUTO A LANCIARE UN’OPA SULL’INTERA SOCIETÀ? 4. SA QUESTO STIMATO GOVERNINO LETTALFANO, IMPEGNATO NEL DIFENDERE ALITALIA E TELECOM ITALIA DALL’EVENTUALITÀ CHE AIR FRANCE E TELEFONICA SI RITROVINO IL CONTROLLO DELLE DUE SOCIETÀ AVENDO IN MANO QUOTE BEN INFERIORI AL 30%, CHE SE RITOCCASSE AL RIBASSO IL TETTO OLTRE IL QUALE È OBBLIGATORIO LANCIARE UN’OPA QUESTO RISCHIEREBBE DI APPLICARSI ANCHE ALLA QUOTA RCS DETENUTA DA FIAT?

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - COMANDARE CON I SOLDI DEGLI ALTRI
Dunque c'era una volta un patto di sindacato che teneva vincolato il 60% delle azioni Rcs. Da oggi "Liberi tutti", come cinguetta il Merloni e ovviamente nessuno lascerà la poltrona nel cda di via Solferino. Ci mancherebbe che nell'antica maison che pubblica il Corrierone valessero le elementari regole di bon ton che vengono richieste alla "Casta" dalla premiata ditta Stella&Rizzo. Ma questo è il meno.

Il "più" è che c'è un nuovo, probabile, sindacato di blocco non formalizzato ma così composto: la Fiat di Kaki Elkann (20,5%), l'Intesa Sanpaolo di Abramo Bazoli (5,97%) e la Mittel sempre di Bazoli (1,3%). Con altri eventiali compagni di strada si si supera il 30%. Lo chiameremo il Pattino degli anni di Cristo. Dove il calvario è rappresentato da quel miliardo e mezzo di debiti accumulati sulle spalle di Rcs da gestioni dissennate, con manager strapagati e stra-incapaci scelti da azionisti stracotti.

E adesso due domandine alla Consob di Vago Vegas e una al governino di Lettanipote.
1. Ritiene codesta Spettabile Autorità, letti anche solo sommariamente i giornali di oggi (in specie, Repubblica p. 22) che esista in Rcs un accordo tacito di controllo che intorno all'azionista Fiat raccoglie il 33% del capitale? E se sì, non dovrebbe essere tenuto a lanciare un'Opa sull'intera società?

2. Ritiene codesta Venerata Autorità, lette le indiscrezioni di stampa pubblicate nei giorni scorsi, che un'eventuale fusione Corriere-Stampa costituirebbe un'indiscutibile operazione tra parti correlate, ovviamente legittima ma che nel caso di una società quotata va obbligatoriamente vagliata da un apposito comitato di amministratori per lo più indipendenti?

3. Sa questo Stimato Governo di Larghe Intese, impegnato nel difendere Alitalia e Telecom Italia dall'eventualità che Air France e Telefonica si ritrovino il controllo delle due società avendo in mano quote ben inferiori al 30%, che se ritoccasse al ribasso il tetto oltre il quale è obbligatorio lanciare un'Opa questo rischierebbe di applicarsi anche alla quota Rcs detenuta da Fiat?

In un'ottica di leale collaborazione con le Istituzioni, segnaliamo che il Comitato di controllo e rischi di Rcs, che valuta anche le operazioni tra parti correlate, è presieduto da Luca Garavoglia (Campari), che dal 2003 al 2012 è stato consigliere di amministrazione della Fiat. E tra gli altri membri c'è Pier Gaetano Marchetti, così indipendente da esser stato fino a ieri il presidente del patto di sindacato. Al momento di valutare un'eventuale fusione con la Stampa, che ha perso 45 milioni in cinque anni, usciranno a bersi un vermouth?

2 - L'ALITALIA DI CARTA
Fatto il nostro dovere di sentinelle del libero mercato e della libertà di informazione, compito che del resto la Costituzione materiale della nazione affida ormai a Dagospia, ecco la colata di piombo quotidiana. Cominciando proprio dal sullodato Pattino degli anni Cristo.

Anodino e distaccato il Sole: "Dopo 30 anni stop al patto Rcs. Per i soci ‘impegno morale' a garantire stabilità manageriale ed editoriale. Ieri l'incontro tra Elkann e i vertici di Piazzetta Cuccia: la banca ha assicurato che non affretterà la cessione della sua quota del 15%. Il mercato guarda ai nuovi equilibri dopo l'accordo" (p. 30).

Ma il meglio è ovviamente sul Corriere stesso, a firma Sergio Bocconi: "Si scioglie il patto tra i soci Rcs. Accordo unanime tra gli azionisti: una governance più efficiente. ‘Una gestione altamente responsabile non richiede più questa formula" (p. 37). Da incorniciare anche questo pezzo di Francesco Manacorda per la Stampa: "Rivoluzione nel salotto buono per una governance più moderna.

La scommessa di Fiat e degli altri soci: basta veti incrociati, una gestione più attiva. A legare molti grandi azionisti rimane l'obiettivo di dare stabilità al gruppo. Anche fuori dal vecchio accordo c'è chi guarda con interesse al progetto" (p. 25). E lo scarparo di Casette d'Ete? Lo scriba degli Agnelli lo liquida così: "E in quanto a Diego Della Valle, da tempo generoso di dichiarazioni contro la Fiat e la sua presenza in Rcs, pare destinato a restare fermo sotto il 10% del capitale, privo di alleati per eventuali battaglie".

3 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Una ridicola riduzione del cuneo fiscale, nuove tasse e i soliti tagli alla sanità. Del resto che cosa bisognava aspettarsi da un mostriciattolo che si chiama legge "di stabilità", ovvero che incorpora già nel nome il suo peccato capitale? La sintesi la prendiamo dal Messaggero, tenendo presente che si tratta di "anticipazioni". "Case e fisco, ecco la manovra. Legge di stabilità da 10-12 miliardi. Risparmi ma più tasse" (p. 2).

"Casa: arriva il nuovo Trise. Aumenti in mano ai sindaci. Aliquota di base fissata all'1 per mille, via l'Imu per le abitazioni principali. Prelievo su rifiuti e servizi indivisibili. Gli inquilini pagheranno dal 10 al 30%". "Fisco meno pesante sul lavoro, lo sconto parte da 112 euro" (p. 3). "Sanità, scontro su 4 miliardi di tagli. Alta tensione nella maggioranza sulle anticipazioni della manovra. Franceschini: voci infondate. Ma Lorenzin: a rischio ospedali e farmaci" (p. 4).

Imperdibile questo innocente pezzo del Corriere, dal quale si capisce che quel poco di sovranità nazionale rimasta sotto le Alpi è tutta sul Colle di Re Giorgio: "Entro mezzanotte la mail a Bruxelles. Ma alcuni capitoli resteranno ‘aperti'. L'idea di completare la manovra con l'accordo nella maggioranza. E c'è l'apprezzamento del Quirinale" (p. 5).
Protestano (giustamente) i commercianti: "No al riordino dell'Iva: è solo un aumento mascherato delle tasse'. Sangalli: senza consumi niente ripresa. ‘Le famiglie hanno già pagato un prezzo altissimo" (Stampa, p. 4).

4- LA FARSA DEI CAPITANI CORAGGIOSI
Fronte sempre caldo quello di Ali-taglia. Con interferenze dall'estero sulla povera Italietta. "British Airways frena il decollo Alitalia. ‘Da Poste aiuto di Stato, la Ue dica no'. Lite sul valore delle azioni per la ricapitalizzazione". "Strada in salita a Bruxelles. Pesano tutti i precedenti. ‘Serve chiarezza da subito'. Già due piani di salvataggio bocciati. Una delle condizioni fissate nel 2008 era: mai più aiuti pubblici a Alitalia" (pp. 12-13).

Sul Messaggero, Giulio Sapelli difende Lettanipote dalle accuse di protezionismo lanciategli dal Financial Times ricordando i salvataggi e le nazionalizzazioni delle banche inglesi. E riciccia un'altra bella perla di libera concorrenza come il doppio intervento di Francia e Belgio a difesa del colosso assicurativo Dexia (p. 1).

5- NANO DECADENCE
Se domenica Renzie aveva quasi messo la pietra tombale sull'amnistia, a completare il lavoro ieri ci ha pensato un'improvvida uscita di Pulcinello Quagliariello. "Una crepa nel governo. Duello Quagliariello-Cancellieri" e Giovanni Bianconi, sul Corriere, racconta: "Indulto, per l'ex premier l'ipotesi di uno sconto a metà. In passato beneficio ridotto a chi ne aveva già usufruito. L'esecutivo deciso a tenersi fuori in attesa delle mosse del Parlamento" (Corriere, p. 8).

Per Repubblica, il Cainano è di nuovo in fase "down": "Aut aut di Berlusconi ai ministri. ‘O con me o con i miei carnefici. Non potete governare con il Pd'. ‘Dove vanno senza i miei soldi?'. Torna l'ipotesi Marina" (p. 10). E il partito è di nuovo a rischio implosione: "Nel Pdl scissione a un passo. Berlusconi furioso: sono solo. Alfaniani e lealisti si danno battaglia e cercano finanziamenti per i nuovi gruppi. L'ex premier ad Arcore incontra i mediatori. ‘Giochini assurdi mentre mi fanno fuori" (Messaggero, p. 9).

6- SPOSTANDO RENZIE SEMPRE PIU' IN LA'
Il Mago Dalemix viene intervistato con tutte le pompe sul Sole 24 Ore e dopo un'ampia lezione di economia sistema così Matteuccio: "A Bari non mi è piaciuto lo stile di un uomo solo con i riflettori puntati addosso, che passeggia sul palco con il microfono in mano. Mi pare di averlo già visto in questi anni" (p. 8)

Sulla Repubblica dei renziani, invece, squillano le trombette: "Primarie, Renzi va alla conquista del Nord. A Verona ovazione degli industriali. Con Cuperlo 165 parlamentari Pd" (p. 11). Mentre per la Stampa di Torino non è andata così: "Renzi non scalda gli imprenditori veneti" (p. 8).

Pezzo inquietante sul Corriere, "Accuse e veleni, resa dei conti nel Pd. Le critiche a Renzi su amnistia e legge elettorale. E qualcuno suggerisce di indagare sulla sua vita. Al rottamatore viene contestato di essersi mosso in base ai sondaggi e guardando all'elettorato 5 Stelle" (p. 11). La famosa "Macchina del fango" opera dunque anche a sinistra? Scrive Maria Teresa Meli che "i bersaniani mandano anche sms a giornalisti amici e ai fedelissimi per invitarli a scavare nella vita del superfavorito alle primarie dell'otto dicembre". Se è così, vedremo già nei prossimi giorni il frutto della campagna anti-Renzie.

7 - ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI DI SIENA
Spunta una mail galeotta nello scandalo senese: "Mps e il documento segreto con Nomura. Come e quando venne svelata l'operazione Alexandria. Il 20 settembre del 2012 viene rinvenuta una copia dell'intesa. Almeno sei funzionari dell'istituto avevano una copia del contratto" (Stampa, p. 26).

8 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
Già si sogna sul Corrierone del Lingottino: "Fusione tra Torino e Detroit, il nome Fiat resterà in prima linea" (p. 35). Nel senso che sarà abbattuto per primo.

9 - AGENZIA MASTIKAZZI
"La madre morì sulla Concordia. Lei superstite va a Miss Italia. Stefania Vincenzi: ‘Mamma mi voleva Miss" (Messaggero, p. 16).

colinward@autistici.org

 

LAPO ELKANN JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE ED EMILIO BOTIN FOTO LAPRESSE DeBenedetti Bazoli Geronzi saccomanni, alfano e lettaFERRUCCIO DE BORTOLI PIER GAETANO MARCHETTI P RCS MARCO TRONCHETTI PROVERA ALBERTO NAGEL E ANDREA BONOMI FOTO BARILLARI diego della valle vogue fashion night out foto lapresse Dario Franceschini LORENZIN E QUAGLIARIELLO MANGIANO IL GELATO FOTO LAPRESSE Sangalli Squinzi e Mogli BRITISH AIRWAYS colaninno alitalia alitalia vignettaNuccio Peluso AnnaMaria Cancellieri

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…