
“URSULA VON DER LEYEN NON AVEVA CARTE DA GIOCARE” – L’ECONOMISTA ROBERTO PEROTTI: “VDL NON HA RISPOSTO CON DAZI EUROPEI PERCHÉ NON POTEVA FARLO IN MODO CREDIBILE. GLI USA ESPORTANO NELLA UE TRA I 200 E 300 MILIARDI DI SERVIZI DIGITALI, COME IL CLOUD DI AMAZON O I MOTORI DI RICERCA O CERTI DATA CENTER, CHE SONO INDISPENSABILI ALL’EUROPA, SENZA ALTERNATIVE AUTOCTONE CREDIBILI” – “TRUMP STAVA GUIDANDO UNO SCHIACCIASASSI E VDL ERA COME UNA MONETINA SUL SUO CAMMINO. IL 5% IN PIÙ ERA IL MINIMO CHE CI SI POTESSE ASPETTARE; NON È PENSABILE CHE I POLITICI EUROPEI CHE HANNO PUGNALATO VDL ALLE SPALLE DOPO IL FATTO NON LE ABBIANO DATO UN MANDATO DI ACCETTARE IL 15 PERCENTO…”
Estratto dell’articolo di Roberto Perotti per “La Stampa”
Quasi tutti i politici e commentatori hanno bollato l’accordo sui dazi tra Ue e Usa come una resa ignominiosa. Ma Ursula von der Leyen è una politica navigata, per quanto discussa: perché mai, se avesse avuto delle alternative percorribili, si sarebbe scientemente esposta a un simile obbrobrio pubblico?
Perché mai ha subito la umiliante lezioncina di Trump di tre (!) minuti sulle pale eoliche senza battere ciglio? La risposta è che non aveva carte da giocare, per tre motivi: Ucraina e difesa, servizi digitali, terre rare. Prima noi europei ce ne rendiamo conto, senza inutile retorica, e prima riusciremo a fare i conti con la realtà.
Per capirlo, è necessario partire da alcuni punti fermi.
LA RESA DI URSULA VON DER LEYEN A DONALD TRUMP SUI DAZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Primo: Trump ha due soli interlocutori: […] il popolo Maga e la business community americana. Può non piacere, ma è così.
Secondo: le tariffe al 10 percento erano non negoziabili, per motivi elettorali e per convinzione (anche qui, possiamo discettare che sia una convinzione sbagliata, ma è irrilevante). Chiunque avesse pensato che facessero parte del negoziato deve fare una immersione nella realtà.
Terzo: i tagli alle tasse del Big Beautiful Bill aumentano il disavanzo pubblico di circa 300 miliardi l’anno. Trump aveva bisogno come il pane di entrate alternative: i dazi decisi fin qui porteranno quasi altrettanto nelle casse del governo Usa.
DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN
Quarto: l’economia americana va alla grande, per ora. La Borsa è ai massimi; dopo l’impennata iniziale i tassi di interesse si sono stabilizzati (e Trump pensa di abbassarli lavorandosi la Fed); solo il mercato del lavoro ha dato qualche segno preoccupante venerdì, troppo tardi; in ogni caso i politici, e tantomeno Trump, non guardano ai decimali.
Probabilmente sbagliando (ma anche questo è irrilevante) Trump può finora sentirsi rinforzato nella convinzione che le tariffe siano una buona cosa per popolo Maga e business community.
Con queste premesse, Trump stava guidando uno schiacciasassi e Vdl era come una monetina sul suo cammino. Il 5 percento di dazi in più era il minimo che ci si potesse aspettare; non è pensabile che i politici europei che hanno pugnalato Vdl alle spalle dopo il fatto non le abbiano dato un mandato di accettare il 15 percento. E per quanto possiamo prevedere, l’Europa può sopravvivere a una differenza di 5 punti percentuali.
Ma perché Vdl non ha risposto ai dazi americani con dazi europei? Questo è forse il punto più controverso. La risposta è che non poteva farlo in modo credibile. Gli Usa importano circa 600 miliardi di dollari di beni dalla Ue, ma esportano nella Ue tra i 200 e 300 miliardi di servizi digitali, come il cloud di Amazon o i motori di ricerca o certi data center, che sono notoriamente più difficili da tassare e soprattutto sono indispensabili all’Europa, senza alternative autoctone credibili.
Persino la difesa europea andrebbe in tilt senza i servizi digitali americani. E Trump ha strumenti molto convincenti per manovrare le aziende tecnologiche americane nell’interesse del suo governo […]
Poi ci sono gli altri due punti dell’accordo: l’impegno ad acquistare prodotti energetici per 750 miliardi in tre anni e armi. Sul primo è già stato detto tutto: significherebbe triplicare le esportazioni Usa rispetto al livello attuale, un target irrealistico; e non è chiaro come si possa obbligare imprese private europee a metterlo in pratica.
VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYEN
È più che altro una comunicazione di Trump a uso interno. Sia come sia, anche in questo caso è impensabile che Vdl abbia preso questo seppur vago impegno (quasi l’1 percento del Pil europeo) senza un mandato, e che non sia stata incoraggiata a giocare sull’ambiguità.
Infine la difesa. L’accordo non quantifica l’impegno di spesa europea, ma chiaramente si inserisce in una relazione più generale. A torto o a ragione, per Trump e soprattutto per alcuni membri della sua amministrazione l’Ucraina è un problema europeo: la minaccia per gli Usa è la Cina, dal loro punto di vista il resto è di secondo ordine.
Più in generale, per Trump l’Europa non fa abbastanza per la propria difesa (e qui i numeri parlano chiaro). Gli europei possono rifugiarsi nella retorica quanto vogliono, ma se facessero un esame della realtà capirebbero che dal punto di vista americano ha perfettamente senso, ideologicamente e politicamente, far pagare all’Europa i costi della sua difesa e di una guerra che gli americani ritengono non li riguardi: a parti invertite l’Europa farebbe lo stesso. Per l’Europa, invece, l’Ucraina è una questione esistenziale, ben più di un 5 percento in più sui dazi.
XI JINPING DONALD TRUMP - MEME
Eppure, si dice, la Cina sta tenendo duro e probabilmente spunterà un accordo migliore rispetto al punto di partenza. La Cina ha le terre rare, una minaccia militare concreta, e per certi versi meno dipendenza tecnologica. In questi tre aspetti è esattamente il contrario dell’Europa, e questo fa tutta la differenza del mondo.
DONALD TRUMP E I WALL STREET - VIGNETTA BY ALTAN
VIGNETTA DONALD TRUMP XI JINPING
URSULA VON DER LEYEN - DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
URSULA VON DER LEYEN - DONALD TRUMP
Ursula von der leyen e donald trump a Turnberry in Scozia - foto lapresse
IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI