jeff bezos, elon musk, mark zuckerberg e bill gates

LE “SETTE SORELLE” SONO PIÙ POTENTI DEGLI STATI – APPLE, MICROSOFT, GOOGLE, AMAZON, NVIDIA, TESLA E META DA SOLE VALGONO 12MILA MILIARDI DI DOLLARI. UNA SOMMA DI 17 VOLTE PIÙ GRANDE DI TUTTE LE AZIENDE QUOTATE A PIAZZA AFFARI, MESSE INSIEME – LA CAPITALIZZAZIONE È PARI A QUELLA DE I CINQUE LISTINI AZIONARI PIÙ GRANDI AL MONDO (ESCLUSO QUELLO STATUNITENSE). UNA SPROPORZIONE SIMILE NON SI ERA MAI VERIFICATA NELLA STORIA DELLA FINANZA – MA QUESTO STRAPOTERE È MERITATO O È SOLO UNA BOLLA PRONTA AD ESPLODERE?

Estratto dell’articolo di Vito Lops per “il Sole 24 Ore”

 

QUOTAZIONI RECORD DELLE BIG TECH A WALL STREET

Un tempo c’erano le sette sorelle. Una locuzione coniata da Enrico Mattei per indicare le compagnie petrolifere che dominavano la produzione mondiale nel dopoguerra. Oggi ci sono le “magnifiche sette”. Il petrolio è stato rimpiazzato dalla tecnologia d’avanguardia, quel misto di software, hardware, micro-chip e intelligenza artificiale su cui gira oggi (e, soprattutto, il mercato crede che girerà anche domani) il mondo.

 

Rientrano nella prestigiosa categoria Apple (che ha superato i 3mila miliardi di dollari di capitalizzazione), Microsoft (2.800 miliardi), Google Alphabet (1.800 miliardi), Amazon (1.600), Nvidia (1.200), Tesla (800) e Meta (560). In tutto siamo quasi a 12mila miliardi di dollari. Sette società valgono, da sole, 17 volte quanto tutte le aziende quotate a Piazza Affari.

 

BIG TECH E CINA (DATAROOM)

O, ancora di più, il mercato attribuisce oggi a queste sette aziende lo stesso valore che assegna ai cinque listini azionari più grandi al mondo, escluso ovviamente quello statunitense. Regno Unito, Germania, Francia, Giappone e Cina. Tutte le azioni quotate in questi cinque listini (diverse migliaia) valgono quanto le “magnifiche 7”.

 

Una sproporzione del genere non si era mai verificata nella storia della finanza. Basti pensare che la Borsa americana, trainata da queste sette aziende che da sole fanno oltre il 50% del Nasdaq 100 e quasi il 30% di tutto l’indice S&P 500, vale da sola quasi il triplo (2,8 volte) di tutte le altre Borse del mondo messe insieme. Si tratta di un dato abbondantemente fuori deviazione standard (come direbbero gli statistici) dato che la media dal 1950 è di 1,2 volte. Questo strapotere è meritato?

 

Partiamo dai multipli che oggi il mercato attribuisce alle “magnifiche 7”: ai prezzi attuali Microsoft vale 29 volte gli utili attesi per i prossimi 12 mesi, Apple 27, Amazon 42, Google 22, Nvidia 24, Tesla 65. Si tratta di una media superiore a quella dell’intero indice S&P 500 (19 volte) e molto più alta dello stesso indice equipesato (14 volte, dove lo strapotere delle più forti viene neutralizzato dal metodo di calcolo uniforme).

LEGGI CONTRO BIG TECH

 

Quindi queste big non sono certo a sconto. Ma perché il mercato è disposto a pagarle tanto? L’opinione prevalente tra gli analisti è perché, nonostante siano dei colossi, hanno garantito negli ultimi anni tassi di crescita più elevati della media, come fanno i titoli ad alta crescita.

 

Quindi offrono all’investitore sia la garanzia tipica dei titoli solidi (e come tali con una minore volatilità rispetto ai titoli super-tecnologici) ma anche una componente di “futuro” che solo i titoli “growth” possono vendere al mercato. Di conseguenza il mercato è disposto a pagarle tanto. […] Investendo nelle “magnifiche sette” si investe automaticamente nel futuro che conta, considerata la comprovata abilità di queste aziende a cavalcare i trend e le mode del momento, come dimostra la presenza di molte di esse oggi nell’intelligenza artificiale generativa.

BIG TECH 2

 

A questa spiegazione da “bicchiere mezzo pieno” se ne affianca una un po’ più maliziosa, da “bicchiere mezzo vuoto”. Bisogna scomodare l’industria degli Etf, i fondi passivi che replicano oggi qualsiasi sottostante immaginabile e che vengono tanto utilizzati, visti i costi bassi, anche dai gestori attivi. Bene, l’industria degli Etf è cresciuta a dismisura nell’ultimo ventennio passando da 200 miliardi di masse a oltre 10mila miliardi di dollari. Oggi vi sono circa 9.000 prodotti, fondi che replicano tutto: indici, settori, bond, criptovalute.

 

nvidia

Molti investitori non lo sanno: ma quando acquistano un Etf molto spesso finiscono per finanziare anche queste big, perché esse sono sparpagliate in centinaia di prodotti. Ai “creatori di Etf” fa comodo inserirle perché stabilizzano il portafoglio rendendolo meno volatile e aiutano a vendere di più lo stesso prodotto […].

 

In pratica, se si investono oggi 1.000 euro nell’indice S&P 500, 300 euro vanno ad ingigantire automaticamente la capitalizzazione di queste big. Ma non solo. Anche comprando un prodotto dedicato alle energie rinnovabili o a qualche altro tema forte del momento si finisce […]  per investire, consapevoli o no, nelle stesse. È un cane che si morde la coda. […]

FATTURATO E TASSE AZIENDE BIG TECH

tesla xianjiang 3tesla xianjiang 4nvidia ricavi record nel 2023

BIG TECH

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”