francois henri pinault valentino rachid mohamed rachid

CHI SI PAPPA VALENTINO? KERING E MAYHOOLA RIMETTONO SUL MERCATO LA MAISON - IL COLOSSO FRANCESE HA SGANCIATO 1,7 MILIARDI PER L’ACQUISIZIONE DI UN 30% DAL FONDO DEL QATAR NEL 2023, MA LE PERDITE NEL MONDO DEL LUSSO STANNO COSTRINGENDO PINAULT A RIVEDERE LA SUA STRATEGIA: KERING NON PUÒ ACQUISTARE L’INTERA MAISON E, PER UNA CLAUSOLA, NON PUÒ VENDERE A TERZI PER I PROSSIMI CINQUE ANNI - L’UNICA ALTERNATIVA È UN COMPRATORE CHE VOGLIA METTERE LE MANI SIA SULLA PERCENTUALE DI KERING E CHE DI MAYHOOLA…

Estratto dell'articolo di Daniela Polizzi e Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”

 

francois henry pinault

Il gruppo del lusso francese Kering e il fondo del Qatar Mayhoola riaprono il dossier Valentino. Secondo più fonti, i due azionisti hanno avviato una riflessione sul futuro della storica maison italiana, al termine della quale la società potrebbe tornare sul mercato.

[...]

 

Kering ha comprato il 30% di Valentino da Mayhoola nel luglio del 2023 per 1,7 miliardi di euro. L’accordo prevede che Kering possa esercitare fra maggio del 2026 e la fine del 2028 un’opzione per salire fino al 100% della casa di moda. E, simmetricamente, che Mayhoola possa esercitare un’opzione per vendere a Kering il residuo 70% di Valentino ancora nelle sue mani.

Rachid Mohamed Rachid ceo di Mayhoola

 

L’operazione Valentino ha rappresentato il culmine dell’euforia da shopping di Kering che, calcolano gli analisti di Bernstein, ha spinto la holding a spendere nel giro di pochi anni circa 14 miliardi in acquisizioni di marchi e immobili di prestigio, fra cui il celebre palazzo di via Montenapoleone 8 a Milano. La campagna ha però aumentato il debito di Kering fino a 10,5 miliardi proprio mentre l’industria del lusso iniziava a frenare, causando grandi difficoltà a Gucci, il marchio di punta del gruppo francese.

 

Sotto pressione in Borsa — dove ha perso il 40% in un anno — Kering ha avviato una revisione del portafoglio che ha portato alla cessione degli outlet in Italia e alla ricerca di investitori per i palazzi di Parigi, Milano e New York. Ed è in questo quadro che la holding sta rivalutando anche l’affare Valentino.

 

francois henri pinault kering

Il prezzo per rilevare il restante 70% della società da Mayhoola non è stato fissato nel 2023, ma dipenderà dall’andamento dei risultati della maison italiana e dalle sue prospettive di crescita.

 

Bernstein calcola che l’esborso potrebbe aggirarsi intorno ai 3,4 miliardi. A richiesta di Mayhoola, la somma potrebbe anche esser corrisposta in azioni Kering fino a un massimo di 3 milioni di titoli. Se nel luglio del 2023 il pacchetto valeva circa 1,5 miliardi, oggi la sua valutazione in Borsa è scesa a poco più di 570 milioni.

valentino by alessandro michele 1

 

L’esborso per cassa di Kering per il 70% di Valentino resterebbe quindi molto rilevante, specie in questa fase difficile per la moda e per il gruppo.

 

Da qui la valutazione in corso da parte di Kering che, però, per dire addio a Valentino avrebbe bisogno del nullaosta di Mayhoola. I patti fra le due società prevedono infatti un impegno a non vendere le rispettive partecipazioni (lock-up) per cinque anni. La strada più semplice per uscire dall’impasse, dunque, sarebbe quella di trovare un investitore interessato a rilevare tanto la quota di Kering quanto quella di Mayhoola che, […] è disposto a vendere Valentino al giusto prezzo. Quale?

 

pinault

Fondata nel 1959, Valentino sta attraversando un periodo meno brillante. L’anno scorso i ricavi sono lievemente calati a 1,3 miliardi, mentre l’ebitda è sceso del 21% a 246 milioni e la perdita netta si è attestata a circa 28 milioni di euro. La maison è intervenuta con un cambio alla direzione creativa dove è stato chiamato Alessandro Michele per rilanciare il marchio e la società ha rifinanziato 530 milioni di esposizione migliorandone le condizioni. Poi Valentino ha investito nel rafforzamento delle produzioni italiane e nella rete di negozi.

 

Rachid Mohamed Rachid ceo di Mayhoola

Le prossime strategie saranno nelle mani di Luca de Meo, ex ceo di Renault che dal 15 settembre prenderà la guida di Kering affiancandosi al fondatore e principale azioni François-Henri Pinault. È probabile che il nuovo numero uno presenti il nuovo piano del colosso del lusso nel 2026, anno che, a detta degli esperti del settore, dovrebbe segnare la ripresa della moda dopo un biennio di grandi difficoltà accentuate dalla situazione geopolitica e dallo spettro di una guerra commerciale.

valentino by alessandro michele 2valentino by alessandro michele 3alessandro michelevalentino 2valentino by alessandro michele 5valentinovalentino 3valentino 1alessandro michele

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...