UCCI GUCCI, SENTO ODOR DI PECCATUCCI - DOPO IL SERVIZIO DI “REPORT”, LA MAISON FIORENTINA SCHIERA GLI AVVOCATI. MA NON DICE CHE SABRINA GIANNINI E GABANELLI MENTONO, SOLO CHE HANNO SENTITO “3 FORNITORI SCORRETTI SU 576” (VIDEO INTEGRALE)

VIDEO - IL SERVIZIO DI SABRINA GIANNINI SU GUCCI PER “REPORT”

 

 

 

1. REPORT , DOPO MONCLER C'È LA GUCCI NEL MIRINO. LA DENUNCIA DI UN ARTIGIANO FIORENTINO

Eva Desiderio per www.lanazione.it

 

MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE MILENA GABANELLI NELLA REDAZIONE DI REPORT FOTO LUCIANO VITI PER SETTE

Dopo le oche di Moncler ecco la borse di Gucci sotto la lente d'ingrandimento delle inchieste-denuncia di Report. Con Millena Gabanelli che alza il velo sui segreti di Scandicci grazie all'autodenuncia di un artigiano coraggioso che si chiama Aroldo Guidotti che a giugno scorso ha mandato una mail alla redazione del programma di Rai3.

 

"Non c'è bisogno di fare Sherlock Holmes - denuncia Guidotti che si è fatto intervistare nel suo laboratorio dalla giornalista Sabrina Giannini che ha curato l'inchiesta - per vedere che alle 11 di sera a Scandicci ci sono fabbriche e laboratori tutti illuminati dove lavorano i cinesi. Io stesso li ho assunti a 4 ore ma loro ne lavorano almeno 16 al giorno. E' questo il gioco che ci sta ammazzando. I cinesi lavorano 150 ore di più di quelle segnate". Perché il lusso cavalca la bestia gialla degli operai con gli occhi a mandorla, arma segreta delle multinazionali francesi che hanno fatto lo shopping di tanti nostri marchi storici.

 

GucciGucci

"I cinesi assunti part time - continua Guidotti nella sua intervista a Report - mandano a casa gli operai e gli artigiani italiani grazie ad alcuni di loro che fanno da paravento e da prestanome". Nell'occhio del ciclone il marchio Gucci e il gran patron francese Francois Henry Pinault, presidente e ceo di Kering, abbondantemente citato dalla Gabanelli come uno degli uomini piu ricchi del mondo. La maison fiorentina fondata nel 1921 da Guccio Gucci non ha accettato di parlare col programma di Milena la tosta, preferendo fare le sue ragioni con una mail in cui - ha detto la Gabanelli - spiega i contenuti della certificazione sulla responsabilità sociale varata dalla maison gia 5 anni fa.

 

"Ma i cinesi lavorano dalle 9 di mattina alle 23 - continua l'artigiano - e le borse modello Bambù da 1800 euro le assemblano loro. Lavorano anche il sabato ma non viene segnato". Insomma una truffa e una farsa, alla faccia del Made in Italy tanto sbandierato come fatto di sostanza e di immagine. Milena ricorda anche la prima trasmissione su questi argomenti datata 2007 dove si denunciavano molti marchi del lusso presi in castagna.

 

Sabrina Giannini -Sabrina Giannini -

"Toscana da culla della pelletteria a zona franca" dice la giornalista che mostra immagini anche delle zone produttive del Monte Amiata dove vige la stessa regola produttiva della provincia di Firenze. "Gucci lo sa o no che nelle fabbriche lavorano i cinesi?" si chiede la conduttrice che mostra le immagini di alcuni caporali che confessano con i volti coperti di "non garantire niente" ai loro operai" e che nessuno mai chiede loro quante ore fanno al giorno.

 

Poi le telecamere tornano su Aroldo Guidotti che dice a un funzionario dell'ufficio del lavoro: "Secondo te come lavorano loro, i cinesi?" senza ottenere risposte. L'artigiano autodenunciandosi ai microfoni di Report ha denunziato un intero sistema, mostrando una borsa che al pubblico costa 870 euro che lui assembla per 24 euro. "Ci vorrebbero almeno dieci euro di più per questo tipo di lavoro specializzato ma non ce le danno". E parla anche un'operaia che spiega di come il comparto della pelletteria sia piegato ai voleri e ai poteri dei brand, e di come per gli italiani il lavoro scarseggi. "Tutto è nelle mani dei fornitori di primo livello che fanno affari d'oro, fanno fatturati da milioni di euro dando le borse da assemblare".

Sabrina Giannini -  Sabrina Giannini -

 

E Gabanelli spara le cifre: "Gucci col Made in Italy fa profitti per un miliardo di euro". Insomma una smitragliata alla Gucci da Report che innescherà un dibattito che si annuncia forte. E proprio a pochissimi giorni dall'allontamento del presidente e ceo Patrizio di Marco con il direttore creativo Frida Giannini, invitati a lasciare la maison dal vertice di Kering con una lettera di ringraziamento con ampie citazioni a firma dello stesso Pinault.

 

Ora Frida e Patrizio si sposeranno e la gioia di questo passo cancellerà queste recenti amarezze professionali. Perché sono una coppia anche nella vita e forse potrebbero continuare ad esserlo anche sul lavoro: oggi gran tam tam sui loro nomi come probabili salvatori del marchio di Roberto Cavalli, che sta trattando la cessione della maggioranza assoluta al fondo Clessidra. Chissà, se son borse fioriranno!

 

 

2. REPORT, GUCCI AL CONTRATTACCO: "AFFERMAZIONI FALSE E DIFFAMATORIE"

Eva Desiderio per www.lanazione.it

 

PINAULT PINAULT

Dopo la trasmissione di ieri sera durante la quale Milena Gabanelli con il suo Report ha denunciato con una inchiesta lo stato della produzione di pelletteria nel distretto fiorentino, puntando il dito in modo particolare su quella della maison Gucci dopo l'autodenuncia di un artigiano sul forte impiego di maestranze cinesi a cottimo e con lunghi e non controllati orari di lavoro, ecco la pronta risposta della Gucci azienda che ha sede a Casellina, nell'immediata periferia fiorentina e che fa parte del Gruppo Kering del francese Francois Henry Pinault.

 

“Gucci si dissocia nel modo più assoluto dai contenuti e dalla forma del servizio mandato in onda domenica 21 dicembre nell'ambito della trasmissione Report. La signora Gabanelli non ha mai posto a Gucci alcuna domanda pertinente su quanto da cinque mesi stava girando - attacca il comunicato della maison del lusso -. Telecamere nascoste o utilizzate in maniera inappropriata, solo in aziende selezionate ad arte da Report (3 laboratori su 576), non sono testimonianza della realtà Gucci”.

 

In particolare dall'azienda fanno sapere che tutto ciò che riguarda l'uso di forza lavoro cinese a basso costo “è falso” e “fortemente diffamatorio”. Cosi come viene considerata lesiva la frase del servizio televisivo secondo cui "..... all'interno dell'azienda ...ci deve essere un prestanome italiano...". Nel comunicato si precisa anche che “accordarsi a insaputa di Gucci con laboratori che utilizzano manodopera cinese a basso costo e non in regola – sabotando i sistemi di controllo in essere – è una truffa dalla quale Gucci si dissocia e che perseguirà in tutte le sedi.

 

kering kering

Gucci produce il 100% della pelletteria in Italia dando lavoro a oltre 7.000 addetti tra fornitori di primo livello (1.981) e fornitori di secondo livello. Di questi addetti, circa il 90% sono di nazionalità italiana, mentre tutte le 576 aziende sono italiane. Tutti i fornitori di primo e di secondo livello vengono regolarmente controllati (circa 1.300 verifiche l'anno, anche notturne) sul rispetto delle regole e il corretto trattamento delle persone. Ricordiamo che il lavoro notturno, se svolto secondo la normativa, non è reato: si chiama straordinario o turnazione”.

 

Gucci contina a smarcarsi dai contenuti del servizio della Gabanelli perché da anni mantiene la produzione in Italia. “Gucci depreca la rappresentazione che Report ha voluto dare dell'azienda e assicura che “percorrerà tutte le strade per tutelare i propri diritti, la propria immagine e il proprio marchio, nonché il lavoro di oltre 45.000 persone in Italia tra dipendenti diretti e filiera produttiva”. Non manca un accenno e una considerazione sull'artigiano che si è autodenunciato e ha portato le telecamere del programma di Rai3 nel suo laboratori.

frida giannini e francesco vezzoli gucci partyfrida giannini e francesco vezzoli gucci party

 

“Il signor Guidotti, attraverso la sua società Mondo Libero, ha contribuito da metà 2013, attraverso Almax, al fatturato degli accessori Gucci per lo 0,19% dell'intera produzione - spiega il comunicato ufficiale della società - Negli ultimi mesi, Mondo Libero ha subìto diversi controlli, anche notturni, a seguito dei quali sono emerse irregolarità relative all’assunzione del personale. Gucci ha chiesto la regolarizzazione di tali situazioni e Mondo Libero ha fornito evidenza che tali irregolarità erano state affrontate e per la maggior parte risolte.

 

frida giannini (2)frida giannini (2)

Per quanto riguarda l'apparente titubanza dell'ispettore ripreso a telecamere nascoste, si ricorda che le ispezioni avvengono in due parti: la prima è di controllo documentale e la seconda di azione. Le riprese televisive sono focalizzate sulla prima parte. Ricordiamo altresì che gli ispettori non hanno poteri coercitivi immediati, ma di audit. E l'audit ha evidenziato irregolarità che sono state risolte. Il sistema implementato da Gucci consente di remunerare adeguatamente il lavoro dei piccoli imprenditori artigiani a condizione che tutti gli attori coinvolti operino responsabilmente; studi commissionati all'interno del comitato di filiera hanno evidenziato che un laboratorio sano e gestito nel rispetto delle regole, consente al titolare un utile compreso tra l'8% e il 15%, retribuendo i lavoratori nell'assoluto rispetto dei contratti collettivi nazionali vigenti.

 

frida giannini patrizio di marco foto carbone gmt073frida giannini patrizio di marco foto carbone gmt073

Gucci è estranea a eventuali accordi tra fornitori di 1°e 2 livello, nel caso citato dal servizio tra Almax e Mondo Libero, non coerenti con le regole previste dal Protocollo sulla Filiera del 2009. La rappresentazione parziale e faziosa della realtà da parte di Report è quindi evidente e tende a stigmatizzare il comportamento di Gucci che invece è del tutto consono alle regole stabilite con le parti sociali”.

 

Nella presa di posizione e di difesa di Gucci non manca un accenno alla questione dei prezzi delle borse. “Per quanto riguarda il prezzo del prodotto, Report compara in maniera errata il prezzo di una borsa al pubblico con il costo di una singola fase di lavorazione. I 24 euro citati dal servizio si riferiscono solo all’assemblaggio parziale e non considerano minimamente, ad esempio, il costo della pelle, il costo del taglio, quello degli accessori, il confezionamento, la spedizione e tutto quanto necessario a rendere la borsa disponibile in negozio, fattori che moltiplicano fino a 25 volte quel numero - conclude il comunicato ufficiale - Gucci ribadisce fortemente la correttezza del proprio operato impegnandosi a rendere sempre più efficaci le azioni conseguenti alle ispezioni, che saranno sempre più numerose”.

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