LA VENDETTA DELLA “CULONA INCHIAVABILE”: ISPIRATRICE DEL BLITZ MONTI-NAPOLITANO 5- FORSE UN GIORNO QUALCUNO CI SPIEGHERÀ SE L’EX-COMUNISTA DEL QUIRINALE, HA FATTO TUTTO DA SOLO, OPPURE SI È SERVITO DI QUALCHE CONSIGLIERE OCCULTO 6- GOVERNO MONTI, SACRIFICI PRONTI: TAGLI ALLA POLITICA, L’ALLUNGAMENTO DELL’ETÀ PENSIONABILE, LA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE, UNA PATRIMONIALE E LE LIBERALIZZAZIONI

Non chiamatelo governicchio, governo di transizione, di emergenza, di salute pubblica perché quello che nascerà lunedì è a tutti gli effetti il Governo del Presidente, cioè di quell'arzillo vecchietto di 86 anni che ieri sera un altro arzillo vecchietto di 87anni, Eugenio Scalfari, ha definito davanti a Lilli Gruber "un genio della politica".

Forse un giorno qualcuno ci spiegherà se l'ex-comunista del Quirinale, il più amato dagli italiani, ha fatto tutto da solo, oppure se per abbattere il Muro di Arcore si è servito di qualche consigliere occulto.

Questa è materia per gli storici, ma di sicuro l'inquilino del Colle ha giocato la partita a scacchi più eccellente della vita e in perfetta sintonia con la massaia di Berlino, Angela Merkel. Nessun membro dello staff del Presidente e nessun corazziere arriverà mai a confermare questa tesi, ma non c'è dubbio che la Cancelliera, dileggiata dal Cavaliere libertino con gesti ed epiteti volgari, è stata l'ispiratrice del blitz che può portare Mario Monti a Palazzo Chigi.

La mossa del cavallo di Napolitano è stata la nomina a senatore a vita che spoglia il professore di Varese dai panni del tecnocrate e gli mette tra le mani un'investitura politica di cui il Quirinale è il garante assoluto.

A sciogliere le riserve del professore bocconiano pare che sia stato soprattutto l'invito, garbato e perentorio, a procedere senza indugi e senza una maggioranza stratosferica per arginare il crollo di credibilità e dei mercati. Adesso Monti sul quale la City, la BCE, il Fondo Monetario e il governo di Berlino hanno scommesso, può inoltrarsi nella foresta della politica sapendo di aver al suo fianco un Presidente disposto a mettere la sua firma su tutto anche su quei decreti che faranno piangere gli italiani.

E c'è da scommettere che tra i primi atti del futuro governo ci saranno i tagli alla politica, l'allungamento dell'età pensionabile, la lotta all'evasione fiscale, una patrimoniale sufficientemente equa e le liberalizzazioni. Nel pacchetto dovranno trovar posto anche misure per la crescita e per l'occupazione in modo da dare una risposta alla schiera di commissari europei vestiti di grigio che ieri sono scesi dai pullmini accolti dal saltellante Renatino Brunetta.

Il governo Monti vuol dire sacrifici pronti e la buona volontà degli italiani a donare il sangue nei prossimi mesi si dovrà misurare con la disponibilità dei partiti e di molti politici a mettere da parte i loro interessi. Sarà un'operazione difficile, non priva di insidie (qualcuno sta già rovistando nella gestione di Monti quando era Commissario a Bruxelles), ma la palla di neve che ieri sera intorno alle 19 è rotolata dal Quirinale sta diventando una valanga che sul Pdl e sull'opposizione. Per adesso l'unica cosa certa è che la palla di neve è servita a mettere con le spalle al muro Silvio Berlusconi, l'uomo che all'ultimo vertice di Cannes è stato schizzato dai potenti della Terra.

Sarebbe bene comunque capire quale è stata la pallottola d'argento che ha messo fine al "Truman Show" del Cavaliere che per 17 anni ha cercato di far sognare gli italiani. E qui sembra che il motivo scatenante sia stata ancora una volta la difesa dei propri interessi personali, l'antico vizietto che lo ha portato alle leggi ad personam e ad aziendam.

Dopo un inizio di giornata in cui sembrava che volesse chiudersi nel bunker indicando il nome del suo successore, Berlusconi si è alzato dal tavolo e la partita a scacchi è finita nelle mani di Napolitano. La domanda di fondo è questa: che cosa ha indotto il Presidente Patonza alla resa finale?

Nella sua infinita miseria Dagospia è riuscita a raccogliere qualche informazione che illumina la scena prima della calata del sipario. Sembra infatti che dopo il vertice famigliare con Confalonieri, Ermolli e i figli Marina e Piersilvio, a far tremare la statua del Cesare di Arcore sia stato il crollo in Borsa del titolo Mediaset, un segnale registrato con enorme preoccupazione nella galassia delle aziende che costituiscono l'impero.

A picchiare sulla cassaforte del Cavaliere controllata per il 38,9% da Fininvest, sono arrivati i fondi stranieri che fanno parte dell'azionariato. Il primo è il fondo canadese Mackenzie Cundill Investment che detiene il 3,44% di Mediaset, oltre ad alcune partecipazioni in altre realtà italiane come la Cir di De Benedetti e la Exor degli Agnelli.

Il secondo bulldozer che ha fatto tremare i vetri di Arcore e di Cologno Monzese è BlackRock, la più grande società di investimento nel mondo che ha sede a New York ed è presente tra i soci di Mediaset con un 2,28% di azioni. Stiamo parlando di un colosso che gestisce poco meno di 3.500 miliardi di dollari in tutto il mondo ed è presente con partecipazioni in molte aziende e banche italiane.

Da queste due roccaforti della finanza internazionale sono arrivati al quartier generale di Mediaset messaggi inequivocabili che i famigliari e i famigli del Cavaliere hanno trasmesso a Palazzo Chigi di enorme preoccupazione di fronte al rischio di vedere crollare l'impero televisivo e mediatico.

 

 

 

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