licenziamento

VIETARE I LICENZIAMENTI PER DECRETO PUÒ SEMBRARE UNA NORMA EQUA, MA PUÒ DISTRUGGERE LE AZIENDE. E SOLO RIMANDARE UNA BOMBA SOCIALE, FACENDOLA SCOPPIARE TUTTA INSIEME. SOPRATTUTTO VISTO CHE QUANDO SCADRÀ IL DIVIETO (17 AGOSTO) PER MOLTE IMPRESE LA CASSA INTEGRAZIONE SARÀ GIÀ FINITA - E POI C'È IL BUBBONE DEI CONTRATTI A TERMINE ''CREATI'' DAL DECRETO DIGNITÀ VOLUTO DA DI MAIO

 

Luca Cifoni per “il Messaggero

 

LICENZIAMENTO

C'è una bomba ad orologeria che potrebbe esplodere, quella dei licenziamenti. E in generale della perdita dei posti di lavoro che durante la fase di emergenza sanitaria il governo aveva provato a proteggere anche con misure straordinarie. Il decreto Rilancio ad esempio ha portato al 17 agosto la scadenza entro la quale sono vietati i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo, come il ridimensionarsi delle attività produttive. Subito dopo, in base alla normativa vigente, si potrà ricominciare a licenziare ed alle uscite fisiologiche accumulatesi in questo periodo si aggiungeranno quelle delle aziende che non sono in grado di ripartire, o che comunque valutano di doversi ridimensionare.

 

Per qualcuna già da prima potrebbe essersi esaurita la cassa integrazione: anche le quattro settimane che in base al nuovo decreto si possono anticipare rispetto al periodo settembre-ottobre non aumentano la dotazione complessiva che è di diciotto settimane. Per chi ha iniziato a marzo e ha utilizzato tutti i periodi disponibili, vuol dire più o meno metà luglio.

 

Il terzo fattore potenzialmente esplosivo è quello dei contratti a termine. Anche in questo caso è in vigore una norma di emergenza, che permette di rinnovare o prorogare fino al 30 agosto i contratti a termine in essere al 23 febbraio, senza necessità della specifica causale richiesta invece - dopo i 12 mesi di durata - dal decreto Dignità (il provvedimento entrato in vigore lo scorso anno per volontà dal Movimento Cinque Stelle che ha riformato le regole in materia).

decreto dignità licenziamenti

 

Proprio sui contratti a termine si è acceso lo contro politico. Il ministro Gualtieri ha indicato chiaramente la necessità di un ulteriore intervento, per evitare che il ritorno a vincoli restrittivi abbia come conseguenza la disoccupazione per molti degli interessati. In realtà una parte del Pd pensa ad una norma che vada anche al di là di una semplice ulteriore proroga e conceda una finestra temporale di alcuni mesi in cui le aziende possano stipulare senza causale nuovi contratti fino a 24 mesi.

 

Mentre Italia Viva punta a rivedere in profondità l'intero decreto Dignità. Nunzia Catalfo, ministra del Lavoro pentastellata, ha però già messo le mani avanti sostenendo che non si andrà oltre la norma del dl Rilancio, e dunque il 30 agosto. Catalfo vorrebbe invece estendere idealmente fino a fine anno sia il divieto di licenziamento sia la durata della cassa integrazione.

 

Ma al ministero dell'Economia sulla Cig c'è un'idea diversa: al massimo una proroga molto limitata e poi un meccanismo di decontribuzione, che incoraggi le imprese - soprattutto quelle dei settori più in difficoltà - a tenere i lavoratori ed eventualmente assumerne di nuovi. L'idea è far scattare l'esenzione contributiva totale per un periodo di alcuni mesi (da quattro a sei) per i contratti a tempo indeterminato. I datori di lavoro dovrebbero impegnarsi a mantenere quei livelli occupazionali per un periodo più lungo, da nove a dodici mesi.

 

LA DECONTRIBUZIONE

roberto gualtieri luigi di maio

Verrebbe quindi riproposto il meccanismo già adottato nel 2015 in contemporanea con l'entrata in vigore delle nuove regole contenute nel cosiddetto Jobs Act). In questo caso però non si tratterebbe di una misura generalizzata, ma di un intervento focalizzato su alcuni comparti produttivi - quelli in maggiore sofferenza a partire dal turismo - e piuttosto limitato nel tempo. Insomma la situazione è ancora fluida: in serata, ad allentare la tensione, fonti del dicastero dell'Economia hanno fatto sapere che i due ministri «stanno lavorando in modo congiunto alle misure necessarie a sostegno delle imprese dell'occupazione e di tutte le categorie di lavoratori per i prossimi mesi».

 

La sintesi dovrà essere inserita in un prossimo provvedimento, che però potrebbe richiedere il passaggio in Parlamento per l'autorizzazione ad un nuovo scostamento di bilancio.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?