smartphone schermo

E VOI, CONOSCETE L’OBSOLESCENZA PROGRAMMATA? ANCHE SE NON LA CONOSCETE, L’AVETE SUBITA - GABANELLI: ‘RIPARARE LO SCHERMO DI UNO SMARTPHONE DA 100 EURO PUÒ COSTARNE 115. E COSÌ IL 44% DEGLI APPARECCHI GUASTI DIVENTANO SPAZZATURA, SENZA NEMMENO UN TENTATIVO DI RIPARAZIONE - MA ORA LE AZIENDE CHE CREANO PRODOTTI CON DATA DI SCADENZA OCCULTA INIZIANO A ESSERE PUNITE, APPLE PER PRIMA…

 

Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera

 

Sapete qual è la differenza fra tutti noi e le grandi aziende? Che loro possono fare letteralmente quello che vogliono, e noi subire, perché tanto le leggi arrivano sempre dopo. Esempi: può capitare che uno smartphone cada per terra e lo schermo si rompa. Continua a funzionare, ma con il vetro rotto si vede male. Di solito uno va al centro assistenza più vicino a casa per farlo riparare. Prezzo di listino per la sostituzione del vetro di un cellulare di tre anni: 115 euro.

GABANELLI

 

Prezzo di mercato dello stesso telefono nuovo da acquistare in uno store online: 151 euro.

Su Amazon posso trovare alla stessa cifra addirittura un modello con caratteristiche più avanzate.

 

Allora perché un consumatore dovrebbe preferire riparare un oggetto piuttosto che prenderne uno nuovo e più moderno? Esistono perfino dei piccoli elettrodomestici impossibili da aggiustare in caso di malfunzionamento, come gli spazzolini elettrici tanto pubblicizzati in tv e in vendita nei negozi a 19,90 euro. Nel caso smettesse di funzionare la carica dalla batteria, ripararlo costerebbe ventidue euro.

 

La stessa cosa vale per tostapane o frullatori non di marca o importati dalla Cina.

Nel fortunato caso in cui un tecnico volesse metterci mano, sarebbe un' impresa trovare i pezzi di ricambio.

 

Nel 2000 in Italia c' erano seimila negozi dedicati alla riparazione degli elettrodomestici. Nel 2017 sono scesi a 4.500.

A Bologna, diciassette anni fa i tecnici specializzati erano cinquanta, oggi sono solo trentaquattro. In tutta la provincia di Crotone sono rimasti nove centri di assistenza aperti, nel 2010 erano venti.

 

drogati di smartphone

Ed è così che il 44% degli apparecchi elettronici ed elettrici guasti diventano spazzatura, senza aver fatto nemmeno un tentativo di riparazione. In Italia nell' ultimo anno le tonnellate di telefonini e computer buttati sono aumentate del 10%. Sul totale, il 79% di questi rifiuti proviene dall' uso domestico. Mentre solo il 21% è costituito da apparecchiature professionali.

 

Secondo uno studio commissionato dal Parlamento europeo il 77% dei consumatori preferirebbe riparare l' elettrodomestico prima di comprarne uno nuovo e il 90% vorrebbe che l' etichettatura dei prodotti indicasse in modo chiaro la durata di vita utile.

Invece lo studio dell' Agenzia per l' ambiente francese dimostra che l' 88% dei cellulari che sono stati sostituiti funzionano ancora.

 

smartphone

Eppure l' 86% dei francesi intervistati, alla domanda «prima di sostituire il cellulare rotto ha provato a farlo riparare?» ha risposto «no». A dimostrazione di quanto sia diffusa la convinzione sull' impossibilità di una riparazione. In effetti il piano delle aziende è un altro.

La strategia che definisce al momento della progettazione il ciclo di vita di un prodotto in modo da renderlo inservibile od obsoleto dopo un periodo di tempo prefissato, si chiama «obsolescenza programmata».

 

Dal 2015 in Francia è un reato punito con una pena di due anni di carcere e 300.000 euro di multa. La multa può variare in modo proporzionale ai vantaggi della violazione.

Grazie a questa legge sono partite una serie di class action contro la Apple, in cui 8.000 consumatori lamentano il rallentamento degli iPhone. L' azienda di Cupertino il 28 dicembre 2017 ha scritto una lettera di scuse ai clienti, spiegando che la riduzione della performance si è resa necessaria per evitare spegnimenti improvvisi dei device a seguito di un aggiornamento del software.

 

La denuncia era partita dalla lobby «Halte à l' obsolescence programmée» che replica così alla giustificazione di Apple: «Il problema rimane, loro non possono imporre il rallentamento degli apparecchi agli utenti». Adesso spetterà al giudice del Tribunale di Nanterre decidere se si tratta di obsolescenza programmata.

tecnici con lo smartphone

Sempre in Francia ci sono indagini aperte su diverse aziende produttrici di stampanti (fra cui Epson): segnalerebbero le cartucce come scariche, anche quando sono ancora piene di inchiostro dal 20% al 40%.

 

Con un po' di ritardo, anche la nostra Antitrust ha avviato due procedimenti per pratiche scorrette nei confronti di Samsung e Apple per aver posto in essere «una generale politica commerciale volta a ridurre nel tempo le prestazioni dei propri prodotti e indurre i consumatori ad acquistare nuove versioni».

 

È bene ricordare che quando si acquista un prodotto, si ha sempre diritto alla garanzia legale, che si tratti di un frullatore da dieci euro o di un elettrodomestico da mille euro. In Italia se nei ventiquattro mesi successivi all' acquisto si presentano dei danni al prodotto, il rivenditore deve ripararlo o sostituirlo, senza spese aggiuntive.

La durata della garanzia cambia da Paese a Paese: In Svezia tre anni, cinque in Islanda e Norvegia; per i beni di lunga durata si estende addirittura a sei anni in Irlanda, Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord.

 

Nell' estate del 2017 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che invita gli Stati membri a scoraggiare l' obsolescenza programmata promuovendo prodotti con un ciclo di vita più lungo e riparabili. Obbiettivo: creare nuovi posti di lavoro e ridurre il volume dei rifiuti elettronici.

 

batteria iphone 7

Gli eurodeputati hanno anche proposto alla Commissione europea di introdurre una «etichetta» che indichi la durabilità. In Italia, nell' ultima legislatura sono state presentate da Pd, M5S, Sel ben tre proposte di legge alla Camera.

 

 

Nei testi si prevede l' obbligo da parte dei produttori a dare informazioni sulla durata del prodotto e l' aumento della garanzia fino a cinque anni.

Comprese le sanzioni per quanti non rispettano le regole. Nessuna delle tre proposte è mai arrivata in discussione in Aula. Attendiamo il nuovo corso.

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)