elmahdi halili

COME SI DIVENTA UN TERRORISTA - IL 23ENNE ELMADHI HALILI, NATO IN ITALIA DA GENITORI TUNISINI, ERA UN RAGAZZINO TIMIDO E INTROVERSO, E’ CRESCIUTO ISOLATO DAI COMPAGNI DI CLASSE CHE LO PRENDEVANO IN GIRO PERCHE’ ERA BASSO - CRESCIUTO, SI E’ MESSO A RECLUTARE JIHADISTI DAL COMPUTER DI CASA - QUANDO E' STATO ARRESTATO HA DETTO: "SONO FIERO DI FINIRE IN CELLA PER ALLAH"

Giusi Fasano e Simona Lorenzetti per il “Corriere della Sera”

 

El Madhi Halili se ne stava ore e ore chiuso in camera davanti al computer. La sua vita era quasi tutta lì. Ogni tanto usciva, sì. Per andare in qualche call center di Torino o per raggiungere fisicamente le persone che aveva contattato via web. Pochissime le sue presenze nelle moschee.

ELMAHDI HALILI

 

La carta di identità di questo ragazzo, che negli ultimi 4-5 anni ha vissuto a pane e Stato Islamico, dice che è nato a Ciriè (Torino) a gennaio del 1995, nella sua vita ci sono genitori tunisini, una sorella e un fratello, un diploma da perito elettrotecnico e lavoretti saltuari, per provare a sbarcare il lunario.

 

Tutto questo, appunto, fino a quando le sue giornate hanno avuto un solo argomento: l'Isis. Dal ragazzo impacciato e solitario che era, è diventato un predicatore per pochi intimi e cioè i radicalizzati come lui che incontrava a Torino o in provincia in appartamenti che riteneva sicuri, non controllati. Si sbagliava.

 

Elmahdi Halili arresto

In quelle case teneva dei veri e propri sermoni che preparava con materiale scaricato da Internet, prendeva appunti a mano, su pezzi di carta simili ai pizzini della mafia, per appuntare i concetti fondamentali della sua personale Jihad. Come affrontare il nemico infedele, come fargli più male possibile, quale tipo di mezzo scegliere per un eventuale attentato su una strada affollata...

 

Un El Madhi completamente diverso dal bambino timido che è stato fra le valli del paesino in cui ha sempre vissuto, Lanzo. Cinquemila abitanti, un borgo antico dove tutti conoscono tutti. La sindaca Ernestina Assalto, per esempio. È un' insegnante della scuola media che lui frequentava e ricorda bene quel ragazzetto isolato dai compagni di classe.

Lo prendevano in giro perché era piccolo di statura, lo lasciavano solo a giocare, a fare i compiti. E anche i vicini: ricordano quell' adolescente che tirava calci al pallone in cortile, sempre da solo.

 

I suoi anni migliori, dal punto di vista delle relazioni umane, sono stati quelli del lavoro, per quanto saltuario fosse. Piccole occupazioni e perfino uno stage in Veneto che avevano fatto tirare un sospiro di sollievo alla sua famiglia, da sempre preoccupata per quel ragazzino così introverso.

ELMAHDI HALILI

 

Ma quel tempo è passato in fretta. A 18 anni El Madhi era già diventato un' altra persona.

Sempre isolato, sì. Ma a casa sua, nella sua stanza. C' erano giorni in cui dimenticava di mangiare per non abbandonare una delle sue ricerche nelle Rete. Tema fisso: lo Stato Islamico. «Mi documento» aveva spiegato lui stesso agli inquirenti all' epoca del suo primo arresto per apologia del reato di terrorismo. Era il 2015. Nel suo computer furono trovati file, contatti, video.

 

Uno dei documenti era una specie di relazione. «Sembra una difesa dell'Isis», gli contestarono i magistrati. «Non è vero, non è così» rispose lui, «volevo solo spiegare il contenuto di alcuni principi dell' Isis, non giustificarlo né difenderlo». Uscì da quel processo con un patteggiamento e quando tornò libero contraddisse quelle dichiarazioni nel giro di pochi giorni. La Digos del dottor Carlo Ambra l' ha tenuto sotto controllo per più di due anni, il risultato è l' arresto di ieri.

 

Elmahdi Halili

El Madhi si è preparato, diciamo così, come reclutatore di lupi solitari: li ha studiati, cercati, contattati via web e ne ha incontrati alcuni personalmente. Il suo autoindottrinamento è arrivato al punto di non ritorno: avrebbe potuto soltanto agire, a questo punto. Non lui di persona, probabilmente, ma i ragazzi fra i venti e i trent'anni con i quali ha preso contatti.

 

La sua barba lunga e il suo isolamento totale avevano riacceso la preoccupazione dei genitori che hanno provato in tutti i modi a cercare di recuperarlo. A cominciare da alcune stranezze, tipo: non voleva che sua madre toccasse il suo cibo, «per non contaminarlo». Ma per El Madhi la sua famiglia - che oggi prende le distanze da lui - era «troppo occidentale» mentre la cosa giusta era ascoltare i dettami dell' Isis. Il suo punto di riferimento: la rivista «Rumiyah» («Roma», in italiano) che fa propaganda sullo Stato Islamico.

 

Quando il portavoce dell' Isis è stato ucciso lui ha creato e pubblicato in sua memoria una compilation di brani islamici. Aveva competenze tecniche sufficienti per raggiungere deep link difficilissimi da intercettare. E giù a scaricare video di «infedeli» uccisi barbaramente, di proclami sulle azioni dell' Isis. Quando l' hanno arrestato, ieri mattina, ha detto: «Sono fiero di finire in cella per Allah», più tardi ha parlato in arabo: «Tiranni» ha urlato ai poliziotti prima di lasciare la questura. Destinazione: il carcere.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO