casamonica

CASAMONICA, BASTA LA PAROLA - “A ROMA SEMO I PIU’ FORTI: DOVE STAMO NOI, NESSUNO VIENE A ROMPE ER CAZ*O” – DALLE SALE SLOT AI RISTORANTI IN CENTRO FINO AL SOGNO DEL CINEMA: IL POTERE DEI CASAMONICA TRA RICICLAGGIO, USURA E SPACCIO DI DROGA – I LEGAMI E GLI AFFARI CON LE 'NDRINE…

F.A. e M.V. per la Repubblica - Roma

 

blitz contro i casamonica

C' erano i locali storici, cose che tutti sapevano essere loro. Simboli della loro famiglia. Come la palestra "Vulcano Gym" a Marino, riconducibile a Domenico Spada, pugile affermato e membro del clan, amico del senatore M5S Emanuele Dessì. Altra roccaforte e simbolo del potere sei Casamonica. Poi, la sala giochi All In Gaming, in via Tuscolana, a pochi passi da vicolo di Porta Furba. Era questa una delle centrali dello spaccio: vicina a casa di Ottavio Spada, uno degli arrestati, era qui che c' era «un viavai continuo» di consumatori, come raccontano gli inquirenti nell' ordinanza. E anche qui, un intestatario fittizio che gestiva la sala giochi e lo spaccio.

 

Poi c' erano locali nuovi, con i quali i Casamonica cercavano di fare affari e di riciclare i fiumi di denaro che venivano dai loro traffici illeciti. Locali che, ormai, non erano più solo a Porta Furba. Volevano estendersi, conquistare Roma, sbarcare in zone più remunerative. Tra i locali finiti sotto sequestro anche una serie di attività, formalmente non riconducibili a loro, ma di fatto gestite e di proprietà della famiglia: per questo il gip ha contestato anche l' intestazione fittizia.

 

casamonica

È il caso della discoteca di Testaccio, Om Club, in via di Libetta, secondo i carabinieri riconducibile a Giuseppe Casamonica (nonostante le quote siano intestate ad altri). Lo stesso vale per il ristorante Snob Fish Music Club, in vicolo delle Grotte, poco distante da Campo de' Fiori: per il gip anche quello rientra nel patrimonio del clan.

 

Poi, ancora, il centro estetico "Femme Fatale", in via Tuscolana 695. Secondo gli investigatori, e ce ne sono diverse prove nelle intercettazioni, il socio occulto era Liliana Casamonica.

 

Questi i business certi. Ma i Casamonica volevano prendersi la città. Per questo usavano anche il servizio di vigilanza fuori dai locali. Un modo per entrare, pian piano, all' interno delle società, il sospetto degli investigatori. Non sarà un caso che l' ordinanza citi anche il Palacavicchi sull' Appia e la famosa discoteca Chalet, dietro l' Olimpico, dove peraltro, i giovani Casamonica avevano il tavolo fisso. Poi c' erano le mire su Cinecittà.

 

casamonica

[...]

 

 

Ripulire il denaro era un' esigenza per i Casamonica.

LA VILLA CONFISCATA AI CASAMONICA

Ne facevano tanto. Per questo, spesso, investivano in oggetti di lusso. Macchine e orologi. Oltre ad oggetti di arredamento di dubbio gusto, ma senza dubbio costosi. La passione per i Rolex sembra far parte del dna familiare tanto che nell' ordinanza viene citata una foto su Facebook con i polsi di alcuni appartenenti alla famiglia: hanno tutti orologi di quella marca. [...]

 

I CASAMONICA: "SIAMO I PIÙ FORTI PERCHÉ TUTTI HANNO PAURA DI NOI"

Federica Angeli e Maria Elena Vincenzi per la Repubblica – Roma

 

LA ROMANINA - VILLA SEQUESTRATA AI CASAMONICA

«A Roma semo i più forti. È uscito mai un discorso che la gente parla di noi per farti capire? E che dice? Che siamo intelligenti? Ma hanno anche paura di noi». Parlava così uno dei Casamonica con un amico: cercava la conferma della loro forza, del loro potere.

 

Una potere esercitato con violenza, estorsioni e ostentazione di ricchezza. È una delle migliaia di conversazioni intercettate dai carabinieri di Frascati e riportate nell' ordinanza che ieri ha portato in manette 33 appartenenti al clan (4 sono ricercati) per associazione di stampo mafioso, estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, spaccio di droga. È la prima volta che questo reato viene contestato alla famiglia di origini sinti, uno dei « gruppi più potenti e radicati del Lazio».

 

CASAMONICA

La roccaforte di Porta Furba Un clan che aveva una roccaforte. Un luogo dove, anche ieri, i giornalisti che sono andati per fare interviste e sono stati minacciati. Come diceva uno degli arrestati: « Andò stamo noi, nessuno viene a rompe er c... o » . Scrive il gip Gaspare Sturzo nell' ordinanza: « Le vittime erano sottoposte a continue pressioni psichiche con chiamate continue, imposizioni di nuovi pagamenti di ulteriori ratei, minacciosi solleciti per assunti ritardi, oppressive richieste di appuntamenti, ordine di convocazione presso la roccaforte di vicolo di Porta Furba.

 

CASAMONICA

Questo era di solito l' ultimo atto della catena procedurale cui seguivano percosse e lesioni inferte ai debitori riottosi alle precedenti ingiunzioni verbali di cui s' è detto, o che si rifiutavano di ottemperare ai nuovi ordini di pagamento». Era qui, a Porta Furba, che i Casamonica vivevano, facevano i loro affari. Questo anche il quartiere generale dello spaccio della droga. E la popolazione della zona era sotto scacco: tutti descrivono i Casamonica come pericolosissimi. «Si aveva modo di ascoltare - si legge ancora nelle carte - come queste persone, vittime o meno dell' usura e delle estorsioni, abitanti dello stesso quartiere del clan, cioè l' Appio Tuscolano, erano state indotte dalla forza criminale di tale associazione a subire in silenzio le prepotenze/violenze della stessa, non denunciando mai».

blitz contro i casamonica

 

CASAMONICA

Il pizzo Era qui, alla periferia Sud- Est della capitale, nel loro quartiere generale che i Casamonica chiedevano il pizzo. Lo racconta chiaramente una delle vittime al procuratore aggiunto Michele Prestipino e al pubblico ministero Giovanni Musarò: « Io sono di Centocelle e la fama dei Casamonica è tristemente nota. È notorio che nelle zone in cui loro operano, tra cui vi è certamente la Romanina, chiedono il pizzo agli esercenti degli esercizi commerciali».

 

Come Gomorra Aprile 2014, una giovane Casamonica, Soniatella, scappa con il suo fidanzato e si sposa con il rito rom. Per i Casamonica è un affronto, tanto che Consiglio Casamonica decide di fare giustizia, andando a sparare contro la casa in cui viveva la famiglia del giovane. Fatto per il quale era stato arrestato. Quando, dopo 48 ore, è tornato a casa, racconta uno dei collaboratori: «Tutti lo aspettavano nel vicolo per festeggiare. Come nel film " Gomorra". Io stavo sul balconcino e mi veniva da ridere perché era un po' na sceneggiata. È entrato nel vicolo Luciano, con 'sto clacson a palla, da via Tuscolana e per tutto il vicolo, è sceso come se fosse un boss. E sotto c' erano tutti».

casamonicacasamonica

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO