rosalba livrerio bisceglia michele di bari

NELL’INCHIESTA CHE HA COINVOLTO ROSALBA LIVRERIO BISCEGLIA, MOGLIE DELL’ORMAI EX CAPO DEL DIPARTIMENTO LIBERTÀ CIVILI ED IMMIGRAZIONE DEL VIMINALE MICHELE DI BARI, L’ACCUSA SOSTIENE CHE LE AZIENDE AGRICOLE NON RISPETTAVANO I CONTRATTI - NIENTE STRAORDINARIO RETRIBUITO, NÉ SERVIZI IGIENICI IDONEI O PAUSE: I LAVORATORI VENIVANO IMPIEGATI SENZA DISPOSITIVI DI SICUREZZA - PER I PM, I BRACCIANTI ERANO ASSOLDATE DAI “CAPORALI” NEL GHETTO DI BORGO MEZZANONE, IN BASE ALLA MANODOPERA RICHIESTA DALLA MOGLIE DEL PREFETTO E POI…

Valeria D'autilia per “la Stampa”

 

Rosalba Livrerio Bisceglia

Una realtà agricola da generazioni, guidata da tre sorelle. Nel cuore del Parco del Gargano, tra uliveti, vigneti e distese di grano. «I campi vengono coltivati rispettando l'ecosistema ambientale, valorizzando le piante autoctone e tutelando la natura del territorio» si legge sul sito dell'azienda agricola Bisceglia.

 

MICHELE DI BARI

Ma per la procura di Foggia, che ha aperto un'inchiesta per caporalato, è qui che si annidano le pieghe dello sfruttamento. E nel mirino finisce una delle socie: Rosalba Livrerio Bisceglia, 55 anni, moglie del dimissionario capo del Dipartimento Libertà civili ed immigrazione del Viminale Michele Di Bari. Il prefetto, alla notizia del coinvolgimento della donna, ha rassegnato subito le sue dimissioni, accolte dal ministro dell'Interno Lamorgese.

 

Poi si è detto «dispiaciuto moltissimo per mia moglie che ha sempre assunto comportamenti improntati al rispetto della legalità», sottolineandone la «totale estraneità ai fatti contestati». La prossima settimana si attende l'interrogatorio di garanzia. Livrerio Bisceglia è indagata (con obbligo di dimora) insieme ad altre dieci persone, mentre cinque- tra caporali e imprenditori- sono state arrestate.

 

BRACCIANTI A LAVORO

Dieci in tutto le aziende coinvolte, per un volume d'affari annuo di 5 milioni. Ai lavoratori andavano circa 35 euro al giorno: una parte era per il caporale. «Si sente la coscienza a posto» fa sapere il suo avvocato, Gianluca Ursitti, che sta preparando la documentazione per la difesa, mentre ci tiene a specificare che, in questi ettari di terra, la maggior parte del lavoro è meccanizzato e l'impiego di manodopera, di conseguenza, marginale. «Abbiamo tutti i pagamenti tracciati. Per noi questa è condizione già necessaria e sufficiente per escludere la sussistenza del reato».

 

BRACCIANTI A LAVORO

Stando alle accuse, non si rispettavano i contratti: i lavoratori avrebbero ricevuto «la somma di 5,70 euro all'ora e il pagamento avveniva anche conteggiando il numero di cassoni raccolti». E poi niente straordinario retribuito, né servizi igienici idonei o pause (ad eccezione del pranzo). Ma ci sarebbe dell'altro: venivano impiegati senza dispositivi di sicurezza e «spesso non provvedendo alla loro assunzione formale e non controllando che i documenti corrispondessero effettivamente ai braccianti poi presenti sui campi».

 

BRACCIANTI A LAVORO

Proprio qui, erano sotto il controllo serrato del loro sfruttatore, Bakary Saidy. «Porta da Nico tutti i documenti» si legge nelle intercettazioni della Livrerio Bisceglia. «Devi portare prima perché così io devo fare ingaggi...e poi il giorno dopo iniziate a lavorare» dice a Saidy. Per gli inquirenti l'imprenditrice era «consapevole delle modalità delle condotte di reclutamento e sfruttamento».

 

Stando alle carte, le braccia venivano assoldate dal caporale nel ghetto di Borgo Mezzanone, in base alla manodopera richiesta dalla moglie del prefetto. Poi «venivano controllati e gestiti» da Matteo Bisceglia e «assunti tramite documenti forniti dal Saidy che riceveva il compenso da Livrerio Bisceglia». Soldi che il caporale distribuiva tra i migranti, facendosi pagare 5 euro per l'attività di intermediazione.

BRACCIANTI A LAVORO

 

«Noi, senza documenti, siamo andati via» racconta un bracciante, informando il suo superiore dell'ispezione dei carabinieri nell'azienda. Per il gip la conferma che alcuni di loro non erano assunti regolarmente e che erano fuggiti, proprio per eludere i controlli. In un'altra conversazione, è Bakary a dare indicazioni su come muoversi: «Quando andate al lavoro, portate la macchina in un posto lontano, non vicino a voi». Perché «quando il problema viene, nessuno si salva». Era settembre dell'anno scorso.

caporalato

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?