SORRISI PRIMITIVI - SEMBRA CHE I DENTISTI CI FOSSERO GIA’ NELL’ETA’ DELLA PIETRA – IN CROAZIA SONO STATI RITROVATI RESTI DI MOLARI CURATI DALL’UOMO DI NEANDERTHAL TRAMITE STRUMENTI APPUNTITI E RUDIMENTALI - PER GLI SCIENZATI “E’ LA PROVA CHE NON FOSSERO ESSERE COSI’ BRUTI...”
Giuliano Aluffi per “la Repubblica”
«Prego, il dottor Neanderthal l' aspetta nel suo studio». Non si sarà sentito rivolgere proprio queste parole l' individuo che 130 mila anni fa, nei pressi dell' attuale Krapina (Croazia), si fece curare i denti da un suo simile. Ma i segni trovati su quattro molari dal paleoantropologo David Frayer dell' Università del Kansas, mostrano un' abilità dentistica che conferma la recente reputazione dei Neanderthal come esseri non inferiori all' Homo sapiens, soltanto diversi.
«Il paziente aveva un dente del giudizio "incluso", deforme e non spuntato correttamente nell' arcata dentaria. Una condizione che può dare dolori molto forti: le scanalature, i graffi e i buchi che abbiamo descritto nel nuovo studio ci mostrano ripetuti tentativi di interventi "di precisione" con strumenti appuntiti» spiega Frayer. «Non segni accidentali, magari verificatisi a opera di animali dopo la morte dell' individuo, perché in diversi punti ci sono segni di ricrescita della dentina: sono tutti interventi fatti su un soggetto vivo».
Quella pubblicata da Frayer sul Bulletin of the International Association for Paleodontology è la più antica prova di patologia dentale con tentativi plurimi di cura, mentre nella valle dell' Omo (Etiopia) sono stati trovati esempi ancora più antichi di uso di un rudimentale stuzzicadenti - addirittura risalenti all' Homo habilis un milione e 800 mila anni fa - ma senza patologie evidenti. La novità dunque è che nel caso del Neanderthal di Krapina si ha la certezza di un' azione intenzionale e precisa per risolvere un problema.
«È une delle molte conferme che ormai abbiamo sul fatto che i Neanderthal non fossero dei bruti, ma avessero un' intelligenza e una padronanza cognitiva del mondo molto avanzate» osserva Telmo Pievani, filosofo e storico della scienza. «Il loro è stato soltanto un altro modo di essere umani. Che avessero imparato a medicarsi e fossero altruisti lo capiamo anche dai ritrovamenti di scheletri di Neanderthal anziani, che per sopravvivere così a lungo devono essere stati accuditi e curati per anni dai loro simili ». Scavi fatti in Spagna ci dicono poi che i Neanderthal sapevano curarsi con le piante: «Sono state trovate tra i loro denti tracce di camomilla, fiore che in sé è di gusto amaro e quindi poco appetibile come cibo. Tutto fa pensare che la bollissero per usarla come lenitivo contro il mal di denti».
Purtroppo la tecnologia delle otturazioni rimase sconosciuta ai nostri antichi "cugini": le prime, infatti, compaiono solo circa 13.000 anni fa in Italia, nel sito Riparo Fredian (Lucca), come ha mostrato uno studio di quest' anno condotto dalle Università di Bologna e Firenze, ed erano fatte di bitume, fibre vegetali e peli. «Magari non sapevano fare le otturazioni, ma i Neanderthal avevano una complessità culturale: abbellivano i loro corpi con pigmenti colorati e si mettevano penne tra i capelli a scopo ornamentale. E grazie al linguaggio potevano coordinarsi e dividersi compiti» commenta Pievani.
«La scoperta in Croazia è l' ennesima prova: ci vuole una buona organizzazione sociale per avere qualcuno che si occupi dei denti di chi soffre». Non si stupisce Giorgio Manzi, paleontologo alla Sapienza Università di Roma: «Sono passati oltre 150 anni da quando abbiamo iniziato a conoscere i Neanderthal e non smettono ancora di sorprenderci. Solo nell' ultimo anno li abbiamo visti arredare con stalattiti una profonda caverna in Francia e, al tempo stesso, da un sito in Belgio abbiamo (ri)scoperto le loro attitudini cannibali. Ora veniamo a sapere che praticavano anche una primordiale forma di odontoiatria. Formidabili! ».
