virginia raggi franco giampaoletti monnezza ama

AMA-GEDDON – ALTRE GRANE IN ARRIVO PER LA RAGGI: INDAGATO IL DIRETTORE GENERALE DEL CAMPIDOGLIO FRANCO GIAMPAOLETTI – L’ACCUSA È TENTATA CONCUSSIONE: AVREBBE ABUSATO DEL PROPRIO RUOLO PER CONVINCERE I VERTICI DELLA MUNICIPALIZZATA A NON CONTEGGIARE NEL BILANCIO UN CREDITO DA 18 MILIONI DI EURO, PORTANDO LA MUNICIPALIZZATA IN PERDITA – LE DIMISSIONI DELL’ASSESSORE MONTANARI E LA DEFENESTRAZIONE DEL PRESIDENTE BAGNACANI: POI UNO SI CHIEDE PERCHÉ ROMA È INVASA DALLA MONNEZZA

Michela Allegri per “il Messaggero”

 

FRANCO GIAMPAOLETTI 1

Pressioni sui vertici dell' Ama e sul dipartimento Ambiente per portare alla mancata approvazione del bilancio della municipalizzata. E l' inchiesta per tentata concussione aperta dalla procura di Roma, di nuovo, fa tremare il Campidoglio e le giunta pentastellata. Gli indagati sono in tutto tre e il primo nome è un pezzo da novanta del Comune targato M5S: Franco Giampaoletti, direttore generale del Campidoglio.

cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma

 

Ma potrebbe essere solo l' inizio. Sotto inchiesta anche Luigi Botteghi, ex ragioniere generale, e Giuseppe Labarile, funzionario addetto alle partecipate. Il reato ipotizzato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dalle pm Luigia Spinelli e Claudia Terracina è la tentata concussione: abusare del proprio ruolo per convincere i vertici della municipalizzata a non conteggiare nel bilancio 2017 un credito da 18 milioni di euro vantato da Ama nei confronti di Roma Capitale per i servizi cimiteriali, portando quindi la municipalizzata in perdita.

 

pinuccia montanari virginia raggi

Agli atti, gli esposti presentati dal presidente - defenestrato due giorni fa - di Ama, Lorenzo Bagnacani, e soprattutto i verbali dell' ex assessore all' Ambiente, Pinuccia Montanari, che ha rassegnato le dimissioni proprio dopo la bocciatura del bilancio. Entrambi sono stati sentiti come persone informate sui fatti.

 

LE PRESSIONI

Nei giorni scorsi davanti ai pm era stato il turno dell' ex direttrice del dipartimento Tutela ambiente, Rosalba Matassa, che ha lasciato l' incarico in dicembre. Ha raccontato che il direttore generale Giampaoletti le avrebbe fatto pressioni per certificare che alla municipalizzata non fossero dovuti i 18 milioni contesi.

 

FRANCO GIAMPAOLETTI

«Mi sono rifiutata e ho anche ricevuto un richiamo scritto», racconta ora. Una settimana fa, la Matassa ha scritto una lettera alla sindaca, protocollata in Comune il 14 febbraio. «Alcune strutture e dirigenti superiori, inspiegabilmente, hanno costantemente frapposto mille ostacoli o rallentamenti, a volte con maniera subdola e con atteggiamenti intimidatori che mal si addicono sia coloro che svolgono un pubblico servizio sia a chi professa la legalità e la trasparenza», si legge nel documento.

 

AMA ROMA

L' ex dirigente parla di «determine dirigenziali bloccate per mesi in Ragioneria», di «abusi di potere e azioni vessatorie». Una su tutte: «Ciò che da qualcuno non mi è stato perdonato è stato il resistere, nel corso degli ultimi mesi, alle pressioni esercitate nei miei confronti affinché fossi io lo strumento del mancato riconoscimento del credito vantato da Ama relativamente ai famosi 18 milioni di euro relativi ai Servizi cimiteriali».

 

Proprio questi atteggiamenti vessatori e minacciosi, raccontati dagli ex vertici del Dipartimento e della municipalizzata, per gli inquirenti potrebbero essere un tentativo di concussione a tutti gli effetti.

la sindaca virginia raggi sul red carpet del teatro dell opera (4)

 

IL PARERE

Nel mirino della procura, anche il dietrofront del collegio sindacale di Ama, presieduto da Mauro Lonardo, che è già stato ascoltato dai pm. Il 27 marzo, infatti, il consiglio di amministrazione della municipalizzata aveva approvato un bilancio con un lieve attivo, con l' ok del collegio sindacale, che nel primo parere non aveva rilevato anomalie. L' assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, però, sostenuto dal dg del Campidoglio, aveva contestato il credito di 18 milioni di euro sostenendo che fosse legato al passato (sindaci Veltroni o Rutelli) e che quindi non dovesse essere riconosciuto all' azienda, anche se le giunte precedenti a quella Raggi lo avevano fatto.

 

cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma 7

Un braccio di ferro che ha paralizzato la municipalizzata dei rifiuti per mesi, fino a quando il Cda ha optato per un compromesso: inserire quel credito in un fondo ad hoc. A quel punto, il collegio sindacale, il 29 dicembre scorso, ha cambiato il parere facendolo diventare negativo. Da qui la bocciatura del bilancio, le dimissioni dell' assessore Montanari - sentita dai pm il giorno dopo l' addio all' incarico - e la defenestrazione di Bagnacani, che aveva presentato un primo esposto già in novembre.

 

spazzatura a roma 9

GLI SVILUPPI

Ma l' inchiesta, condotta dal Comando provinciale della Guardia di finanza, è alle battute iniziali e potrebbe travolgere altri pezzi della giunta pentastellata. Le fiamme gialle hanno già acquisito documentazione utile alle indagini. Il primo punto da chiarire, confrontando documenti, pareri e delibere, è stabilire se i 18 milioni contesi fossero effettivamente dovuti alla municipalizzata. In quel caso, la mancata iscrizione a bilancio sarebbe stata, come sostengono alcuni testimoni, un atto contrario alla legge.

pinuccia montanaricassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma 3cassonetti pieni di spazzatura davanti alle scuole di roma

Ultimi Dagoreport

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?