antonio vivaldi

ANTONIO VIVALDI ERA UN PREDATORE SESSUALE? - SECONDO LA SCRITTRICE BRITANNICA HARRIET CONSTABLE, SÌ - IL COMPOSITORE AVREBBE ABUSATO, TANTO SESSUALMENTE QUANTO ARTISTICAMENTE, DELLE ALLIEVE DI "SANTA MARIA DELLA PIETÀ", UNO DEI QUATTRO OSPEDALI VENEZIANI, DOVE LE ORFANELLE DELLE FAMIGLIE POVERE VENIVANO CRESCIUTE - UNA DI LORO, ANNA MARIA, SAREBBE STATA L'AUTRICE SEGRETA DI MOLTE OPERE DEL "PRETE ROSSO"

Estratto dell'articolo di Alessandro Di Profio per “Il Venerdì – La Repubblica”

 

ANTONIO VIVALDI - 1

A queste orfane spesso invalide e sfigurate che dobbiamo essere grati per la composizione classica più famosa al mondo: “Le quattro stagioni”. La scrittrice britannica Harriet Constable non ha il minimo dubbio. E lo scrive nero su bianco. Nel suo romanzo L'orfana di Venezia, pubblicato in Italia da Piemme e in arrivo in altri sedici Paesi, Vivaldi è presentato come un predatore.

 

Le prime a farne le spese, tanto sessualmente quanto artisticamente, sarebbero state le allieve di Santa Maria della Pietà, uno dei quattro "ospedali" veneziani: si trattava in realtà di orfanotrofi per famiglie poverissime, dove le fanciulle più dotate erano destinate alla musica («figlie del coro») e le altre ai lavori domestici («figlie del comun»).

 

Una delle orfane è elevata a rango di protagonista da Constable: la violinista Anna Maria, che per la scrittrice fu inconfutabilmente l'autrice segreta di tante pagine di successo del Prete rosso, suo maestro. «Opera di fantasia» mette le mani avanti l'editore, pur giocando abilmente sull'ambiguità tra fonti storiche e licenze letterarie. E la tesi della giovane putta sfruttata dal compositore maschio senza scrupoli è stata presa molto sul serio dai giornali anglo-americani, dal Guardian al New York Times, che hanno recensito entusiasticamente il romanzo.

 

ORFANA DI VENEZIA - Harriet Constable

[...] Agli studiosi, la storia di Anna Maria è nota da tempo. Abbandonata alla Pietà nel 1696 dalla madre prostituta, visse ottantasei anni tra le mura dell'ospedale veneziano, un po' convento e un po' conservatorio, in cui le sue doti le permisero di accedere rapidamente alla casta delle «figlie del coro». La Constable modella la biografia della violinista di successo alle esigenze di una narrazione da bestseller, studiata a tavolino. La scrittura avanza impavida tra scivoloni e approssimazioni, triturando tutto quello che incontra. Non sa resistere alla tentazione d'immaginare nel 1710 un concerto a casa di Casanova: che il focoso scrittore-avventuriero non fosse ancora nato parrebbe un dettaglio.

 

E perché poi non mettere in prima fila, tra gli ammiratori di Vivaldi, personaggi noti come Caterina I di Russia, Corelli o ancora Rousseau? Sfortunatamente per la scrittrice, la zarina e il compositore romano di adozione non misero mai piede a Venezia, mentre il filosofo ginevrino ci andrà sì, ma una trentina di anni dopo. E a un lettore mediamente attento non sfuggiranno altre forzature. Ad esempio, non c'erano ancora fortepiani nella Serenissima nei primissimi del Settecento: la nuova invenzione di Cristofori (il «gravicembalo col piano e col forte») si sarebbe imposta solo sul finire del secolo. Le ragazze del coro beneficiavano inoltre di uno statuto a parte: per loro, dieta ricca e nessuna incombenza.

ANTONIO VIVALDI - 3

 

Quindi, i calli e le vesciche che Constable fantastica sulle mani di Anna Maria parrebbero destinati solo a commuovere. Così come il marchio P stampato sulle braccine dei neonati arrivati alla Pietà: per gli storici si tratta di una pratica inconsueta e comunque riservata solo alle bambine già grandicelle. Tanti, troppi arbìtri che fanno vacillare l'intero edificio.

[...]

 

Tra una prova e l'altra di Così fan tutte con la regia di Mario Martone, il direttore livornese dettaglia al Venerdì il suo punto di vista. «Constable avrebbe dovuto leggere il volume di Pier Giuseppe Gillio (L'attività musicale negli ospedali di Venezia nel Settecento, Olschki): circa 600 pagine che le avrebbero evitato una serie di brutte figure. Invece, abbiamo l'ennesima disinformazione, un'opera piena di stereotipi con un Settecento fasullo come per il recentissimo film Gloria! di Margherita Vicario: una zuppa di anacronismi».

 

Però, anche Alexandre Dumas si prende qualche libertà: perché non concedere a uno scrittore una certa disinvoltura con la storia? «L'aderenza ai fatti è la base di un romanzo storico. Poi, si può introdurre un collante, frutto dell'invenzione: le vicende di un personaggio, i suoi amori, i dialoghi... È un equilibrio difficile, ma necessario. Altrimenti, perché non scrivere direttamente fantascienza?».

 

ANTONIO VIVALDI - 2

In Lucietta, Sardelli alterna, non a caso, «fatti documentati» e «fatti immaginati»: un totale di ventinove capitoli seguiti da una nota sulle fonti. Insomma, non bara con il lettore che ha tutte le carte in mano per distinguere tra veridicità e finzione.

 

A differenza di Anna Maria, Lucietta non fa la vittima. Perché, per Sardelli, mai e poi mai Vivaldi avrebbe potuto scopiazzare i lavori delle sue allieve. «Le fonti sono chiarissime: solo le organiste avevano qualche nozione di armonia e contrappunto. Tutte le altre suonavano e basta (spesso più di uno strumento): la composizione non era proprio prevista dal piano di studi. Nessuna sarebbe mai stata in grado di scrivere musica al posto di un Vivaldi o di un Gasparini. Quando un maestro di coro era indisponibile veniva sostituito da un altro. Invece, due figlie erano copiste: un'attività ingrata, svolta spesso di notte grazie a fioche lampade a olio».  [...]

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."