domenico arcuri

ARCURI SI TOGLIE LA MASCHERINA E ALLUDE – L'EX COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L'EMERGENZA COVID SI SFOGA DOPO L’ASSOLUZIONE DALL’ACCUSA DI ABUSO DI UFFICIO (PERCHÉ IL REATO È STATO ABROGATO), NELL’INCHIESTA SULLA FORNITURA DI MASCHERINE DALLA CINA: “IO E I MIEI COLLABORATORI ABBIAMO RICEVUTO MOLTE TELEFONATE, CON PROPOSTE DI FORNITURA, ANCHE DA POLITICI, SOPRATTUTTO QUELLI CHE ERANO PIÙ LONTANI DALLA GESTIONE DELL’EMERGENZA E CHE MAGARI FACEVANO PARTE DI FORMAZIONI POLITICHE PIÙ PICCOLE. SONO SEMPRE STATI GENTILMENTE RESPINTI” (FUORI I NOMI!)

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

https://www.repubblica.it/cronaca/2025/02/03/news/domenico_arcuri_prosciolto_mascherine_covid_intervista-423978033/

 

Cominciò così.

DOMENICO ARCURI

«Una mattina, a metà marzo del 2020. Passeggiavo quando squilla il mio telefono. Era il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: mi chiedeva la disponibilità ad assumere l’incarico di commissario per l’emergenza. Poche ore dopo eravamo al lavoro».

 

Domenico Arcuri è stato il Caronte italiano della stagione del Covid. Ha preso la guida di un bus che correva sparato sul ciglio di un burrone: a bordo di quel bus c’erano gli italiani. È stato cercatissimo e poi odiatissimo, prima salvatore e poi capro espiatorio, era ovunque, poi è scomparso. Arcuri dopo quindici anni non è più il numero uno di Invitalia, è rimasto impigliato in un processo per abuso di ufficio, relativo alla fornitura di una partita di mascherine, dal quale è uscito con un proscioglimento. È la prima volta che parla dopo aver lasciato la struttura commissariale. «Mi sono autocondannato al silenzio».

 

CAMION MILITARI CON LE BARE A BERGAMO

Cosa è stata l’emergenza Covid, Arcuri?

«Il più grande disastro del dopo guerra».

 

C’è chi prova a negare. E alla maggior parte degli italiani sembra ormai tutto così lontano.

«Su chi nega: in Italia 25 milioni di positivi, 216mila morti, non si deve dire altro. Sul resto: abbiamo ancora gli occhi lucidi per chi non ce l’ha fatta. E, proprio nel loro onore e ricordo, c’è il dovere di non farci trovare impreparati, se dovesse accadere di nuovo. Credo debba essere il compito principale della commissione d’inchiesta».

 

[…]

 

Ha mai pensato: non ce la facciamo?

roberto speranza domenico arcuri

«Abbiamo lavorato per farcela. Mi spiegano subito che sono necessarie due cose, su tutte: dispositivi di protezione e respiratori per gli ospedali. Esisteva la concreta possibilità che gli ospedali collassassero. In Italia non ce n’erano.

Bisognava cercare all’estero».

 

Le mascherine cinesi.

«Partecipiamo a una vera guerra. Io metto delle regole: non si pagano acconti, ma i bonifici devono partire soltanto a carico effettuato. Serve il via libera di Cts e Dogane. Una notte chiudiamo un accordo cruciale con un fornitore orientale. La mattina dopo ci chiama: contratto saltato. Sono arrivati gli esponenti di un altro stato europeo e si sono presi le mascherine, pagando in contanti».

 

domenico arcuri by osho

Nessuno spreco? Nessun errore?

«Sì, sono stati anche commessi errori. Ma pochissimi, soprattutto in un rapporto tra l’entità del problema che si ha di fronte e il numero di sbagli. I fatti dicono che non c’è stata alcuna richiesta di rinvio a giudizio per corruzione o peculato, a fronte di una macchina che ha mosso miliardi. È un caso forse unico nella storia».

 

Ha mai ricevuto pressioni per gli acquisti?

«Io e i miei collaboratori, che mi sono restati vicino in questi anni, abbiamo ricevuto molte telefonate, con proposte di fornitura. Anche da politici, soprattutto quelli che erano più lontani dalla gestione dell’emergenza e che magari facevano parte di formazioni politiche più piccole. Sono sempre stati gentilmente respinti».

 

Le bare di Bergamo. Ci pensa?

esercito a bergamo per portare via le bare 3

«Mi ero dato una regola: non pensare alle vittime, al dolore dei loro familiari, non avrei retto. Ricordo tutto, però:: ogni sera nel nostro ufficio veniva una funzionaria del ministero della Salute con un foglio in cui c’erano i dati della giornata.

 

Sulle colonne c’era il numero dei morti, dei contagiati e dei posti in terapia intensiva per ogni Regione; in basso sulla destra c’era un solo numero: i ventilatori disponibili che potevano essere distribuiti quel giorno. Per quanto cercassi di essere statisticamente corretto, stavo decidendo dove era possibile vivere e dove morire. È una cosa che non bisogna augurare a nessuno».

 

[…]

 

domenico arcuri

Un miracolo: i vaccini.

«Un miracolo della scienza. E un trionfo dell’Unione europea. Sono loro a trovarli e distribuirli. A noi tocca farli arrivare nei vari punti di somministrazione».

 

L’Italia parte male. È uno dei motivi per cui lei viene sostituito.

«Non è vero. Quando io vengo avvicendato l’Italia è il primo o il secondo paese d’Europa nel rapporto tra vaccini ricevuti e somministrati. Il cambio di passo avviene perché i vaccini finalmente vengono inviati in grandi quantità e il nostro piano viene attuato con efficienza da chi gestirà la nuova stagione».

 

Si è chiesto perché viene sostituito dal generale Figliuolo?

«Vorrei sfatare una leggenda: prima che diventasse premier non avevo mai visto Giuseppe Conte. Ma gli sarò riconoscente per sempre: mi ha permesso di occuparmi del mio paese in una stagione drammatica. Quasi tutti l’hanno dimenticato. Lui no. Quando Conte va via, e arriva un nuovo governo, comprensibilmente, c’è una nuova sensibilità e si cambia tutto il vertice dell’emergenza. È stato un rischio. Ma le cose sono andate bene».

 

DOMENICO ARCURI 1

Le secca essere stato assolto perché il reato è stato abrogato?

«Molto. Con il mio avvocato Grazia Volo, a cui sono molto grato, avevamo scelto l’abbreviato per essere giudicato il prima possibile. Sapevo di non aver fatto nulla e volevo un’assoluzione nel merito ma purtroppo i tempi della giustizia sono stati troppo lunghi. Ma giustizia è stata». […]

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…