
ASSEDIO TOTALE ALL’IRAN – LA CONNESSIONE INTERNET È COMPLETAMENTE BLOCCATA, TRA ATTACCHI HACKER E RESTRIZIONI INTERNE IMPOSTE DA TEHERAN IN UN DISPERATO TENTATIVO DI BLOCCARE GLI INFILTRATI - IL MOSSAD HA DIMOSTRATO DI AVERE DECINE DI AGENTI SOTTO COPERTURA, E NE VUOLE ALTRI: HA INVIATO UN MESSAGGIO IN FARSI AGLI IRANIANI “PREOCCUPATI”: “CONTATTATECI” – DOPO QUASI 50ANNI DI REGIME, LA POPOLAZIONE È RASSEGNATA: NON C’È UN’OPPOSIZIONE REALE A KHAMENEI…
'INTERNET QUASI INTERAMENTE BLOCCATO IN IRAN'
(ANSA) - E' "quasi interamente bloccata" la connessione a Internet in Iran, secondo informazioni raccolte da NetBlocks, organismo britannico di sorveglianza del web. L'informazione segue ripetute segnalazioni rimbalzate al riguardo negli ultimi due giorni dal Paese. Non è chiaro se il blocco sia frutto di cyber-attacchi israeliani o anche di restrizioni interne imposte dalle autorità di Teheran in funzione anti-infiltrazioni.
IRAN: IL MESSAGGIO IN PERSIANO DELL'IDF, 'IRANIANI PREOCCUPATI CONTATTINO IL MOSSAD'
il discorso di ali khamenei dal bunker 2
(Adnkronos) - In un insolito comunicato in lingua persiana, le Idf hanno consigliato agli iraniani preoccupati per la situazione nel Paese di prendere in considerazione l'idea di contattare il Mossad.
"Cari cittadini iraniani - scrive l'esercito israeliano - Comprendiamo la vostra difficile situazione, data la durezza delle condizioni create dal regime. Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto molti messaggi da persone preoccupate per l'attuale futuro incerto. Persino coloro che si identificano come membri delle istituzioni per la sicurezza del regime ci hanno espresso paura, disperazione e rabbia per quanto sta accadendo in Iran e ci hanno chiesto di contattare le autorità israeliane, affinché l'Iran non subisca la stessa sorte del Libano e di Gaza".
"A questo punto, è necessario chiarire che non siamo l'autorità competente per tali richieste. Ma il minimo che possiamo fare è indirizzarvi tramite questo link al sito web del Mossad", prosegue l'Idf, includendo nel messaggio il collegamento alla pagina dei contatti dell'agenzia di spionaggio.
COME FUNZIONA LA RETE ISRAELIANA CHE COMUNICA CON GLI IRANIANI
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
Nell’esercito israeliano ci sono ufficiali che parlano in farsi. Ci sono esperti che gestiscono account sui social per discutere direttamente con gli iraniani e che in questo anno e mezzo di guerra su tutti fronti hanno spiegato le ragioni di Israele.
danni all centro di arricchimento dell uranio di natanz, in iran , dopo l attacco israeliano.
Ci sono iraniani che hanno lasciato la Repubblica islamica e si sono messi a lavorare in Israele per cercare un terreno comune, per aprire un varco tra le due società. Il varco esiste, ma non è certo il primo passo verso la rivoluzione. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha rivolto diversi appelli agli iraniani, lo fa da tempo, pensa di essere ascoltato.
“Lo fa per dimostrare che la guerra di Israele è contro il regime e non contro i cittadini. Ha un metodo che può funzionare, non parla di accordi, non parla di politica e si rivolge alla popolazione sottolineando tutte le conseguenze pratiche di essere guidati da un regime”, dice Alex Grinberg, ex comandante del dipartimento di ricerca dell’intelligence dell’esercito israeliano, esperto di Iran.
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il discorso di ali khamenei dal bunker
Come ha mostrato l’operazione Am Kelavi (“Leone che si erge”), Israele ha delle informazioni molto precise sull’Iran, molto di più di qualsiasi altra intelligence, anche degli americani che avevano sbagliato il livello di arricchimento dell’uranio raggiunto dal programma nucleare di Teheran.
Israele non dispone soltanto di informazioni militari, ma anche sociali. Ci sono agenti e funzionari dell’intelligence che vivono all’interno della società iraniana, che percepiscono la situazione, la voglia di cambiare o meno e finora i segnali raccolti hanno mostrato una popolazione sofferente e insoddisfatta, stanca del regime, ma non per questo pronta a rivoltarlo.
Difficile che la guerra cambi la situazione. “Il giorno dopo il primo attacco, i social si sono riempiti di scherzi, battute di iraniani che dicevano: abbiamo sentito esplosioni durante la notte, ci siamo spaventati, poi abbiamo capito che erano gli israeliani, che avevano fatto fuori un altro chierico e ci siamo rimessi a dormire. Non basta questo per valutare le basi per un cambio di regime. La protesta è qualcosa di molto diverso dalla volontà politica”, dice Grinberg, scettico sul ruolo di un’opposizione a Teheran.
“Non esiste un’opposizione iraniana nel senso di un movimento politico organizzato. Ci sono correnti che vivono all’estero, che diffidano l’una dell’altra, che accusano chi non la pensa come loro di essere agenti del regime. Alcuni che dicono di essere oppositori sono davvero agenti di Khamenei”.
esplosione vista da un jet di israele operazione rising lion
Anche la guerra ha diviso l’opposizione all’estero, tra chi ci vede una possibilità e chi ha accusato Israele. Grinberg ha origini russe, è nato in Unione sovietica e dice che le opposizioni iraniana e russa si somigliano molto, sono litigiose, incapaci di unirsi e di capire che la mancanza di unità è la principale debolezza che i regimi hanno sfruttato per anni.
Sono distaccate dai paesi di origine, incapaci di capire come si è evoluta la situazione per chi è rimasto. Grinberg traccia un parallelismo anche tra le popolazioni, prendendo in considerazione non i russi di oggi, ma i sovietici: “Chi odiava il regime non voleva fare niente per cambiarlo. Lo stesso in Iran, il fatto che la gente detesti Khamenei non vuol dire che si senta spronata ad agire per abbatterlo”.
l appello agli iraniani di benjamin netanyahu
Una grande differenza tra i due regimi è la loro struttura: “Vladimir Putin ha messo in piedi un potere verticale, lui è il sole, controlla tutto e ha legato tutti a sé. Ali Khamenei è la persona che prende l’ultima decisione, ma non ha lo stesso controllo su tutti gli apparati”.
Putin ha asservito le élite, ha neutralizzato il potere degli oligarchi. Per Khamenei il potere è in parte una questione di mediazioni tra correnti: l’ultima parola spetta a lui, le correnti che prendono il sopravvento possono variare.
“Israele sa che i cambiamenti non possono essere gestiti da remoto e nello stesso tempo non ci sono rivoluzioni partite dal basso: l’insoddisfazione genera spesso volontà di sopravvivere. Quando si verifica un cambiamento in un regime è perché le élite hanno visto un’alternativa, non si muovono senza sapere cosa accadrà dopo. Su queste basi è più facile prevedere che il regime di Khamenei sarà sostituito da un altro regime, più pragmatico, non necessariamente amico di Israele, ma che non farà dell’odio nei confronti di Israele la sua ragione di esistere”. […]
il discorso di ali khamenei dal bunker
Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran
Il comandante dei pasdaran Hossein Salami e il capo di Stato Maggiore Mohammad Bagheri
Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran - sito nucleare di Natanz
Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran – al sito nucleare di Natanz
Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran
benjamin netanyahu - attacco di israele all iran
benjamin netanyahu
il discorso di ali khamenei dal bunker