
NO NORDIO, NO PARTY – IL MINISTRO NORDIO, NEL PIENO DELLE CRITICHE DI TOGHE E OPPOSIZIONI PER LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, NON TROVA DI MEGLIO CHE RIVENDICARE “LA TANTO CRITICATA NORMA SUI RAVE PARTY: HA SANZIONATO UN FENOMENO INTOLLERABILE, CHE INFATTI È CESSATO” – IL GUARDASIGILLI DIFENDE LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E ATTACCA L’ANM: “IL SINDACATO DEI MAGISTRATI NON VUOLE PERDERE UN POTERE CORRENTIZIO CHE HA ESERCITATO, E MALAMENTE PER DECINE DI ANNI” – E, DOPO L’ENTRATA A GAMBA TESA SUL CASO GARLASCO (“È IRRAGIONEVOLE CHE DOPO DUE SENTENZE DI ASSOLUZIONE PER STASI SIA INTERVENUTA UNA CONDANNA SENZA RIFARE IL PROCESSO”) ANNUNCIA UNA MODIFICA DEL CODICE DI PROCEDURA PENALE: “È ALLO STUDIO”
Estratto dell’articolo di Paolo Festuccia e Francesco Grignetti per “la Stampa”
CARLO NORDIO AL QUESTION TIME AL SENATO
Il cantiere delle riforme in materia di giustizia non si ferma mai, con strascico quotidiano di polemiche, accuse, colpi bassi. La tabella di marcia di Carlo Nordio è sostanzialmente rispettata.
La separazione delle carriere è vicina. Più che una diversa organizzazione delle carriere di pubblici ministeri e giudici, però, al Guardasigilli sembra premere il ridimensionamento della magistratura associata.
Ministro, il governo procede speditamente sulla separazione delle carriere. I magistrati sostengono che sia un provvedimento punitivo. Molti osservatori insistono che tutto ciò non accorcerà nemmeno di un giorno la durata dei processi. Perché allora si fa?
CESARE PARODI E CARLO NORDIO CON LA SIGARETTA AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
«La riforma costituzionale riguarda due aspetti: la separazione delle carriere e la composizione del Csm con la costituzione di un'Alta Corte disciplinare completamente nuova. La separazione è la logica conseguenza del processo accusatorio voluto da Vassalli 40 anni fa, che si ispira al modello anglosassone, dove Pm e Giudici appartengono a parrocchie diverse.
Vederci un intento punitivo verso la magistratura è un'interpretazione divinatoria di puro intento polemico. Ma credo che l'Anm veda l'intento punitivo non tanto nella separazione delle carriere quanto nel sorteggio del Csm e nell'istituzione dell'Alta Corte disciplinare. E questo è sintomatico della riluttanza del sindacato a perdere un potere correntizio che ha esercitato, e malamente per decine di anni.
CARLO NORDIO CON UNO SPRITZ - MEME
Gli stessi magistrati denunciano la degenerazione delle correnti, e nel caso Palamara hanno usato espressioni forti come "verminaio" o "mercato delle vacche". Ecco, questa riforma ridurrà di molto il potere delle correnti [...]»
Dalla maggioranza più volte si è levata la voce che le toghe non pagano mai per le loro colpe. Eppure i dati del Csm dicono che la sezione disciplinare ha sanzionato con una percentuale del 42% i magistrati sottoposti a procedimento. Perché allora, se è vero che funziona la sezione disciplinare, si prevede un'Alta corte?
«Sul funzionamento della sezione disciplinare sono stati pubblicati vari commenti critici, a cominciare da quelli del professor Giuseppe Di Federico, massimo esperto del nostro ordinamento giudiziario.
La sezione si è sempre occupata di casi marginali, e non ha mai affrontato i gravi problemi che discendono dalla degenerazione correntizia, dove gli appartenenti si proteggono a vicenda. Il caso Palamara è emblematico.
Nessuno può ragionevolmente credere che si sia limitato all'ex presidente e ai pochi consiglieri che sono stai costretti allora a dimettersi. Se avesse voluto fare un'opera di vera trasparenza, la sezione avrebbe dovuto fare un indagine molto più esaustiva, esaminando tutte le intercettazioni di Palamara, e non valorizzando solo quelle che facevano comodo».
L'accusano di comportamento contraddittorio: lei aveva promesso una depenalizzazione dei reati minori, e invece il governo ha moltiplicato i reati. Perché?
«Perché i tempi mutano, come i comportamenti e le tecnologie. C'era un notevole vuoto di tutela in alcuni settori, si vedano l'occupazione abusiva di immobili, la violenza alle donne, le truffe informatiche, e lì siamo intervenuti.
La tanto criticata norma sui rave party ha sanzionato un fenomeno intollerabile, che infatti è cessato. Abbiamo anche eliminato alcuni reati, come l'abuso di ufficio, con enormi benefici alla pubblica amministrazione, restituendo serenità soprattutto ai sindaci».
A margine del caso Garlasco, lei ha annunciato che ci sarà una seconda stagione di riforme. Ha accennato alla necessità di un nuovo codice di procedura penale più consono al processo accusatorio e all'ordinamento giudiziario che sarà. Entro la fine della legislatura vedremo una sua proposta?
«Si, la riforma del codice di procedura penale è allo studio, e mira a ripristinare i principi liberali voluti da Giuliano Vassalli, eroe delle Resistenza e non sospetto di autoritarismi, il cui codice del 1988-89 è stato imbastardito e snaturato. Speriamo di farcela in questa legislatura».
GIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - ILLUSTRAZIONE - IL FATTO QUOTIDIANO
Proprio partendo dal caso concreto di Garlasco, lei ha accennato alla necessità di rivedere il sistema dell'appello. Occorrerà una nuova riforma costituzionale, dato che la Corte costituzionale ha cassato la legge Pecorella che impediva sic et simpliciter ai magistrati di fare appello in secondo grado dopo un'assoluzione in primo grado?
«Il caso Garlasco è emblematico. Non sono mai entrato nel merito e non intendo entrarci, ma ripeto che dopo una doppia assoluzione di un imputato è difficile condannare al di la di ogni ragionevole dubbio. I giuristi anglosassoni, dove vige il codice accusatorio, ci guardano perplessi, quando non ci ridono dietro. La riforma terrebbe comunque conto delle argomentazioni, peraltro risalenti a molti anni fa, della Corte Costituzionale. Ma anche la Corte, come la Cassazione, spesso ha cambiato idea. Soltanto il Verbum Domini manet in aeternum». […]
rave party abusivo alle porte di milano 5
giorgia meloni e cesare parodi - incontro tra anm e governo a palazzo chigi