voto di scambio

ANCHE LA SICILIA HA LA SUA “QUOTA CENTO” - SONO I CENTO INDAGATI PER VOTO DI SCAMBIO: COINVOLTI ASSESSORI, DEPUTATI, SINDACI, L’EX GOVERNATORE TOTÒ CUFFARO E GLI EX COORDINATORI DELLA LEGA NELL’ISOLA, ALESSANDRO PAGANO E ANGELO ATTAGUILE - L'INCHIESTA RICOSTRUISCE UN SISTEMA FONDATO SU FAVORI E PROMESSE DI POSTI DI LAVORO IN CAMBIO DI VOTI - NEL MIRINO LE ELEZIONI REGIONALI E COMUNALI DEL 2017

Da https://www.ilfattoquotidiano.it

 

toto cuffaro in carcere

Ci sono gli ex coordinatori della Lega in Sicilia, prima che Matteo Salvini inviasse un commissario sull’isola. Ma anche l’ex governatore Totò Cuffaro, che ha scontato cinque anni di carcere per favoreggiamento a Cosa nostra ed è stato scarcerato alla fine del 2015. E poi assessori regionali, sindaci, deputati dell’Assemblea regionale siciliana. È una maxi inchiesta per voto di scambio quella della procura di Termini Imerese.

 

L’inchiesta da 100 indagati – Sono 96 le persone alle quali è stato notificato un avviso di chiusura indagini da parte dell’ufficio inquirente in provincia di Palermo. Un atto che di solito è preludio della richiesta di rinvio a giudizio. L’indagine nasce dall’inchiesta sui fratelli Salvino e Mario Caputo: il primo è un ex deputato regionale di Forza Italia poi approdato alla Lega.

 

VOTO DI SCAMBIO

Il secondo era stato candidato al suo posto alle elezioni regionali del 2017. Il motivo? Il fratello più famoso non era candidabile a causa di una condanna passata in giudicato.  Ed è propria da quella vicenda che è nata l’inchiesta. L’indagine è stata avviata sulle elezioni regionali del 2017 ma si è poi allargata alle amministrative di Termini Imerese di due anni fa nelle quali è stato eletto il sindaco Francesco Giunta, sostenuto da uno schieramento di centrodestra.

 

Gli indagati: da Cuffaro ad Aricò – L’inchiesta del pm Annadomenica Gallucci ricostruisce un sistema fondato su favori e promesse di posti di lavoro in cambio di voti. E coinvolge Cuffaro, l’ex governatore scarcerato da poco più di due anni. L’avviso di conclusione dell’indagine è arrivato anche a un suo fedelissimo, l’attuale assessore regionale al Territorio Toto Cordaro, al capogruppo all’Ars di Diventerà Bellissima – il partito del governatore Nello Musumeci –  Alessandro Aricò, al sindaco di Termini Imerese Giunta, agli ex coordinatori della Lega in Sicilia, Alessandro Pagano e Angelo Attaguile.

 

VOTO DI SCAMBIO

I leghisti di Sicilia – I due ex luogotenenti di Matteo Salvini in Sicilia sono finiti indagati con l’accusa di essere ispiratori di un presunto presunto raggiro elettorale. La vicenda è legata al caso dei fratelli Salvino e Mario Caputo, il primo ex deputato regionale ed ex sindaco di Monreale, che a causa di una condanna definitiva non poteva essere candidato.

 

Al suo posto, come raccontò anche ilfattoquotidiano.it, era stato presentato il fratello ma per gli inquirenti la campagna elettorale venne organizzata con un unico obiettivo: manipolare la volontà degli elettor. Il nome di Mario Caputo era accompagnato nei manifesti dalla indicazione “detto Salvino” che avrebbe, secondo la Procura, indotto gli elettori a votare un candidato scambiandolo per l’altro. Per questo Attaguile, Pagano e i fratelli Caputo sono finiti indagati.

 

VOTO DI SCAMBIO

Voti in cambio di ammissioni all’università – L’inchiesta però ha documentato anche altro. Alcuni casi di assenteismo tra i dipendenti del comune di Termini e l’utilizzo di auto da parte del primo cittadino, indagato anche per peculato. E poi tuttoil sistema delle elezioni in Sicilia nel 2017: uno scenario in cui i voti venivano scambiati con promesse di posti di lavoro, esami di maturità, persino ammissioni ai test per facoltà a numero chiuso.

 

Coinvolti esponenti di schieramenti opposti Giuseppe Ferrarello, ex sindaco di Gangi, candidato alle regionali con il Pd, e Filippo Maria Tripoli, candidato alle regionale con la lista Popolari e autonomisti, sostenuto da Cuffaro. Proprio negli ultimi giorni Tripoli ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco di Bagheria: è appoggiato anche da una lista civica composta da esponenti del Pd.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)