cetto la qualunque giorgia meloni

"CETTO LA QUALUNQUE È IN REHAB, ORMAI È UN MODERATO" – ANTONIO ALBANESE STRONCA IL NUOVO CORSO MELONIANO – “VIVIAMO L’EPOCA DEL MINISTRO DELLA PAURA, QUELLO CHE DICE: 'UNA SOCIETÀ SENZA TERRORE È COME UNA CASA SENZA FONDAMENTA'. MA MANTENERE L’ORDINE COSÌ È UNA SOLUZIONE MEDIOCRE, DI POCO CORAGGIO. SE VOGLIAMO DIRLA TUTTA, ANCHE UN PO’ INFAME" - FARE IL COMICO È UN MESTIERE SERISSIMO. FAR RIDERE È BELLO, MA IO CREDO SI DEBBA ANCHE FAR NOTARE CIÒ SU CUI NON SOFFERMIAMO MAI LO SGUARDO..."

Estratto dell'articolo di Fiamma Tinelli per "Oggi"

 

cetto la qualunque

[...] Antonio Albanese e Virginia Raffaele sono i protagonisti di Un mondo a parte di Riccardo Milani, commedia di quelle che ridi (molto), ti dà da pensare e a un certo punto vengono utili pure i Kleenex. Albanese è Michele Cortese, maestro elementare intellettual-idealist-ambientalista che - stufo di Roma e del suo caos - si trasferisce in pieno inverno a insegnare in un paesello sui monti abruzzesi.

 

Raffaele è Agnese, vice preside dal cuore grande del locale istituto Cesidio Gentile detto Jurico (poeta e pastore), numero di pluriclassi una, alunni totali sette, nomi all’appello: Argita, Concezio, Aniceto. Marsicana spiccia, quando va a salvare da una tormenta di neve il neo collega giunto dalla capitale in giacchetta e mocassini, lo squadra sarcastica: «Tie’ fredd, sì? Eh, ’a montagna ’o fa». Tra lupi che ululano e stufe che non si accendono, Michele scoprirà che la vita di un borgo isolato è più dura di quanto sembri. E Agnese gli aprirà gli occhi: vista la scarsità di studenti la scuola è a rischio chiusura, e «se se ne vanno i bambini, questo paese muore».

 

giorgia meloni sventola il fax di luigi di maio sul mes in senato

Scena uno, interno giorno, campo medio. Risate. Seduti a pranzo, a Milano, durante una pausa del servizio fotografico che vedete in queste pagine, Antonio e Virginia (lui pizza, lei insalata) raccontano che girare questo film è stato davvero entrare in un mondo a parte. In primis, gli attori sono tutti stati scelti tra i veri abitanti del luogo, bambini compresi. «Gente meravigliosa».

 

Poi, Raffaele ha dovuto imparare il dialetto marsicano. Uno pensa: avrà fatto sei mesi di prove, col coach. Macché. «Sono arrivata una settimana prima, ogni tanto chiedevo: com’è che dite questo, voi? E giù dibattiti su parole e pronuncia che duravano mezz’ora». Ma il bello sono state le riprese. 

 

CETTO LA QUALUNQUE VS BERLUSCONI - VIDEO MEME GRANDE FLAGELLO

Sei settimane d’inverno a Opi, 379 anime in provincia dell’Aquila. «Metodo Milani: convocazione alle 6 del mattino, che sennò si scioglieva la neve, quindi sveglia alle 4. Un freddo porco, tre maglie termiche una sopra l’altra, per le 20 ero a letto stile suora laica, il giorno dopo daccapo». Sul set, Albanese era l’addetto all’intrattenimento dei bambini («Il primo giorno, in attesa del ciak, sfodero il mio pezzo forte, il verso del grillo. E questi, cresciuti tra boschi e prati: “Embè?”»).

 

Nelle pause, l’attore è diventato grande amico del macellaio Giuliano - che nel film è il papà di Cesidio - e per tenersi in forma ha avuto l’ambiziosa idea di affittare una mountain bike. «È durata due giorni». In compenso, racconta che durante un ciak (temperatura esterna -12° Celsius), gli si è avvicinato un cervo con un palco stupendo. «Per non spaventarlo camminavamo au ralenti.

giorgia meloni in senato 2

 

I suoi personaggi sono lo specchio del Paese. Ha detto che adesso le piacerebbe interpretare un soldato. Perché?

«Perché ne vedo un po’ troppi, in giro; sempre molto sicuri, mai un dubbio. La certezza della guerra mi spaventa, non è un bel momento. Mi guardo attorno e vedo una società slabbrata».

 

Cosa direbbe oggi Cetto la Qualunque?

«Cetto è in rehab, ormai è un moderato. Viviamo l’epoca del ministro della Paura, quello che dice: “Una società senza terrore è come una casa senza fondamenta”. Ma mantenere l’ordine così è una soluzione mediocre, di poco coraggio. Se vogliamo dirla tutta, anche un po’ infame».

giorgia meloni in senato 4

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…