
"CHRISTIE'S HA MENTITO, NON VOGLIO PAGARE IL PICASSO" - IL RICCO COLLEZIONISTA SASAN GHANDEHARI FA CAUSA ALLA CASA D'ASTE: AVREBBE MENTITO SULLA PROVENIENZA DEL L'OPERA "FEMME DANS UN ROCKING-CHAIR", DEL PITTORE SPAGNOLO. IN REALTÀ, IL DIPINTO SAREBBE APPARTENUTO A JOSÈ MESTRE, CONDANNATO PER TRAFFICO DI DROGA - DIETRO LA CAUSA, NON CI SONO RAGIONI ETICHE, MA SOLO ECONOMICHE: SE L'OPERA D'ARTE, PAGATA 14,5 MILIONI DI STERLINE, FOSSE APPARTENUTA A UN TRAFFICANTE DI STUPEFACENTI, IL SUO VALORE CROLLEREBBE…
Estratto dell’articolo di R.E. per “La Stampa”
Femme dans un rocking-chair di picasso
Se l'opera d'arte apparteneva a un trafficante di droga condannato, il suo valore crolla. E poco importa che l'opera in questione sia la "Femme dans un rocking-chair" di Picasso.
A sostenerlo è Sasan Ghandehari, ricco collezionista a capo di un venture capital con sede a Londra che ha intentato una causa alla casa d'aste Christie's per non aver rivelato l'identità del proprietario del capolavoro pagato 14,5 milioni di sterline.
A rivelare il caso è stato il Financial Times: il quadro apparteneva a Josè Mestre condannato nel 2014 dopo che la polizia aveva trovato 202 kg di cocaina nascosti su una sua nave.
Quando il fatto è emerso, Ghandehari ha chiesto a Christie's di annullare il contratto e di restituire i 4,8 milioni di sterline già come acconto, ma la casa d'aste si è opposta sottolineando di avere anche un obbligo di riservatezza nei confronti dei propri clienti, offerenti e acquirenti, ma di essere certa di «aver rispettato tutti gli obblighi legali e normativi in materia di due diligence dell'opera e del nostro venditore» che peraltro in quel momento era il figlio del condannato.
Femme dans un rocking-chair di picasso
Secondo Ghandehari, un alto dirigente della casa d'aste gli aveva assicurato che Mestre senior era deceduto e che «tutto era in regola» per quanto riguarda la storia della proprietà del dipinto. Ma dopo l'asta […] aveva scoperto che Mestre Sr «sembrava essere vivo ed era stato condannato per traffico di droga». Il collezionista ora non vuole che il suo denaro venga versato a Jose Sr o a qualsiasi persona a lui collegata, e accusa Christie's di aver fornito informazioni sulla proprietà e la provenienza del Picasso «palesemente fuorvianti». […]