
“CI METTONO TANTI OSTACOLI, MA “REPORT” RESTA LIBERO” – AL FESTIVAL DEL “LIBRO POSSIBILE” A POLIGNANO, SIGFRIDO RANUCCI NON ARRETRA DI UN PASSO: "HANNO TAGLIATO QUATTRO PUNTATE ALLA TRASMISSIONE. CREDO SIA LA PRIMA VOLTA CHE AVVIENE NELLA STORIA DELLA RAI ED È LA PRIMA VOLTA CHE “REPORT” VIENE PENALIZZATA. A NOI ARRIVANO QUERELE QUASI PER OGNI PUNTATA: È IL TERMOMETRO DI UN PAESE MALATO, ABITUATO A CONVIVERE CON I SUOI TANTI MALI DA CONSIDERARLI LA NORMALITÀ” – FOTO: RANUCCI CON MARCO TRAVAGLIO, CHE A POLIGNANO HA PRESENTATO IL SUO LIBRO
(di Francesca Pierleoni) (ANSA) - Al di là "degli ostacoli che vengono messi di volta in volta, tra spostamenti di palinsesto, accorciamenti, allungamenti, tagli, devo dire che quello che rende unito questo gruppo ed è straordinario è il progetto di essere in uno spazio libero, che continuerà ad esserlo finché ci sarà questa squadra". Lo dice Sigfrido Ranucci coautore e conduttore del programma d'inchiesta Report sui Rai 3. Il giornalista è stato fra i protagonisti dell'incontro 'Giornalismo d'inchiesta, tra doveri e responsabilità' a Il libro possibile, il festival sostenuto da Pirelli, in corso a Polignano a Mare.
marco travaglio a cena con Giorgia Messa
L'elemento che fa da collante a Report "è la condivisione di questo progetto straordinario, quello di incarnare lo spirito del servizio pubblico a servizio del pubblico che paga il canone, che è l'unico editore di riferimento: non può esserlo la politica, chi vince le elezioni, ma il pubblico che paga il canone. La maggior parte delle persone probabilmente neppure vota, ma ha comunque il diritto di essere rappresentata".
Ranucci, rispondendo alle domande dei colleghi accenna anche ai temi di contrasto nelle ultime settimane con la governance della Rai: "Hanno tagliato quattro puntate alla trasmissione d'inchiesta più amata dal pubblico, quella più accreditata. Credo sia la prima volta che avviene nella storia della Rai, è la prima volta che Report viene penalizzata. Non è vero che i tagli sono stati fatti a tutti e credo che ci sia stata una scelta a monte che ha nomi e cognomi".
SIGFRIDO RANUCCI AL PARLAMENTO EUROPEO
L'altra incognita è legata ai collaboratori precari di Report e di altre trasmissioni giornalistiche della Rai che attraverso una selezione potrebbero essere assunti nelle sedi regionali: "Il rischio per noi a Report è disperdere così un patrimonio di dieci anni, in cui abbiamo costruito persone specializzate nel giornalismo ed inchiesta con le risorse del servizio pubblico". Venendo ai temi dell'incontro al festival, "al giornalismo di inchiesta per poter essere credibile serve coraggio e indipendenza. E poi avere i mezzi per poterlo fare, perché è un giornalismo che ha delle peculiarità diverse rispetto a quello di dare semplicemente delle notizie. Fare inchieste richiede profondità, conoscenza, specializzazione, è un mestiere particolare all'interno del giornalismo".
A Report "arrivano querele quasi per ogni trasmissione. Questo è anche il termometro, secondo me, di un Paese malato e talmente abituato a convivere con i suoi tanti mali da considerarli la normalità. Io credo che l'antidoto sia il giornalismo libero, d'inchiesta, indipendente e per questo bisogna rafforzare soprattutto i colleghi della stampa locale. Noi non ci pensiamo, ma se è vero che questo è un corpo malato, i giornalisti locali ne sono gli anticorpi periferici, che devono intercettare il male prima il corpo venga distrutto. Invece sono pagati poco, quando li pagano.
marco travaglio a cena con Giorgia Messa
Molte volte sono lasciati in balìa di querele che spesso sono temerarie, non avendo alle spalle un'azienda come ce l'ho io, la Rai e mi sento molto fortunato da questo punto di vista. Spesso loro invece devono confrontarsi con persone che hanno legami con l'imprenditore di turno, il politico di turno, il criminale di turno. Noi dobbiamo dire grazie a questi cronisti. Il vero eroe nel mondo dell'informazione oggi è il giornalista locale".
Nella realtà attuale, per informarsi "lo strumento più agevole, più facile da consultare sicuramente è il web, che è un mezzo di grande libertà ma anche una sorta di bibliotecario ubriaco, nel senso che viene privilegiata non la verità di una notizia, ma la sua cliccabilità. Questo spesso non coincide con la verità e credo che il compito del giornalista sia quello di presidiare anche il web con credibilità, serietà e capacità di approfondimento.
Anche perché oggi noi vediamo internet invaso da monologhi dei politici che si fanno le loro trasmissioni, le loro rubriche. Le veicolano sui social senza contraddittorio e noi ogni volta è come se staccassimo l'assegno in bianco della nostra libertà, della nostra democrazia a queste persone".
sigfrido ranucci Giorgia Messa
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sigfrido ranucci Giorgia Messa