quarantena epidemia

COME IN GUERRA - IL GOVERNO NON PUÒ FINO IN FONDO DIRE QUELLO CHE VORREBBE DIRE: L'UNICA SPERANZA DI CONTENERE IL CORONAVIRUS È IL COPRIFUOCO IN TUTTA ITALIA - TENERE LE PERSONE DENTRO CASA, RESTRINGERE OGNI POSSIBILITÀ DI CONTATTO FISICO, NEUTRALIZZARE LA VITA SOCIALE - VISTO CHE NON SI PUÒ FARE COME IN CINA, DOVE È PIÙ SEMPLICE LIMITARE LA LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE INDIVIDUALE, LA SPERANZA È...

Ilario Lombardo per “la Stampa”

quarantena e posti di blocco a vo' euganeo 1

 

Il governo italiano non può fino in fondo dire quello che vorrebbe dire: l'unica speranza di contenere il coronavirus è il coprifuoco in tutta Italia, o quasi. Tenere le persone dentro casa il più possibile, restringere ogni possibilità di contatto fisico, neutralizzare o quasi la vita sociale. Guerra è la parola che ha usato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli.

«Vinciamo questa guerra se i nostri concittadini adottano comportamenti responsabili.

Cambiamo modo di vivere».

 

Se non si può fare ovviamente come in Cina, dove c' è un regime ed è più semplice limitare temporaneamente la libertà di circolazione individuale, l' invito che arriva dal governo è quello di compiere una sorta di autocoscienza collettiva.

quarantena e posti di blocco a vo' euganeo 2

 

Ed è contenuto nel punto C dell' articolo 2 («Misure di informazione e prevenzione sull' intero territorio nazionale») del secondo decreto, quello che riguarda l' intero territorio nazionale esclusa la parte finita nella zona rossa: «Si raccomanda di limitare la mobilità al di fuori dei propri luoghi di dimora abituale ai casi strettamente necessari». Questo passaggio nelle bozze del decreto che circolavano in serata era evidenziato in giallo.

 

Non riguarda solo gli anziani, o persone con patologie pregresse e più a rischio. Riguarda tutti gli italiani. «Restate a casa» è il senso del messaggio che il governo vuole far arrivare, anche con una nuova campagna informativa che è allo studio e verrà pubblicata a breve, in modo da entrare nel dettaglio delle nostre vite stravolte, vincere la guerra cambiando la nostra quotidianità. Uscire il meno possibile: per due settimane almeno, come ipotizza il virologo Roberto Burioni, forse per un mese, come pensano gli altri scienziati consultati dal governo.

quarantena nelle scuole in cina

 

L' intero Paese da ieri è mappato come zona gialla, con ulteriori forti restrizioni agli assembramenti e alle manifestazioni pubbliche, dopo quelle annunciate nei giorni scorsi. I suggerimenti dell' ultima settimana non sono bastati a fermare feste, il pienone in bar e ristoranti, e allora il premier Giuseppe Conte d' accordo con il comitato tecnico-scientifico e la Protezione civile è dovuto correre ai ripari.

 

L'esposizione al rischio di contagio va combattuta in tutti i modi. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha lasciato traccia della sua preoccupazione in un appello: «Serve un patto vero con i cittadini, che devono adottare comportamenti protetti per limitare la diffusione di questo virus: occorre essere molto ligi, è l' unica chiave per vincere questa sfida».

 

QUARANTENA

Già nel pomeriggio di ieri era chiaro in quale direzione si stesse andando. Eppure, per ore è stata esclusa sia la possibilità di sigillare la Lombardia e le 11 province più colpite, sia l' estensione a tutta Italia delle precauzioni di emergenza. Il bollettino dei nuovi contagiati, che ha superato i mille casi in un giorno, ha convinto in serata Conte a non rimandare più e a intervenire subito. Speranza è stato il primo a spingere sulla drammatizzazione delle misure.

 

La chiusura della Lombardia è un primo passo verso l' obiettivo che nelle ultime 48 ore è diventato è prioritario per il premier: evitare il contagio al Sud, dove il sistema sanitario collasserebbe subito, dove i reparti di terapia intensiva o sono esigui o non sono all' altezza. Il cordone sanitario a Nord avviato per decreto ieri serve a fare muro ma potrebbe non bastare. Tra i governatori, che avevano chiesto limitazioni ancora più draconiane, e diversi esponenti del governo è in corso una discussione su alcuni passaggi del decreto. L' assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera chiede di fermare la mobilità, mentre invece nel testo delle bozze si lascia ampio margine di interpretazione su treni, aerei, trasporto locale, per «indifferibili esigenze lavorative».

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