
ECCO COME NEGOZIA VLADIMIR PUTIN: CON UNA PIOGGIA DI DRONI – LA RUSSIA NELLE NOTTE HA LANCIATO 273 VELIVOLI SENZA PILOTA DI VARIO TIPO, INCLUSI QUELLI KAMIKAZE IRANIANI, SHAHED, SULL’UCRAINA: È IL RECORD DALL’INIZIO DELLA GUERRA – DOMANI “MAD VLAD” RICEVERÀ LA TELEFONATA DI TRUMP, CHE SERVE SOLO AL TYCOON PER FINGERE DI ESSERE IN GRADO DI SMUOVERE LO ZAR DI MOSCA. MA LA REALTÀ È CHE LA PACE NON È VICINA: IL CREMLINO NON SI VUOLE FERMARE (PERCHÉ DOVREBBE? VUOLE AVANZARE ANCORA SUL TERRENO) E L’UCRAINA NON VUOLE ARRENDERSI PER ESSERE SMEMBRATA…
RECORD DI 273 DRONI RUSSI SULL'UCRAINA, 88 ABBATTUTI
(ANSA) - Le forze russe hanno lanciato la notte scorsa sull'Ucraina un record di 273 droni di vario tipo, inclusi i kamikaze Shahed: lo ha reso noto siu Telegram l'Aeronautica militare di Kiev, aggiungendo che 88 sono stati abbattuti e 128 droni-esca sono caduti in zone aperte.
I velivoli senza pilota intercettati sono stati distrutti nell'est, nel nord e nel centro del Paese. Nell'attacco sono state colpite le regioni di Kiev, Dnipropetrovsk e Donetsk. Il record precedente risale alla notte del 23 febbraio scorso, quando i russi attaccarono con missili balistici e 267 droni.
MINIBUS COLPITO DA UN DRONE RUSSO A SUMY IN UCRAINA
IL TEATRINO DELLO ZAR CHE MANIPOLA GLI USA TUTTO SCRITTO PER LA VANITÀ DI DONALD
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”
L'annuncio di Donald Trump di una telefonata a Vladimir Putin per «far finire il bagno di sangue» ha ridato vita a una sceneggiatura che sembrava essersi esaurita prematuramente già dopo le prime puntate. Il plot inconcludente del negoziato di Istanbul dei giorni scorsi ora ha un nuovo intrigo, un'iniezione di suspence, che probabilmente era proprio l'obiettivo che il presidente americano si poneva.
Del resto, le prove di trattativa che si sono tenute in Turchia, nonostante le aspettative che possono aver generato, avevano un solo scopo e un solo spettatore al quale erano destinate: sia Putin, sia Volodymyr Zelensky dovevano dimostrare al padrone della Casa Bianca che non erano loro a non volere la tregua, scaricando possibilmente la responsabilità sull'avversario.
[…] Se l'obiettivo era portare in Ucraina una tregua, se non la pace, si è trattato di uno spreco enorme di risorse politiche e diplomatiche, a vantaggio di una diplomazia che mette l'impatto mediatico davanti al risultato concreto […].
La realtà, in tutti questi giorni di ping pong di iniziative – la tregua incondizionata proposta dagli americani e dagli europei insieme a Kyiv, la controfferta di un negoziato diretto di Putin, la posta alzata da Zelensky con l'invito al dittatore russo di presentarsi di persona a Istanbul – non è mai cambiata: il Cremlino non vuole fermare la guerra, l'Ucraina non vuole capitolare e venire smembrata.
La promessa del capo della delegazione russa Vladimir Medinsky di una Russia che «può continuare a combattere per l'eternità», la minaccia dell'ex presidente russo Dmitry Medvedev che «un ultimatum per costringerci a negoziare può portare a una guerra ancora peggiore», la lista delle pretese territoriali che Putin ha spedito a Istanbul, pretendendo di ottenere quattro regioni ucraine nemmeno conquistate dalle truppe russe e minacciando che la prossima volta ne chiederà cinque o sei: il Cremlino non ha fatto nulla per mostrare di essere pronto a negoziare una pace, nemmeno un gesto di circostanza come uno stop ai bombardamenti delle città ucraine. […]
VLADIMIR PUTIN E DONALD TRUMP AL G20 DI OSAKA, IN GIAPPONE, NEL 2019
L'idea che sedersi a un tavolo e guardarsi negli occhi possa cambiare qualcosa appartiene di nuovo a una visione del mondo da sceneggiatore di un reality: le posizioni di Mosca e di Kyiv erano perfettamente note, anche perché ovviamente i contatti tra i due – lontano dai riflettori, come tutti i negoziati seri – non si sono mai interrotti.
Per tutto il resto «esiste Internet», come ha commentato qualche giorno fa Zelensky, ricordando che un cambiamento di posizione si può segnalare anche con una telefonata.
Al Cremlino ovviamente conviene avere come interlocutore un presidente americano convinto che soltanto un suo intervento personale possa fermare la guerra. Anche perché Putin non ha nessuna intenzione di fermarsi, meno che mai adesso che crede di poter spaccare il fronte occidentale e convincere il suo collega americano [..] a lasciar perdere l'Ucraina per dedicarsi a nuovi affari insieme.
MEME SULL INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY A SAN PIETRO BY EMAN RUS
NEGOZIATI USA-RUSSIA-UCRAINA A ISTANBUL
droni ucraini attaccano mosca 4
droni russi attaccano dnipro
drone russo attacca la centrale nucleare di chernobyl
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