roma - movida e droga a san lorenzo

COME RIFARSI UNA VITA A 70 ANNI? FACENDO LO SPACCIATORE! - E’ QUELLO CHE SUCCEDE A ROMA, NEL QUARTIERE SAN LORENZO, DOVE IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA COCAINA E’ UN 71ENNE E CON LUI IN CASA C’ERANO ALTRI DUE UOMINI DI 80 E 74 ANNI - ALL’ARRIVO DEI “FALCHI” UNO S’E’ GIUSTIFICATO: “SONO UN PENSIONATO, EX DIPENDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI…”

Marco Pasqua per “il Messaggero”

 

L'operazione movida pulita scatta mentre gli spacciatori, i camminatori, quelli che macinano ogni sera chilometri alla ricerca di potenziali clienti, hanno già iniziato ad infestare le strade di San Lorenzo. Quartiere universitario, cuore metropolitano della movida alcolica e tossica, dove i cocktail venduti dai locali anche in violazione dell'ordinanza del Comune, si sommano all' hashish e alla cocaina offerte in questo supermarket dell'illegalità a cielo aperto.

 

ROMA - MOVIDA E DROGA A SAN LORENZO

La Siena Monza 22 (sigla di uno dei mezzi impiegati dai Falchi, ovvero dagli uomini della Sesta sezione della Squadra mobile, quella di contrasto al crimine diffuso) lascia il cortile della Questura, in via di San Vitale, mentre un altro equipaggio è già mimetizzato tra i cacciatori di erba, in piazza dell' Immacolata.

 

LA SQUADRA

I Falchi, che a Roma sono guidati da Andrea Proietti, giovane dirigente proveniente dal Reparto Volanti, sono speciali anche per il look, molto street-criminal: impossibile riconoscerli in un gruppo di spacciatori/clienti. Braccia tatuate, teschi d'oro al collo, cappellini da baseball, jeans strappati: sono tra i pochi corpi ad essere dispensati, quasi sempre, dall'indossare la divisa.

 

ROMA - MOVIDA E DROGA A SAN LORENZO

E il motivo è scontato: devono convincere un pusher a cedere loro quella droga, che lo farà finire diretto in carcere. In via dei Marsi, attaccato al muro, c'è ancora un cartello affisso dai residenti: «Vogliamo un quartiere pulito, senza chiasso, insicurezza, schifo notturno e degrado». La movida molesta, quella delle notti insonni, è difficile da estirpare, nonostante le misure straordinarie messe in campo da Prefettura e Comune. Le forze dell' ordine, da tempo, hanno messo sotto controllo ogni vicolo di San Lorenzo, tanto che i camminatori hanno vita sempre più difficile.

 

I più sono guardinghi, si avvicinano provocatoriamente a chi pensano possa essere un agente in borghese: «Hai da accendere?». Ma i Falchi sanno anche che la loro prima virtù è la pazienza. Seduti ai bar ad osservare gli spacciatori, hanno sangue freddo da vendere, mentre aspettano il momento giusto per intervenire. Alcune operazioni possono durare anche giorni e notti, con appostamenti sui tetti dei palazzi, tra le auto o negli scantinati.

 

ROMA - MOVIDA E DROGA A SAN LORENZO

Gli spacciatori non si muovono mai soli: il camminatore è quello che prende contatto con il cliente qui a San Lorenzo quasi sempre under 30, anche minorenni -, prende il suo ordine, e poi si fa consegnare la merce da un altro pusher. In alcuni casi c'è addirittura un terzo, il cassiere. In linea di massima, gli agenti hanno imparato che chi trasporta con sé la droga quasi mai sopra i 10/15 grammi - non ha i soldi.

 

Un modo per depistare le forze dell'ordine, quando vengono perquisiti. Ma non è con i pusher che i Falchi vanno a dama: sono i clienti, spesso, a portarli diretti alle centrali della droga. E non solo qui, ma anche nei quartieri dove lo spaccio è la prima fonte di reddito per tanti criminali: San Basilio, Tor Bella Monaca, la Tiburtina. Questa sera è la telefonata nervosa di un ragazzo, davanti ad un cancello, a far insospettire due agenti in borghese. «Documenti, per favore», dice l'agente tatuato. Con la perquisizione, ecco spuntare fuori qualche grammo di coca. «Dove l'hai presa?», chiede il poliziotto. La risposta non si fa attendere: «In via dei Volsci», con tanto di civico. «Lì mi rifornisco da un anno: c'è un anziano che abita al piano interrato».

 

L'IRRUZIONE

ROMA - MOVIDA E DROGA A SAN LORENZO

Gli agenti decidono di convergere, con discrezione, sul bersaglio. Inizia l'appostamento in uno scantinato confinante con la porta blindata di accesso alla casa. «Se suonassimo o se buttassimo giù la porta, gli spacciatori avrebbero tempo di buttare via la droga», spiegano. I pusher quasi sempre, hanno preso in affitto (in nero) un appartamento, in modo da non lasciare traccia.

 

Solo dopo due ore di attesa, la porta si apre, nel cuore della notte: è allora che quattro agenti dei Falchi piombano nella casa e si accertano che nessuno getti via la sostanza stupefacente. Il pusher indicato dal giovane acquirente pizzicato dalla polizia, ha 71 anni, la schiena completamente tatuata. Gli agenti trovano subito un bilancino, dei ritagli sulle buste tipici del confezionamento delle dosi e la mannite, una sostanza usata per tagliare la cocaina. Gli altri due uomini trovati nella casa, hanno 80 e 74 anni.

 

«Ma questa la usiamo per noi», si giustifica l' inquilino. Gli agenti non gli credono e, in tasca, gli trovano i soldi proventi dello spaccio. «Sono un pensionato, ex dipendente della Camera dei deputati», spiega l' anziano spacciatore. «Oltre a chi spaccia perché ha un profilo criminale spiega Proietti ci imbattiamo, sempre più spesso, in persone che hanno un lavoro normale o in pensionati che hanno deciso di crearsi una piccola rete».

COCAINA

 

Mentre gli agenti perquisiscono la casa del pusher 70enne, altri pedinano i nordafricani che presidiano le vie principali del quartiere: algerini, marocchini, tunisini, spacciano due, tre canne a cliente. E se finiscono nella rete della polizia, vengono sostituiti in meno di 24 ore. «Sono pesci piccoli, noi puntiamo a chi li comanda», spiegano i Falchi, mentre tornano in Questura pronti per pianificare il prossimo blitz nei supermarket della droga.

 

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte matteo ricci

FLASH – È ALTAMENTE PROBABILE CHE MATTEO RICCI, CANDIDATO DEL CAMPO LARGO ALLA REGIONE MARCHE, SIA PROSCIOLTO  DALL’ACCUSA DI CORRUZIONE NELL’INCHIESTA “AFFIDOPOLI” A PESARO, PRIMA DELLE ELEZIONI REGIONALI, PREVISTE PER IL 28-29 SETTEMBRE. È LA RASSICURAZIONE CHE VOLEVA GIUSEPPE CONTE, PER SCIOGLIERE LA RISERVA DEL SOSTEGNO DEL M5S ALL’EX SINDACO DI PESARO. E INFATTI OGGI PEPPINIELLO HA DATO IL SUO VIA LIBERA: “NON VEDIAMO ALCUNA RAGIONE PER CHIEDERE A MATTEO RICCI UN PASSO INDIETRO. SAREBBE UN BRUTTO PRECEDENTE. NON CI SONO ELEMENTI A CARICO DELLA SUA COLPEVOLEZZA

emmanuel macron john elkann donald trump

DAGOREPORT – A PARIGI SI VOCIFERA CHE MACRON SIA UN PO' INCAZZATO CON JOHN ELKANN PER LA SUA AMERICANIZZAZIONE FILO-TRUMP (VEDI LA VISITA CON LA JUVE AL SEGUITO, ALLA CASA BIANCA) - IN BALLO LA GESTIONE DI STELLANTIS, GRUPPO AUTOMOBILISTICO DI CUI LA FRANCIA POSSIEDE IL 6,2%: DOPO TAVARES, MACRON VOLEVA UN CEO FRANCESE MA TRUMP SI E' OPPOSTO, ED E' ARRIVATO L’ITALIANO FILOSA - I CONTI IN ROSSO DI STELLANTIS PREOCCUPANO YAKI, COME DEL RESTO L’EDITORIA CHE NON GENERA PROFITTI MA SOLO ROGNE COL GOVERNO MELONI. E A PRENDERSI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NON CI PENSA PIU' NESSUNO (IMPOSSIBILE RIBALTARE LA LORO LINEA ANTI-GOVERNATIVA) - LA TENTAZIONE DI ELKANN DI MOLLARE TUTTO PER DEDICARSI AGLI INVESTIMENTI FINANZIARI DI EXOR È OGNI GIORNO PIU' ALTA, MA LA SOLUZIONE STENTA, PER ORA, A FARSI AVANTI...

ursula von der leyen donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT - COME MAI IL SEMPRE LOQUACE EMMANUEL MACRON TACE DI FRONTE ALL’UMILIAZIONE EUROPEA CON TRUMP SUI DAZI? IL TOYBOY DELL’ELISEO, CHE SI È SPESO PER NON SCENDERE A COMPROMESSI CON IL TYCOON (ERA IL FAUTORE DELLA LINEA DURA, CONTRO QUELLA MORBIDA PROPUGNATA DAL DUO MELONI-MERZ), HA PREFERITO CONTATTARE DIRETTAMENTE URSULA VON DER LEYEN. E LE HA POSTO TRE DOMANDE: 1) HAI PARLATO CON TRUMP DELLA WEB TAX? 2) CHI FIRMERÀ L’ACCORDO MONSTRE PER L’ACQUISTO DI 750 MILIARDI IN ENERGIA USA? 3) CHE FINE FANNO I CONTRATTI GIÀ FIRMATI CON ALGERIA, QATAR, AZERBAIGIAN? LI STRACCIAMO?

giorgia meloni

DAGOREPORT - DOPO TRE ANNI DI FANFARE E BACI, UNA MELONI IN COSÌ TOTALE DIFFICOLTÀ NON S'ERA MAI VISTA - PER ESSERE COERENTE AL SUO ATTEGGIAMENTO DA "PONTIERA" USA-UE, FAVOREVOLE ALLA TRATTATIVA IN GINOCCHIO DI URSULA CON IL BOSS DELLA CASA BIANCA, MELONI È FINITA NEL TRITACARNE, FATTA LETTERALMENTE A PEZZI NON SOLO DALL'OPPOSIZIONE MA DA TUTTI: PER CONFINDUSTRIA, COLDIRETTI, FEDERACCIAI, CISL, ETC.: "L'ACCORDO CON TRUMP È UNA CAZZATA" - FUORI CASA, IL DILUVIO: LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' È STATA RIDICOLIZZATA PURE A DESTRA DAL LEPENISTA BARDELLA ALL'ANTI-UE, ORBAN – QUANDO IL SUO ALLEATO TRATTATIVISTA MERZ HA RINCULATO, TERRORIZZATO DAI POSSIBILI CONTRACCOLPI ALLA MAGGIORANZA DEL SUO GOVERNO, LA "PONTIERA" (SENZA PONTE) E' FINITA DA SOLA, COL CERINO IN MANO, A DIFENDERE URSULA VIOLENTATA DAL CETRIOLO DI TRUMP, MA GUARDANDOSI BENE DAL RIVENDICARE L'AMICIZIA (IMMAGINARIA) COL "PADRINO" DELLA CASA BIANCA – SE IL SOGNO MELONIANO DI AGGANCIARE FDI AL PPE SI ALLONTANA, LA RINTRONATA URSULA RIMARRÀ AL SUO POSTO: ALTERNATIVA NON C'È, HANNO TUTTI PAURA CHE LA DESTRA DEI ''PATRIOTI'' CONQUISTI BRUXELLES...

ursula von der leyen donald trump friedrich merz giorgia meloni emmanuel macron

DAGOREPORT - SIAMO DAVVERO SICURI CHE L’UNICA GRANDE COLPEVOLE DELLA ''DOCCIA SCOZZESE'' EUROPEA, COI DAZI TRUMPIANI AL 15%, PIÙ PESANTI IMPOSIZIONI SU GAS E ARMI, SIA LADY URSULA? - SE TRUMP NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO, URSULA SI RITROVA 27 PAESI ALLE SPALLE, OGNUNO CON I SUOI INTERESSI, SPESSO CONFLIGGENTI: MENTRE MACRON AVREBBE VOLUTO USARE IL BAZOOKA CONTRO IL ''DAZISTA'', COME LA CINA, CHE HA TENUTO TESTA, DA VERA POTENZA, A WASHINGTON, MERZ E MELONI ERANO PER IL “DIALOGO”, TERRORIZZATI DALLE “VENDETTE” POLITICHE CHE TRUMP AVREBBE POTUTO METTERE IN ATTO (UCRAINA, NATO, MEDIORIENTE) - MELONI SA BENE CHE IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: LA STANGATA SULL’ECONOMIA ITALIANA DOVUTA AI DAZI SI ANDRÀ AD ACCAVALLARE ALLA FINE DEL PNRR E AI SALARI PIÙ BASSI D’EUROPA - SE L'AUTUNNO SARA' ROVENTE, NON SOLO ECONOMICAMENTE MA ANCHE  POLITICAMENTE (CON IL TEST DELLE REGIONALI), IL 2026 SI PREANNUNCIA DA SUDORI FREDDI... 

riccardo muti concerto agrigento alessandro giuli

DAGOREPORT - “AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025” DOVEVA ESSERE PER IL MINISTERO GIULI-VO UN “APPUNTAMENTO CON LA STORIA” ED È FINITO NEL SOLITO “APPUNTAMENTO CON LA CASSA” - PER “INTERPRETARE IL SENSO DI UNA MEMORIA CONTINENTALE EURO-AFRICANA CONDIVISA E FARNE IL FERMENTO DI UN RITROVATO BENESSERE INDIVIDUALE DI CRESCITA COLLETTIVA” (SEMPRE GIULI), COME È POSSIBILE CHE LA REGIONE SICULA ABBIA SBORSATO LA FOLLIA DI 650MILA EURO PER UN SINGOLO CONCERTO NELLA VALLE DEI TEMPLI DELL’ORCHESTRA GIOVANILE CHERUBINI DIRETTA DA RICCARDO MUTI? LO STESSO EVENTO, ORGANIZZATO L’ANNO SCORSO DAL COMUNE DI LAMPEDUSA, ERA COSTATO APPENA 100MILA EURO - DEL RESTO, CON BUDGET DI 150 MILIONI, I 461MILA EURO PER LA “PROMOZIONE E PUBBLICITÀ DEL PARCO ARCHEOLOGICO” CI STANNO. COME IL “MOVITI FEST”: PER 473.360 MILA EURO, UN “PROGETTO CHE MIRA A COINVOLGERE E ANIMARE I LUOGHI DEL CENTRO STORICO AD AGRIGENTO” - ALLE CRITICHE, IL SINDACO DELLA CITTÀ DELLA CUCCAGNA, FRANCESCO MICCICHÈ, SI OFFENDE: “BASTA DILEGGIO STERILE. SE VINCE AGRIGENTO, VINCE LA SICILIA”! (QUI CE NE VOGLIONO 100 DI MONTALBANO…”)