BENVENUTI AL “VENTURINI”, DOVE I PRETI ESCONO COME NUOVI – UN CONVENTO IN TRENTINO ACCOGLIE IN SEGRETO SACERDOTI GAY, PEDOFILI, ALCOLISTI E DEPRESSI – VIETATO USARE LA PAROLA “CURA” PER EVITARE POLEMICHE, MA I RELIGIOSI SONO ASSISTITI ANCHE DA PSICOTERAUPETI

Jenner Meletti e Andrea Selva per “la Repubblica

 

CONVENTO PADRI VENTURINI TRENTOCONVENTO PADRI VENTURINI TRENTO

Sono ormai maturi, i cachi e i kiwi. Nell’orto, gli ultimi pomodori. Sembra di essere fuori dal mondo, in questa casa madre dei padri Venturini. “Congregazione di Gesù sacerdote”, annuncia la targa in marmo. Doveva arrivare qui, don Mario Bonfante, l’ex sacerdote cattolico che tre anni fa è stato “licenziato” perché gay. «Esiste un convento in Nord Italia – ha detto ieri a Repubblica – dove vengono mandati a riflettere i sacerdoti che manifestano tendenze sessuali non consone. Un luogo dove ti aiutano a ritrovare la retta via. Volevano curarmi. Ho rifiutato di andarci».

 

Prima pioggia e tuoni, poi sole e arcobaleno. Il tempo giusto per raccontare questo convento dove il Male e il Bene sembrano impegnati in una lunga battaglia. «Io posso dire soltanto – dice padre Gianluigi Pastò, 72 anni, superiore generale dei Venturini – che qui aiutiamo i sacerdoti a diventare santi».

 

CONVENTO PADRI VENTURINI TRENTOCONVENTO PADRI VENTURINI TRENTO

Una statua di Cristo a braccia aperte, pronto ad accogliere tutti. «Cercate prima il regno di Dio e la sua Giustizia e avrete tutto il resto in sovrappiù». La citazione da Matteo è accanto al cancello, aperto a tutti. Il padre superiore non ha nessuna voglia di parlare. «Troppe cose sbagliate sono state scritte su di noi. Il convento Venturini rischia di diventare un marchio infamante.

 

‘Quel prete è stato al Venturini? Chissà cosa avrà combinato’. Noi qui siamo abituati a lavorare nel silenzio assoluto ». Poi la tradizione di accoglienza vince, almeno per qualche minuto. «Venite in refettorio, prendiamo un caffè». Un vassoio di pizze già pronto per la cena frugale della domenica, una cinquantina di posti in tavolate a ferro di cavallo. Un quadro con il fondatore della congregazione, padre Mario Venturini, che aprì questo convento nel 1928.

CONVENTO PADRI VENTURINI TRENTOCONVENTO PADRI VENTURINI TRENTO

 

«Le spiego perché non vogliamo parlare. Un convento per preti pedofili, preti gay… si è scritto di tutto, con titoli assurdi. I sacerdoti vengono invece da noi per un periodo di formazione, di riflessione personale, di discernimento. In questo momento non abbiamo né preti gay né preti pedofili. Certo, nostro compito è accogliere tutti. Ci sono soprattutto i preti che soffrono di depressione, il male di questi tempi. Noi non vogliamo essere ‘marchiati’. Questo perché oggi, con Google, rischi l’ergastolo a vita.

 

Faccio un esempio: arriva un nuovo sacerdote in una parrocchia e c’è chi subito va in rete a cercare il suo passato. Magari risulta che è stato nostro ospite e allora tutti pensano chissà che cosa. Ci sono uomini che diventano preti già adulti e magari hanno avuto un passato di droga o altro. Hanno svolto un grande e pesante lavoro di redenzione, ma se il loro nome è stato scritto su un giornale o su un sito si trovano inchiodati al loro passato».

TRENTO CONVENTOTRENTO CONVENTO

 

Quasi nessuno, a Trento conosce bene il lavoro dei Venturini. Un titolo forte il 24 febbraio 1983, quando un sacerdote del convento, don Armando Bison, 71 anni, fu ucciso con un punteruolo a forma di crocefisso, conficcato in testa, da Marco Furlan e Wolfgang Abel, i “Ludwig” che volevano “moralizzare il mondo” e finirono in manicomio criminale.

 

Chi frequenta il convento conferma che i problemi più presenti, fra chi viene accolto qui, è proprio la depressione. «È alto anche il numero di alcolisti, fra preti soprattutto anziani che hanno smarrito la strada. E poi ci sono i problemi legati al sesso».

 

Formazione, accompagnamento, riflessione… Non parla mai di cura, il padre superiore. Ma nella presentazione del sito c’è scritto che «i larghi spazi di accoglienza – una casa grande e tanta campagna intorno – uniti a possibilità varie di terapia e di lavoro, consentono alla comunità di ospitare numerosi preti e religiosi offrendo loro un ambiente aperto e disteso ove affrontare le proprie difficoltà». Terapia, dunque.

preti gaypreti gay

 

Chi arriva qui viene aiutato anche da psicologi e psichiatri. Con quale percorso e quale metodo? «Noi non parliamo – dice il superiore - di questo nostro lavoro. Che però è conosciuto dai vescovi di tante diocesi. Loro sanno cosa possiamo offrire. Io dico soltanto che qui nessuno viene perché obbligato. Entrare da noi è una libera scelta».

 

Che però, come nel caso di don Mario Bonfante, è una libera scelta molto condizionata. Un vescovo invita un prete ad entrare nel convento comunità, questi rifiuta e si trova ridotto allo stato laicale.

 

In un’intervista a Repubblica. it di Elena Affinito e Giorgio Ragnoli, nel luglio 2013 padre Gianluigi Pastò era stato più ricco di notizie. «La vita comunitaria allontana il prete dalla sua solitudine. Il primo passo della terapia è l’accoglienza. Noi solitamente vogliamo conoscere la persona poi vediamo se siamo in grado di aiutarla». Padre Franco Fornari è lo psicologo responsabile all’interno del centro. Sedute con cadenza giornaliera e terapia di gruppo coordinata da una psicologa laica.

 

PRETI BACIO GAY PRETI BACIO GAY

Se necessario, è previsto l’intervento di uno psichiatra laico per le terapie farmacologiche di supporto. I tempi non sono mai brevi. Si resta in convento per uno, due o anche quattro anni. È il vescovo a decidere dove impegnare il sacerdote dopo il lungo periodo di “redenzione”. Chi è stato accusato di molestie ai minori, ad esempio, verrà inviato in un santuario o in un altro convento, senza contatti con i ragazzi e senza attività pastorale aperta.

 

Sarebbero sei o sette, in media, gli ospiti del convento comunità. La casa di accoglienza è molto grande, perché un tempo ospitava il seminario della congregazione e tanti sono i preti tornati alla casa madre perché ormai anziani. C’è anche chi se ne va prima di avere terminato il percorso. Non sono in carcere, tutte le porte sono aperte. «Su di noi – dice il superiore generale – sono state raccontate troppe cose sbagliate. È giusto che la nostra opera sia senza pubblicità, anche per rispettare chi viene da noi in cerca di aiuto».

Preti gayPreti gay

 

«Non preoccuparti né del cibo né dei vestiti », è scritto, citando sempre Matteo, cap. VI, nella lapide all’ingresso. Chi entra qui ha purtroppo in testa preoccupazioni più pesanti. Superando la soglia, la lotta fra il Bene e il Male è solo all’inizio. Ma c’è la speranza di “diventare santi”.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)