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ADESSO LE CORNA SI DICHIARANO - ITALIANI POCO SODDISFATTI A LETTO MA IL 52% AMMETTE L'INFEDELTÀ - SOSPETTO IL DATO SULLA FREQUENZA DELLA MASTURBAZIONE: IL 40% DICE DI NON FARLO MAI - PIU' DI 1 ITALIANO SU 2 INTRIGATO DA LETTURE EROTICHE

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Roberta Scorranese per il “Corriere della Sera”

 

Sarà anche vero che «Italians do it better» («gli italiani lo fanno meglio», come ammiccava una maglietta indossata da Madonna esattamente trent' anni fa, nel video di Papa Don' t Preach ), ma forse non la raccontano tutta.

 

Un esempio: nella ricerca Indagine sulla sessualità , cardine del «Tempo delle Donne 2016», eseguita dal centro statistiche di Rcs su un campione rappresentativo di mille persone, il 42% degli intervistati dichiara che vorrebbe avere almeno due rapporti alla settimana - la media rivelata dal 33% è di un incontro amoroso ogni sette giorni, per molti il minimo sindacale. Però, alla domanda sulla frequenza della masturbazione, una quota a dir poco sospetta, il 40%, dice di non farlo mai.

 

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Probabilmente non è una bugia: potrebbe essere piuttosto una realtà virtuale alla quale finiamo per credere e che ci cuciamo addosso, perché, ancora oggi, da noi, certe cose rimangono nel recinto dei tabù, vale a dire nel novero delle cose proibite e sacre, come dimostrano alcuni approfondimenti che abbiamo pubblicato sul canale corriere.it/cronache/sesso-e-amore. Per esempio quelli sulle menzogne riguardo all' orgasmo o sul coming out degli omosessuali.

 

In effetti qualche problema sulle «parole per dirlo» ce lo abbiamo sempre avuto: Comizi d' amore , il documentario firmato da Pier Paolo Pasolini nel 1965, risultato di quasi due anni di interviste a italiani di ogni età e estrazione sociale in merito alle abitudini sessuali e amorose (ispirazione della nostra inchiesta) venne sequestrato pochi giorni dopo l' uscita, dilaniato dalle critiche e dimenticato per decenni.

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Qual era il difetto? Certo, osava chiedere (nei primi anni Sessanta) alla gente comune se aveva avuto scappatelle o se si sentiva «un diverso», ma i critici misero l' accento sulla «scarsa qualità scientifica» del film, sull' effetto comico che ne sortiva e, in generale, sull' imbarazzo nel parlare di certe cose.

 

Pasolini faceva lo scrittore e in quel film trasfuse tutta l' afasia di un' Italia che queste «certe cose» non riesce a dirle e che quindi ha due strade: o censurarle o riderci sopra, farne parodia - e difatti la commedia sexy all' italiana arriverà pochi anni dopo. Ecco allora che nella nostra ricerca si delinea un Paese che desidera uno scatto in avanti, ma che spesso non riesce a trovare l' alfabeto.

 

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Un Paese che di sesso ne vorrebbe di più e a cadenze più frequenti, ma che si mostra diffidente davanti ad approcci ormai consolidati come gli incontri online: un approfondimento pubblicato sul canale di «Corriere.it» rivela infatti che oggi ci sono oltre 500 app per cuori spaiati e che non vengono usate solo dai single. Eppure il 76% degli intervistati nel sondaggio dichiara che le loro esperienze sono nate solo da incontri dal vivo.

 

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Anche perché uno dei temi ricorrenti in questa indagine, quasi una cornice di legittimità a risposte come quelle sul desiderio di farlo più spesso, è il concetto di amore romantico: il 43% vorrebbe vivere in un' epoca tipo quella che sentì sospirare Marianne Dashwood di Ragione e sentimento.

 

Nulla di strano, se non fosse che la tendenza qualche volta è di separare l' amore dal sesso, come se non riuscissero a parlare la stessa lingua. L' indagine sottolinea due approcci distinti ma egualmente rappresentati, che abbiamo definito, con un riferimento tizianesco, amor sacro e amor profano . Cioè, da una parte quelli che la carnalità la concepiscono solo come esercizio voluttuario privato, intimo e indissolubile da una relazione di coppia; dall' altra, gli allegri sostenitori della pornografia, del sesso occasionale e naturalmente del libero racconto.

il tradimento fa urlare di piu perche eccitanteil tradimento fa urlare di piu perche eccitante

 

Aiutare a raggiungere una completezza delle due sfere, un reciproco influenzarsi, è l' ambizione di questa edizione del «Tempo delle donne», perché l' inchiesta fin qui condotta ci suggerisce che ancora non diciamo tutto quello che vorremmo, che ancora abbiamo pregiudizi nei confronti degli omosessuali e del piacere femminile, che, pur vivendo in una società ipersessualizzata, a tratti persino ossessionata dagli amplessi, siamo riluttanti nel condividere le fantasie con chi ci sta accanto.

 

Colpa dell' educazione, come nell' Italia di Pasolini, quasi tenera nel suo pudore in bianco e nero? Potrebbe essere così: l' educazione sessuale nelle scuole è obbligatoria in quasi tutti i Paesi Ue tranne che in Bulgaria, Cipro, Polonia, Romania, Regno Unito e, manco a dirlo, in Italia. La nostra inchiesta rileva che solo il 25% del campione dichiara di aver fatto esperienza di questo insegnamento, che sarebbe favorevolmente accolto da tutti.

 

Ma è sul tradimento che la ricerca del «Tempo delle Donne» ci sorprende: se c' è un 48% che dice di essere stato «esclusivamente fedele» in una coppia, magari ci incuriosisce di più quel restante 52%, che (vivaddio) tentenna, in qualche modo ammette la sbandata.

 

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D' altra parte, il 62% dice di essere intrigato da letture erotiche e lo capiamo, perché sennò come si spiegano i 5 milioni di copie vendute in Italia dalla trilogia delle sfumature firmata da E. L. James? Pasolinianamente, si può dire che siamo un Paese affascinato da un antico scandalo, «lo scandalo del contraddirmi, dell' essere con te e contro di te».

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