francesco bellomo (1)

IL CSM ANNUSA PATTE – I MAGISTRATI CERCANO ALTRI “CASI BELLOMO” – INVIATO UN MODULO NELLE CORTE D’APPELLO PER CAPIRE I CORSI PREPARATORI PER ENTRARE NELLA CASTA TOGATA – UNA DOMANDINA: “ERA PREVISTA LA SOTTOSCRIZIONE DI CONTRATTI AVENTI AD OGGETTO MODALITÀ ESULANTI DAI CORRISPETTIVI?”

 

Giuseppe Legato per La Stampa

 

 

dopo i seminari di francesco bellomo

Si intitola cosi: «Monitoraggio sui corsi di preparazione al concorso in magistratura». Ed è un format, una sorta di questionario, approntato dal Csm e inviato in copia tre giorni fa a tutti i presidenti di Corte d’Appello e i Procuratori Generali dei distretti giudiziari italiani, Torino compresa. La sesta commissione dell’organo di autogoverno delle toghe chiede «di interpellare i magistrati nominati con decreto ministeriale dal 2007 a oggi circa le modalità con cui gli stessi si sono preparati al concorso in magistratura». 

 

Francesco Bellomo

Tra le domande di rito – dati anagrafici, tipo di corso seguito (se pubblico o privato), durata e luogo del corso, costi sostenuti e modalità didattiche – spunta, al fondo, il seguente quesito: «Era prevista la sottoscrizione di contratti aventi ad oggetto modalità esulanti dai corrispettivi?». Cioè qualcosa che esuli, che vada al di là delle richieste economiche contenute negli accordi preliminari. 

 

Ora: fatto salvo l’unicità dell’iniziativa del Csm certamente costruttiva, non si può non pensare – anche se il concetto non è chiaramente esplicitato nel modulo - a una sorta di ricerca a ritroso di casi simili a quello di Francesco Bellomo, 47 anni, direttore della scuola di preparazione al concorso in magistratura Diritto e Scienza. Il 12 gennaio scorso il Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, organo di autogoverno del Tar e del Consiglio di Stato, lo ha destituito a larga maggioranza.

 

dopo i seminari di francesco bellomo

La decisione è giunta dopo il caso dei presunti “contratti” con clausole su minigonne, tacchi a spillo e trucco marcato che sarebbero state “imposti” alle allieve della sua scuola di preparazione al concorso. Una decisione con pochissimi precedenti nella storia giudiziaria italiana. Il suo è il terzo in assoluto. Dovrà lasciare la magistratura dopo che il presidente della Repubblica avrà firmato il decreto di destituzione (salvo ricorso).

 

 

dopo i seminari di francesco bellomo 2

I pm italiani che stanno ricevendo in questi giorni il questionario disposto dal Csm «dovranno rispondere al format entro il 12 febbraio» si legge nella lettera firmata dal segretario generale Paola Piraccini. Il Csm – dunque - pare voglia capire di più. Con un viaggio all’indietro nei concorsi degli ultimi 10 anni che hanno segnato l’ingresso nei palazzi di giustizia di migliaia di magistrati. Un processo di implementazione dei quadri (a sua volta indispensabile al turnover) che ha visto un crescente aumento di donne, diventate la maggioranza delle toghe. Il dato è ufficiale nel 2015. Su un totale di 9098 magistrati 4553 erano donne e 4545 uomini. La forbice – seppur di poco - è aumentata nel 2016 e nel 2017.

 

Consiglio Superiore della Magistratura

E proprio da alcune studentesse che aspiravano ad entrare in magistratura (e dai loro genitori) sono arrivate le denunce che hanno scoperchiato la pentola sul caso Bellomo. Il padre di una di queste “borsiste” scrisse una lettera al Consiglio di Stato poco più di un anno fa. Nella missiva - pur ammettendo una precedente relazione tra sua figlia e il magistrato - riferì di pressioni che avevano ridotto la ragazza in un grave stato di prostrazione fisica e psicologica.

 

Ne sono nate anche due inchieste penali a Bari e Piacenza dove i pm ipotizzano i reato di estorsione e atti persecutori. Lui si è difeso: «Dopo 25 anni di lodevole servizio per lo Stato ingiustizia è fatta» ha spiegato dopo la destituzione «prevista – ha spiegato in una lettera - solo in caso di condanna per gravi reati. Invece io non ho subìto nemmeno un processo. L’unica condanna, con effetti devastanti, è stata quella mediatica».

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…