hiv uomo seduce donna

DAGLI ALL’UNTORE DELL'HIV - CHI E’ VALENTINO T., IL MISTER VIRUS CHE FA TREMARE ROMA - LA PROCURA LO TRATTA DA TERRORISTA, LA DIFESA DICE CHE E’ “SOPRAFFATTO”. CHISSÀ COME SAREBBE RIMASTO MALE MANZONI SE AVESSE SAPUTO CHE "IL LETALE UNGUENTO" ESISTE ED È LO SPERMA

ESAMI HIV CONTAGIOESAMI HIV CONTAGIO

Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

Dunque ci sono davvero gli untori e chissà come ci sarebbe rimasto male l' innocentista Alessandro Manzoni se avesse saputo che «il misterioso e letale unguento » esiste ed è lo sperma. Eppure manzonianamente ancora i giudici e i giornalisti si chiedono se bisogna fare il cognome di Valentino T., il Mister Virus di Acilia e, rischiando l' effetto gogna, gli sputi e la ferocia del "dàgli all' untore!", pubblicare pure la sua foto per tutelare la salute pubblica e fermare un contagio che ormai dal 2005 si propaga dal focolaio di Roma con la velocità dell' amore, con l' intensità del desiderio, con tutti i modi intimi e selvaggi del contatto sessuale senza preservativo.

 

charlie sheen mentre gioca con la porno star georgia jones nel 2011charlie sheen mentre gioca con la porno star georgia jones nel 2011

Certo, il nostro Valentino T. non somiglia neppure alla lontana al famoso Charlie Sheen ("Wall Street", "Platoon"…), il bad boy di Hollywood che dice di avere avuto almeno cinquemila sexual partner nella sua vita e di spendere 2mila dollari al giorno in droghe e 30mila al mese in prostitute.

 

Ebbene, una decina di giorni fa, durante il "Today Show" della Nbc, Sheen ha spavaldamente confessato di avere il virus da quattro anni ma di avere continuato a condurre i suoi stravizi di sesso non protetto. Assediato dalle donne contagiate che adesso gli chiedono i danni ha detto: «Sono ciarlatane disperate che mi ricattano ». Ma per pagarle ha già messo in vendita le sue tre ville di Beverly Hills.
 

Al contrario, da quando il 24 novembre è stato messo in prigione in isolamento, Valentino non parla, non risponde alle domande, non cerca più di esercitare il suo fascino di bad boy di periferia, la sua spavalderia un po' pacchiana è diventata silenzio, sembra più umiliato che arrabbiato.

 

AIDSAIDS

«È sopraffatto», dice il suo avvocato, che si chiama Giuseppe Minutolo ed è il legale delle due società della famiglia, due imprese di traslochi che fanno capo allo zio e a una zia di Valentino. A differenza di Sheen, che è il figlio di Martin Sheen, un attore ancora più bravo e famoso (quello di "Apocalypse Now"), e che sembra uscito da un giallo sporco di James Ellroy,Valentino, che non consuma né droga né alcool, ha una storia familiare da libro Cuore.

charlie sheen in colombiacharlie sheen in colombia

 

Non è Sheen perché non ha i suoi soldi, non ha la sua noia da divo, e non ha attorno la "Hollywood Babilonia" (Adelphi, 1979) che comincia dal muto e arriva, per adesso, sino a lui. Quella di Valentino è solo la Babilonia della borghesia piccola piccola di Pietro Germi e di Vincenzo Cerami, la rispettabilità della domenica e il mito della virilità.
 

virus hivvirus hiv

I nonni materni Renato e Maria, con i quali Valentino è cresciuto, erano piccoli proprietari terrieri di Caltanissetta che si trasferirono a Roma, forse sotto minaccia di rapimento. E dunque la fragile Adele, che era la mamma di Valentino, nacque a Roma nel 1962 ma per qualche motivo, legato probabilmente al pudore, nel 1984 fu spedita a Caltanissetta dove mise al mondo il suo unico bambino, Valentino appunto che, figlio di padre ignoto, prese il cognome della madre: T. Purtroppo la sfortunata Adele morì a Roma a 27 anni, nel 1989. Dunque Valentino non sa chi è suo padre e aveva 5 anni quando morì sua madre.

 

Non ne aveva ancora venti quando una donna lo contagiò. Ne aveva invece 21 quando un' infermiera scoprì di essere stata contagiata da lui, e fu il suo primo delitto da untore.
 

E dunque anche noi ci siamo chiesti fino a quando bisognerà proteggere l' identità di Mister Virus e sottrarre questo avvelenatore di donne al disprezzo collettivo e la sua famiglia all' isteria e allo schiamazzo mediatico, rischiando però di non individuare e perciò di non aiutare tutte le persone contagiate, di non accerchiare, assediare e magari fermare l' epidemia.
 

virus hiv virus hiv

Certo, la procura tratta Valentino T. come un terrorista che ha inquinato un acquedotto mentre la difesa finge che sia solo un povero figlio, libertino ma romantico, al quale hanno messo sulle spalle la malattia dell' epoca. Cresciuto dalla nonna, da uno zio e da altre due zie, Valentino è stato il bambino viziato di una affollatissima casa che la nonna Maria, finché è vissuta, ha tenuto unita con quella capacità matriarcale così ben raccontata da Sciascia, che proprio a Caltanissetta visse e insegnò. Morta lei, i figli hanno cominciato a litigare per la "roba". E intanto Valentino, senza dire nulla a nessuno, rifiutava di farsi curare.
 

Noi ci auguriamo che, comunque, stamattina il Tribunale del Riesame conceda i domiciliari a questo giovane criminale sieropositivo perché, nonostante la gravità di un reato che potrebbe nel frattempo da "lesioni personali gravissime" arditamente diventare "tentato omicidio plurimo", il carcere non ci pare indispensabile a scongiurare - come si dice in termini tecnici - il pericolo di reiterazione del reato, e forse basterebbe inserire l' obbligo di non comunicare con persone diverse da quelle che in casa lo accudirebbero. Comunque sia, il giurista oggi si chiede: Valentino voleva rapporti sessuali a tutti i costi o voleva, per revanche, infettare?
 

hiv virushiv virus

Di sicuro ha mentito sino a mandare via WhatsApp un certificato falso alla ragazza che poi l' ha denunziato in procura con una paginetta scritta con l' aiuto di un avvocato. Si erano già lasciati e lei gli aveva chiesto, sempre attraverso WhatsApp: «Vale, dimmi la verità: sei sieropositivo?». E quello: «Io? Vuoi scherzare!». Ma lei non ha creduto al certificato. «Guarda che il tuo Valentino è sieropositivo », le aveva detto un' amica della sorella.

 

Dunque ha fatto l' esame del sangue ed è risultata positiva anche lei: ha il virus della immunodeficienza ma, come nel caso di Valentino, non è l' Aids. Può diventarlo.
 

virus hiv  virus hiv

È una bella ragazza fine, gentile e piena d' energia che una sola cosa non ha saputo spiegare al giudice: cos' ha trovato in lui. Ora è diventata la sua accusatrice implacabile.È lei che ha dato alle indagini nomi e cognomi, ha guidato tra le amicizie di Facebook e ha accompagnato nelle chat della seduzione il pm Francesco Scavo, un uomo paziente e buono che l' ha ascoltata tormentando una sigaretta spenta, a ricordo di un piacere molto meno avvelenato. Il procuratore non ha completamente smesso di fumare, ma ritarda il momento dell' accensione.

 

E deve essere stato fulminante, nella stanzetta di Piazzale Clodio, il momento in cui questa signora ha spiegato al giudice che anche il gioco d' azzardo di Valentino non era solo lucido e scaltro, perché, come canta Paolo Conte, «si trattava d' amore » nella casa che lui ha comprato ad Acilia «dove le case costano meno che a Roma».
 

aids hivaids hiv

Ma come deve comportarsi un giudice con tutte queste donne infettate, sei accertate, quattro sotto esame, mentre altre 5 sono arrivate e altre ne stanno arrivando, mandate in procura dalla trasmissione "Chi l' ha visto?" che si conferma come una straordinaria telepolizia giudiziaria. Quanti altri rapporti hanno avuto queste donne e con chi?

 

Da due mesi il pm, l' ispettrice di polizia Francesca Magliuolo e la dottoressa Capobianchi, che dirige lo Spallanzani, si sono trasformati in cacciatori di virus, confrontano genotipi, incrociano le compatibilità, ma soprattutto interrogano e, con una delicatezza sorprendente nel mondo giudiziario, pongono e si pongono le domande più difficili. Hanno per esempio interrogato l' amico di Valentino che qualche volta sperimentava con lui il rapporto a tre, tentazioni che in questo contesto sembrano dissolutezze e che in procura sono comunque indicibili perché prendono subito la forma grottesca delle parole che feriscono e danno alle cose un aspetto assolutamente falso.
 

Quel giovanotto non sapeva nulla del virus di Valentino ed è perciò corso a farsi anche lui l' analisi del sangue: negativo. E non tutte le ragazze che sono state rintracciate sapevano di essere sieropositive. Quasi sempre l' ispettrice Magliuolo, con l' aria di chiedersi da che parte prenderle, trovava le parole giuste, e quando non le trovava dimostrava che anche la polizia può comunicare con piccoli sussulti e frasi vaghe. Una delle ragazze, disarmante, era incinta.

 

hiv virurushiv virurus

Un' altra, l' infermiera che aveva amato Valentino, aveva fatto il test nel 2006 e poi era tornata con lui per ben tre anni come una rifugiata, a piangere sulla sorte comune, a baciarsi tra le lacrime. Adesso si è convinta che Valentino sapesse già di essere sieropositivo sin dall' anno prima, il 2005, e dunque anche lei lo accusa di averla infettata volontariamente. Infine ce n' è una che lo ama ancora e giura che hanno sempre usato il preservativo. E però rischia l' incriminazione per favoreggiamento: secondo l' accusa è ancora soggiogata, pronta ad accorrere dovunque lui la chiami.
 

Sino a quando si riuscirà a non pubblicare anche i nomi e le foto delle contagiate e poi i nomi e le foto di tutti quelli che hanno avuto rapporti con loro? Tra i contagiati ci sono anche due uomini, un fidanzato e un marito. Insomma le vittime, che sono adesso serbatoi del virus, devono essere tutelate ma anche coinvolte nelle indagini e dunque, anche loro, stanno per essere esposte alla ferocia mediatica, alle interviste di spalle e con la voce contraffatta, alle offerte in danaro delle micidiali tv del pomeriggio.
 

Di sicuro il catalogo delle contagiate sembra quello del Don Giovanni. Da ben dieci anni Valentino T «non si picca / se sia ricca/ se sia brutta / se sia bella», e a tutte lascia, come segno di sé, la sua sostanza malefica. E lo chiamano serial-untore appunto smentendo dopo quasi 200 anni il povero Manzoni che raccontava gli untori come gli innocenti perseguitati, torturati e uccisi perché propagatori di peste.

 

prevenzione hivprevenzione hiv

E forse a Manzoni, non solo per amore di giustizia stava molto a cuore l' innocenza degli untori, al punto da raccontare che il più innocente di tutti, Renzo Tramaglino, venne rimproverato di aggirarsi «con lo scatolino dell' unto, o l' involtino della polvere … nel cocuzzolo del cappello». C' era, ai tempi del Manzoni, e proprio come oggi c' è l' Aids, il male orribile della sifilide che uccise suo padre, sua nonna e l' ultimo compagno della madre, un male allora misterioso e invincibile che era anche peccato di contagio sessuale.

 

Duecento anni dopo sono ancora la carne, la morte e il diavolo a spiegare che cosa è accaduto veramente a un ragioniere di 31 anni, nato a Caltanissetta il 21 luglio del 1984 e cresciuto a Roma, impiegato in una società che amministra condomini, non particolarmente bello, un faccione rotondo che nonostante la cancellazione da Facebook è ancora su qualche chat, una specie di bagnino di periferia con i soliti banali e volgari tatuaggi, a cominciare dal veliero sul braccio destro che solo adesso, nel carcere di Regina Coeli,

ORAQUICK PRIMO TEST HIV VENDUTO IN FARMACIA jpegORAQUICK PRIMO TEST HIV VENDUTO IN FARMACIA jpeg

 

non è più il conformismo del poveraccio che per sentirsi strafico imbratta il proprio corpo anziché imbrattare i muri, ma diventa, suo malgrado, un codice di prigione, di pirati e galeotti, di ragazzi per sempre selvaggi. Adesso si lascia curare. Il carcere gli ha tolto il sorriso vuoto del coatto e gli ha restituito il suo corpo, segnato ma vivo.

IL TEST HIV VENDUTO IN FARMACIA jpegIL TEST HIV VENDUTO IN FARMACIA jpeg

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO