poveri russia

“DALLE SANZIONI PUTIN ESCE RAFFORZATO” - DOMENICO QUIRICO: “BISOGNA METTERSI DAL PUNTO DI VISTA DEI SANZIONATI, IL CITTADINO RUSSO NORMALE, QUELLO CHE HA SEMPRE VOTATO PUTIN. DI FRONTE ALLA REALTÀ BRUTALE, QUOTIDIANA DI DIVENTARE PIÙ POVERO, COME PUO’ PENSARE CHE LE SANZIONI IN FONDO SIANO UN MODO LEGITTIMO PER PUNIRE SOLO L'IO IPERTROFICO DI PUTIN E I SUOI MANUTENGOLI? PER DI PIU’ IN UN PAESE DOVE LA INFORMAZIONE E LA PROPAGANDA SONO MANIPOLATORIE, COSI’ AI LORO OCCHI LE VIRTUOSE SANZIONI STUDIATE A BRUXELLES DIVENTANO ‘INIQUE’”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

vladimir putin 1

Mi raccontano che a Baku, in Azerbaigian, gli alberghi di lusso, il Badamdar e il Fairmont, l'Intercontinental, sono da giorni al tripudio del tutto esaurito come non si registrava da prima della vittoriosa spedizione punitiva contro gli armeni. Si respira un clima edonistico, qualche esagerato già parla di età dell'oro. Qui la guerra in Ucraina è semplicemente una benedizione di Allah. Clientela con i portafogli pieni: è tutta russa, e non sono turisti. Voli pieni da Mosca. Sono quelli che noi chiamiamo oligarchi, padroni del vapore e banchieri, tutt' altro che anchilosati dalla stangata economica delle sanzioni occidentali.

 

manifestazioni in russia contro guerra1

Anzi. Sono indaffarati e ottimisti, vanno e vengono dalla banche e dagli studi che si occupano di transizioni finanziare e di avviare nuovi attività economiche. Espatriare giova. Mentre noi li immaginiamo alle prese con la carta di credito che non funziona, assordati da domestiche e famiglie che esigono lo stipendio non pagato, loro stanno praticando l'esorcismo di trasferire i loro affari.

 

Noi attendiamo fiduciosi l'annuncio che la Russia dichiari fallimento. Loro invece: Addio Europa crudele! Si comincia un'altra storia e sempre lucrosa. Intanto un'altra via della seta si apre verso la Cina: anche qui il mediocre impiccio delle sanzioni diventerà uno sgradevole ricordo. Basta invertire il flusso di gasdotti. L'oriente è il nuovo eldorado dei magnati del putinismo.

 

manifestanti russi arrestati per proteste contro guerra6

Obbligatorio per loro, murati con cura nella rigida piramide verticale creata da Putin nel suo ventennio, dar l'addio alla decadente Europa, sempre meno redditizia e alle sue insulse pretese democratiche. L'industria militare non è forse uno dei gioielli delle loro industrie obsolete. Il burro non rende, i cannoni sì. La guerra è un magnifico affare. Qualcuno vorrà prendersi la briga prima o poi di andare oltre la retorica narcisistica del coraggio leonino che l'occidente ha esibito nel decidere «le sanzioni più gigantesche» di tutti i tempi per scoprire quali saranno i loro effetti in Russia.

 

manifestazioni in russia contro guerra4

Non solo sui portafogli ma soprattutto sugli umori e i rancori dei cittadini comuni: c'è il rischio di scoprire che potrebbero determinare l'effetto opposto a quello sperato, ovvero che il popolo, esasperato dalla tribolazione della chiusura del bancomat, assalti il palazzo d'inverno per una precoce primavera antiputiniana. La confisca dello yacht del satrapo russo a Sanremo o della villa a Saint-Tropez, è molto scenografica.

 

Ma semmai bisogna ragionare, con un po' di salubre empirismo, se funzioni davvero il meccanismo delle sanzioni. Fino ad ora nella storia sono servite soprattutto a sfumare di attivismo la impotenza di chi per molti motivi (ed alcuni erano ottimi come evitare lo scoppio della terza guerra mondiale per esempio) non poteva e voleva fare di più contro i responsabili di dittature e prepotenze. Cade in questa casistica perfino lo straccione imperialismo mussoliniano quando aggredì l'Etiopia poté deridere le «perfide» sanzioni albioniche, implacabili ma in realtà zeppe di buchi distinguo, e omissioni come quelle di oggi.

manifestazioni in russia contro guerra3

 

Forse un buon metodo è quello di mettersi dal punto di vista dei sanzionati, il cittadino russo normale, quello che in questi anni ha sempre votato Putin. Sono loro il problema del signore della guerra russo, non il disamore degli oligarchi che come è regola sotto tutti i climi e le latitudini politiche sanno trovare scorciatoie, nicchie e accomodamenti. Allora il popolo comune. Europei e americani si sono affannati a precisare che il bersaglio sono il presidente e la sua corte, non i russi.

 

manifestanti russi arrestati per proteste contro guerra2

Precisazione giudiziosa ancor più che etica. Sarebbe criminale ripetere l'errore commesso dalle democrazie vincitrici con la Germania nel 1914 quando per la prima volta si affermò che i popoli sono responsabili come i loro capi; e quindi ne dovevano pagare in solido gli errori e i misfatti. Così nacque la pace senza pace di Versailles, le promesse di rivincita di Hitler e la seconda guerra mondiale. Questa volta tutto è chiaro dunque. Chissà.

 

I regimi autocratici come quello russo sono deprimenti per l'uomo. Ci sono gli eroi, quelli che sono disposti a ogni sacrificio per non abdicare al sopruso, alla corruzione, alla minaccia. Ma sono pochi. Talora in uno di quei grovigli che solo Dio può sciogliere la paura, il desiderio di vita tranquilla, di vantaggi, la umiltà di non pretendere di giudicare meglio della maggioranza, portano ad accettare.

 

manifestanti russi arrestati per proteste contro guerra1

All'inizio, quando Putin era poco più che uno sconosciuto, pensarono che sarebbe passato come era passato Eltsin, qualche anno duro e poi la situazione sarebbe cambiata. E poi.. dall'estero tutti tendevano la mano a Putin, tutto gli lasciavano fare, Cecenia normalizzata a fucilate, Siria, Africa, Crimea, la prosopopea neoimperiale, tutto faceva pensare che il putinismo sarebbe durato in eterno. Su questi russi appena entrati in punta di piedi in una società in cui si comunica anche per mezzo delle cose è piombata addosso la occidentale punizione delle sanzioni.

 

russia, arresti dei manifestanti contro la guerra 3

Di fronte alla realtà brutale, quotidiana di diventare più poveri, di non poter più viaggiare come erano ormai abituati, il ritorno alla vita grama, senza orizzonti, ragionare che questo in fondo è un modo legittimo scelto dall'Occidente per punire solo l'io ipertrofico di Putin e i suoi manutengoli, richiede un livello molto sofisticato di analisi politica, una capacità di distinguo da intellettuale raffinato.

 

Capacità ancor più complicata in un Paese dove la informazione e la propaganda sono a senso unico, manipolatorie, intossicanti. Ecco allora che le virtuose sanzioni studiate a Bruxelles diventano «inique», un'altra l'ennesima macchiavellica macchinazione per nuocere alla Russia, di ridurla alla rassegnazione degli sfruttati come negli anni bui del disastro sovietico. La propaganda putiniana dell'aggressione trova nuovi argomenti, fa breccia. Il dittatore, invece che indebolito, ne esce rafforzato.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…