ciro grillo

QUALCOSA NON TORNA - LA DEPOSIZIONE DELLA 19ENNE CHE ACCUSA DI STUPRO CIRO GRILLO E I TRE AMICI: "SONO ANDATA DA ROBERTA CHE STAVA DORMENDO SUL DIVANO. L'HO SVEGLIATA, LE DICEVO "MI HANNO VIOLENTATA". LEI NON CAPIVA E GLIELO RIPETEVO, LE CHIEDEVO SE POTEVAMO ANDARE A CASA. SI È SEDUTA SUL DIVANO E MI HA FATTO SPALLUCCE, NON MI DICEVA NULLA. L'HO FATTA ALZARE E LE HO DETTO DI VESTIRSI PER ANDARE VIA" - MA POI LE DUE RAGAZZE SONO RIMASTE: PERCHE' NON HANNO CHIAMATO UN TAXI PER ANDARE VIA? VITTORIO LAURIA LE AVREBBE CONVINTE A RIMANERE - UNA RAGAZZA APPENA STUPRATA E SOTTO CHOC SI LASCIA CONVINCERE A RESTARE NELLA CASA DELLA VIOLENZA?

Giacomo Amadori per "la Verità"

 

Ecco l'atto che ha dato il via al procedimento per violenza sessuale di gruppo contro Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Sono le 18,20 del 26 luglio 2019 quando la ventenne italo-norvegese S.J., nella stazione dei carabinieri di Milano Porta Garibaldi, inizia a raccontare la sua versione a due marescialle, Cristina Solomita e Camilla Ciccaglione. Le parole di S. sono videoregistrate dalle militari e trascritte in un «verbale di ricezione di denuncia».

CIRO GRILLO

 

La donna è lì per ricostruire quanto accaduto 9 giorni prima, la mattina del 17 luglio, quando in un appartamento nella località di Cala di Volpe sarebbe stata violentata a turno e anche contemporaneamente dai quattro genovesi. Il suo è un racconto molto crudo che non sarà facile riscontrare, visto che non sarebbero rimaste tracce di violenza sul corpo, ma solo un breve video di un rapporto di gruppo, dove la giovane avrebbe un ruolo apparentemente anche attivo.

 

Era consenziente o, a causa dell'alcol ingurgitato, era incapace di dare il suo assenso?

La studentessa, bionda e bellissima, era partita per una vacanza in Sardegna con la sorella minore, G., appena quindicenne. I genitori, entrambi lavoratori, facevano la spola tra Milano e l'isola, per raggiungere le figlie nel week end. Le giornate delle due teenager trascorrevano tutte uguali: «La mattina mi svegliavo presto per andare a correre, poi tornavo a casa per stare con mia sorella, fare i compiti o guardare la tv, nel pomeriggio dalle 16 alle 18/19 ci recavamo a lezione di kite surf. Terminate le lezioni restavamo un po' in spiaggia oppure andavamo in qualche chiosco a prendere da bere. A cena tornavamo a casa e ci preparavamo da mangiare».

CIRO GRILLO - LA VILLETTA DI CALA DI VOLPE DOVE SI SAREBBE CONSUMATO LO STUPRO

 

Per lo più passavano le serate così, senza uscire. Ma quel 16 luglio alle sorelle si era unita una compagna di classe di S., R.M., la quale aveva appena trascorso una settimana di ferie a Ibiza. «Soltanto la sera del 16, quando è arrivata R., siamo andate a Porto Cervo e lì è successo il casino». Ovvero la notte brava con i genovesi. Tutto inizia quando «un comune amico» lombardo delle giovani, A.C., le invita a ballare. Verso le 21,45 S. e R. (la sorella più piccola viene lasciata nel bed & breakfast) raggiungono A. a casa sua a Porto Cervo. Il programma è di bere qualcosa prima e poi andare alla «discoteca Billionaire». «In un locale sul porto», prosegue il racconto, «abbiamo consumato 2/3 drink alcolici ciascuno, poi, verso le 23,45 abbiamo preso un taxi per recarci al Billionaire dove siamo giunti verso mezzanotte, mezzanotte e 15».

 

LE TAPPE DELLA NOTTATA DEL PRESUNTO STUPRO DI GRUPPO

All'entrata attendono degli amici di A.: «Dapprima arriva una coppia, un ragazzo e una ragazza, e dopo circa 10 minuti giungevano altri quattro ragazzi, con un pulmino taxi».

Questi ultimi sono i presunti stupratori di S.. La quale in caserma li descrive per come li ricorda: tutti alti tra il metro e 70 e il metro e 80. Francesco, pantaloni da vestito e camicia bianca, Edoardo t-shirt bianca, Vittorio camicia bianca e pantaloni e infine Ciro, il più abbronzato, «corporatura magra, capelli corti pettinati con il ciuffo, di color biondo scuro, [] indossava camicia nera e pantaloni neri». S. ha, invece, una tuta lunga con pantaloni bianca e nera, con le scarpe da ginnastica.

 

«Ci siamo seduti a un tavolo riservato dove abbiamo iniziato a consumare bevande alcoliche, c'erano diverse bottiglie sul tavolo di alcolici dalle quali potersi servire liberamente. Ricordo di aver consumato un bicchiere di champagne e una vodka con Redbull. Nel corso della serata siamo stati sempre tutti insieme, abbiamo ballato un po' intorno al tavolo e un po' nella pista centrale e abbiamo parlato tra di noi».

 

ciro grillo intercettato da non e' l'arena 2

Durante la serata uno dei liguri, utilizzando il telefono di S., la aggiunge «come follower del gruppo di cui fanno parte denominato "official_mostri"». Dopo oltre tre ore di balli e bevute A., alle 3 e 30, lascia il locale insieme con la coppia. «R. e io siamo rimaste in compagnia dei quattro amici di A. sino alla chiusura, verso le ore 5». Al momento di tornare al B&B, S.

e R. non avrebbero trovato «un taxi disponibile»: «Per questo i quattro ragazzi ci proponevano di fermarci a dormire a casa loro, dove ci recavamo in taxi tutti insieme», continua S..

 

FRANCESCO CORSIGLIA

Il gruppo entra nell'appartamento circondato da un giardinetto, con cucina che affaccia su un gazebo. I sei si siedono intorno al tavolo: «Abbiamo chiacchierato un po', gli altri hanno bevuto e fumato sigarette, io non ho bevuto né fumato». La presunta vittima non ricorda «la presenza di sostanze stupefacenti».

 

A quel punto R. si mette a cucinare la pasta e Francesco chiede a S. di accompagnarlo in una camera da letto per prendere delle coperte. Qui la ragazza, a suo dire, avrebbe subito le prime pesanti avances: «Dapprima mi ha baciato in bocca, ma io l'ho fermato dicendo che non volevo. Lui mi ha detto che "voleva solo scopare". Gli ho risposto di no e lui ha insistito dicendomi: "Cosa ti costa farmi solo un bocchino?". Io gli ho detto ancora di no e gli ho chiesto di tornare di là insieme agli altri». Francesco non si sarebbe dato per vinto, sdraiandosi sopra di lei, ma la ventenne sarebbe «riuscita a respingerlo con le mani e a divincolarsi dalla presa». Quindi S. torna dagli altri e mangia con loro.

 

ciro grillo

Finita la spaghettata, «R. diceva di essere stanca e tornava in casa». S. rimane fuori a parlare con Vittorio ed Edoardo: «Non ricordo gli argomenti, ricordo che ridevamo e scherzavamo». Quando arriva il momento di andare a dormire Vittorio presta a S. una t-shirt e pantaloncini della tuta. Ma, una volta a letto, per la ragazza sarebbero iniziati i problemi.

 

Nella ricostruzione della italo-norvegese il primo a infilarsi sotto le sue lenzuola sarebbe stato di nuovo Corsiglia. Il racconto è molto forte, anche se, in questa parte, non è suffragata da video o foto: «Gli dicevo che non volevo fare nulla, ma lui mi afferrava per i capelli e mi spingeva sotto le coperte indirizzandomi la testa sul suo pene, nel frattempo mi diceva "cagna apri la bocca" e mi chiedeva di fargli sesso orale. Inizialmente cercavo di respingerlo, ma poi, visto che lui continuava a spingermi e a tenermi per i capelli [] cedevo».

 

ciro grillo 9

La violenza sarebbe continuata: «Mi toglieva i pantaloncini e le mutande, io mi dimenavo perché non volevo, ma non riuscivo a contrastarlo completamente perché non mi sentivo bene». Dopo 5-10 minuti il giovanotto avrebbe interrotto la penetrazione, salvo ritornare alla carica in bagno: «Mi ha spinto sotto la doccia, ha aperto l'acqua, e mi ha spinto con la mano il viso contro la parete. Mi teneva con la mano il collo, tenendomi bloccata di spalle a lui e mi penetrava. Per due volte gli ho detto di smetterla, che era un animale, uno stronzo, ma lui ha continuato più forte, tirandomi i capelli e baciandomi sul collo».

 

Dopo qualche minuto si sarebbe placato: «Vabbé basta», avrebbe detto prima di andare a dormire. La ragazza sarebbe rimasta in bagno da sola, avvolta nell' accappatoio passatole da Francesco: «A quel punto sono scoppiata a piangere», fa mettere a verbale.

Alla domanda di Edoardo e Vittorio sul perché piangesse, non avrebbe risposto: «Mi sono girata di spalle perché non volevo guardarli in faccia, mi sono stretta l'accappatoio addosso, sono uscita dal bagno e sono andata da R. che stava dormendo sul divano in salotto. Mi sono seduta per terra accanto a lei, l'ho svegliata, inizialmente non riuscivo bene a parlare, mi chiedeva che cosa avevo e le dicevo "mi hanno violentata".

CIRO GRILLO

 

R. inizialmente non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa. R. si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce; io ho ripetuto di andare via perché stavo male e mi avevano violentata, ma lei non mi diceva nulla. Io l'ho presa e l' ho fatta alzare dal divano e le ho detto di vestirsi per andare via».

 

Dopo essersi rimessa la tuta e le scarpe, S. incrocia R. sull' uscio di una stanza: «Ho visto che ancora non si era cambiata i vestiti [] io mi sono diretta verso l' uscita e lei mi ha seguito chiedendomi cosa fare, io ho proposto di chiamare un taxi per tornare a casa».

VITTORIO LAURIA

 

Ma Vittorio le avrebbe convinte a rimanere: «Ci chiedeva di aspettare un po' di tempo perché avendo bevuto alcolici Francesco (unico patentato e presunto violentatore, ndr) non poteva guidare e si doveva riposare». A quel punto R. rientra in casa per rimettersi a riposare sul divano e con S. inizia a provarci Lauria.

 

Nel gazebo la italo-norvegese spiega perché abbia pianto: «Dicevo che Francesco mi aveva fatto male e che loro non erano intervenuti». Sono le 9 del mattino. Sul tavolo c'è una bottiglia di vodka dall'«odore strano» e che secondo i ragazzi è «impossibile da finire». Vittorio a questo punto si sarebbe alzato e diretto con il liquore verso S.: «Mi afferrava con forza la testa, con una mano mi teneva il collo da dietro e con l' altra mi forzava a berla tutta. Sentivo che mi girava la testa dopo aver bevuto, non ricordo bene».

 

Il presunto violentatore ribalta il senso dell'episodio: S., per sfidare i maschi, avrebbe bevuto il quarto di bottiglia rimasto tutto d'un fiato. In ogni caso, quando la giovane comincia a sentire gli effetti dell'alcol, sarebbe iniziata una vera e propria gang bang, immortalata in un filmato trovato sui cellulari degli attuali indagati. La denunciante sarebbe stata di nuovo spogliata contro la sua volontà sopra un letto matrimoniale: «Vittorio mi spingeva il pene in bocca spingendomi la testa», mentre gli altri la avrebbero messa in «posizione di quadrupede».

EDOARDO CAPITTA

 

«Uno di loro alle spalle iniziava a penetrarmi [] sentivo che si chiamavano per nome tra di loro e si dicevano "ora tocca a me, dai spostati" e sentivo che si davano il cambio». Sarebbe andata avanti così per 6/7 rapporti. «Mentre uno mi penetrava, gli altri due mi stavano intorno, mi toccavano il seno, ricordo che uno di loro mi sbatteva il pene in erezione sulla schiena []. Durante l'atto mi colpivano con schiaffi forti alla schiena e alle natiche.

 

Nel frattempo Vittorio continuava a tenermi per i capelli e mantenermi il suo pene in bocca. Poi a un certo punto mi ha tolto la mano dalla testa e io ricordo che non ci vedevo più, mi girava la testa e continuavo a cadere in avanti. Ho visto nero, da quel momento non ricordo più nulla, ho perso conoscenza».

FRANCESCO CORSIGLIA

 

Verso le 14,45 S. viene svegliata da R. e si accorge di essere in uno dei letti singoli, nuda, avvolta in una coperta: «Ricordo l'ora perché alle 15 avevo lezione di kite []. R. mi chiedeva come stavo, ma non riuscivo neanche a rispondere e continuavo a cercare le mie cose per la casa. [] Poi R. voleva andare a salutare i ragazzi prima di andare via, quindi siamo entrate nell' altra camera matrimoniale e ho visto che erano tutti lì. Non ho detto nulla quando li ho visti, non riuscivo neanche a parlare e loro vedendomi hanno distolto lo sguardo. Io e R. siamo riuscite ad andare via mentre loro sono rimasti a casa».

 

Le due milanesi prendono un taxi e tornano al loro alloggio. Ma non fanno riferimento alla violenza: «Non abbiamo parlato durante tutto il viaggio», ha detto la studentessa alle carabiniere. «Quando siamo arrivate a casa, mia sorella era preoccupata perché l'avevamo lasciata da sola tutto quel tempo. Mi ha chiesto se era tutto a posto. Forse ha notato che ero nervosa, ma io ho risposto in maniera evasiva. Mi sono cambiata, ho messo il costume e sono uscita per andare a lezione di kite che avevo spostato alle 16».

 

massimo giletti e il caso ciro grillo 2

Proprio al maestro titolare (quel giorno indisponibile a causa di un infortunio), S. manda un messaggio vocale, dove sembra fare riferimento alla nottata: «No, Marco tranquillo, non ti preoccupare ehm ho fatto una cazzata, poi te la racconterò, eh, niente, cioè parliamo un attimo ehm mi serve un po' una dritta diciamo proprio cinque dita in faccia mi servono, comunque ehm sto andando a lezione, mi spiace un casino che non ci sei, spero che ti rimetta presto comunque, perché ci tengo anche io (ride), prima la tua salute ovviamente, poi ci tengo anche a fare lezione con te ehm e niente spero di vederti appunto presto così, cioè, parliamo e ci divertiamo (ride)». Invece con R. non riparla della serata: «Non ho più voluto affrontare l'argomento e lei non mi ha più fatto nessuna domanda».

il figlio di grillo

 

S. avrebbe confidato la violenza subita a un'altra coetanea di Milano, A.M., e a due amiche norvegesi. Due giorni dopo la raggiungono i genitori, ma S. trova la forza di raccontare la storia nei dettagli solo dopo una settimana, il 24 luglio, una volta ritornata a Milano. E lo fa con la mamma: «Ho un rapporto di confidenza con lei, le racconto tutto. Quella sera mi ha visto giù di morale e mi ha chiesto come stavo. Per cui le ho confidato che avevo tante cose per la testa e le ho detto che c'erano tanti pettegolezzi in giro sul mio conto che mi mettevano in cattiva luce e da qui le ho raccontato anche quanto accaduto il 16 luglio (in realtà il 17 mattina, ndr)».

 

foto di ciro grillo

In caserma S. spiega di non avere il numero di cellulare dei suoi presunti aguzzini (che identifica con il nome di battesimo) o altri riferimenti, se non la pagina Instagram del gruppo «official_mostri». Le militari domandano se i genovesi durante gli atti sessuali abbiano girato video o fatto foto e S. replica: «No, non li ho visti e non l'ho notato». In realtà nei cellulari degli indagati gli inquirenti hanno trovato sia un filmato sia istantanee oscene e sulla loro corretta interpretazione si deciderà molto probabilmente l'esito del processo.

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