tommaso verdini fabio pileri

“DIRETTORI IO SONO IN GRADO DI FARTELI” – NELLE INTERCETTAZIONI, TOMMASO VERDINI E IL SOCIO, FABIO PILERI, SI VANTANO DELLA CAPACITÀ DI COLLOCARE I MANAGER NEI POSTI STRATEGICI AI VERTICI DELLE AZIENDE – HOTEL DI LUSSO, AUTO BLU CON LAMPEGGIANTE E PALETTA SPIANATA: “IL SOTTOSEGRETARIO FRENI SCENDEVA DALLA MACCHINA ED ENTRAVA A CASA VERDINI…”

tommaso denis verdini

1 - HOTEL DI LUSSO, AUTO BLU E PALETTA LA VITA SPERICOLATA INTORNO AI VERDINI

Estratto dell’articolo di Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera”

 

Tra iniziative illecite e contegni inopportuni (per non dire sprezzanti), la cerchia degli amici dei Verdini sembra ignorare le regole. C’è il dirigente del gruppo Anas che si proietta all’estero per favorire affari privati. Il socio della Inver che, per fissare una stanza in albergo destinata a un politico, chiama addirittura il presidente di Federalberghi. Il sottosegretario (non indagato) che usa lampeggiante e paletta per andare a trovare un semplice conoscente.

 

FABIO PILERI

Su tutto questo la (malinconica) sensazione espressa da uno degli indagati che la stagione dei profitti e delle relazioni istituzionali vantaggiose sia allo zenit e dunque prossima al declino: «Questo è un lavoro — afferma Fabio Pileri, socio della Inver dei Verdini — che uno deve mette’ da parte deve guadagna’ perché comunque la baracca la puoi reggere tre/quattro anni, poi ti devi riconverti’ su altre cose...». Monetizzare, allora, è la parola chiave. Dunque si spinge affinché l’uomo di fiducia in Anas scali la vetta e poi faccia piovere appalti sulla cerchia di imprenditori fedeli.

 

Come accade con Oscar Mandosi, funzionario in pole per diventare manager di una struttura all’estero. É lui stesso a parlarne con Pileri in una conversazione a due: «Forse ci giochiamo qualche carta per diventare i responsabili di tutto l’estero», confida Mandosi. La sua personale aspettativa sembra coincidere con le strategie della Inver. Di lì a poco i due tornano sull’argomento analizzandone i benefici e tentando di convogliare sul nome Mandosi tutte le sponsorizzazioni.

 

FRANCESCA E TOMMASO VERDINI

«Mandosi […] non esita a chiedere dei consigli a Pileri in merito al comportamento da assumere nei riguardi di Diego Giacchetti e Massimo Bruno (dirigenti delle Ferrovie che controlla Anas, ndr ) dicendo di aspirare alla nuova struttura estera o della Libia. A tal fine gli interlocutori concordano di inviare una email a Giacchetti per formalizzarne la candidatura».

 

In contemporanea le intercettazioni registrano il parere di Tommaso Verdini sul tema: «Omar va sistemato» […]. Far crescere Mandosi — oggi dirigente della società che si occupa di una infrastruttura strategica come il ponte sullo Stretto di Messina — sembra quasi una priorità per Inver srl. Nel capovolto mondo dei Verdini […] è il funzionario a imporre il proprio volere ai dirigenti. Così quando Mandosi spiega a Pileri che per lui è quasi fatta quest’ultimo «condividendo il ragionamento di Mandosi afferma: “Ah perfetto so’ contento. E il 10 gli mettiamo il sigillo con Massimo Bruno (dirigente delle ferrovie, ndr)».

 

TOMMASO E DENIS VERDINI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

[…] Verdini jr intanto lavora sulle relazioni politiche sbrigando faccende degne di un modesto collaboratore e per prenotare tre stanze all’Hotel de la ville si spinge a chiamare il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: «Siamo in tre...una per Federico Freni che viene su con noi».

 

La stanza sarebbe stata pagata dal sottosegretario che in un’altra occasione per raggiungere l’amico Tommaso si sarebbe servito di tutto l’equipaggiamento istituzionale, vale a dire auto blu, lampeggiante e paletta: «Freni scendeva dalla macchina ed entrava presso l’abitazione di Verdini dopo aver sostato per alcuni attimi nell’androne», annotano i finanzieri. […]

 

federico freni da pastation per incontrare denis verdini

2 - VERDINI E I RUOLI CHIAVE «I DIRETTORI SONO NOSTRI»

Estratto dell’articolo di Valentina Errante per “il Messaggero”

 

Tutto ruotava intorno alla gestione delle nomine. Perché dagli incarichi assegnati dal governo all'interno delle aziende pubbliche ad amici di Verdini & co dipendeva la soddisfazione dei clienti imprenditori della società di lobbyng Inver: appalti di milioni.

 

E la crescita del prestigio per la mediazione di Tommaso Verdini e Fabio Pileri, nella quale di fatto aveva un ruolo centrale anche l'ex senatore azzurro Denis, con le pressioni sulla politica. In cambio i clienti pagavano consulenze, che per la procura di Roma sarebbero state false. Per questo il gruppo di affari avrebbe lambito la politica anche attraverso cortesie, come la prenotazione di una stanza all'Hotel de la Ville di Milano per il sottosegretario Federico Freni in occasione della prima della Scala del 2021.

TOMMASO VERDINI TRAVESTITO DA DENIS VERDINI

 

[…] Le liste da collocare nei posti strategici sarebbero state consegnate direttamente ai vertici delle aziende o alla politica. «A me mi dicono, finché si tratta di fare direttori... Direttori io sono in grado oggi di farteli, per quanto riguarda le parti sotto i direttori bisogna aspettare i tempi. Per quanto riguarda Fs gli abbiamo dato sei direttori», dice intercettato Tommaso Verdini nel giugno del 2022. E il socio Pileri replica: «Sei nomi per farli direttori. Cinque oggi sono direttori. Uno è saltato e dal primo luglio avrà un contentino, perché tanto qua gli abbiamo dato due quadri, uno è Luca, uno è Andrea Destro (oggi ceo di Fs park spa non indagato ndr)». E a marzo dello stesso anno commentavano i due soci: «Mi sembra che tutto quello che stiamo facendo stia andando nella direzione giusta».

TOMMASO VERDINI

 

E i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria di Roma hanno annotato: si evince «come le richieste della Inver sulla ricollocazione di alcuni dirigenti a loro graditi nel Gruppo Fs fossero state accolte dal Chief corporate affairs officer del Gruppo FS, Massimo Bruno».

 

Del resto quando Aldo Isi era stato nominato ad vertice di Anas al posto di Massimo Simonini, coinvolto nell'indagine, Pileri aveva commentato: «È un carissimo amico» sottolinea ancora la Finanza: «Tenendo a precisare che si tratta di un "amico, amico, amico, amico, amico, amico, amico, amico" (ripete otto volte la parola "amico").». Anche quando Bruno aveva avuto l'incarico, Pileri scherzava: «Il 10 gli mettiamo il sigillo con Massimo Bruno».

 

E proprio parlando del Chief corporate affairs officer del Gruppo Fs, il socio di Verdini metteva in risalto il ruolo della Inver: «Al riguardo […] Pileri […] comunica che Ferraris (ad di Ferrovie) gli conferirà l'incarico sulla progettazione del Pnrr che gli permetterà di conservare lo stesso stipendio». Affermazioni che per gli investigatori sembrano confermare «che i soci Inver riescano a incidere in maniera determinante sulle nomine all'interno di Fs e Anas, attraverso le loro relazioni con i dirigenti apicali»

federico freni 1 foto di bacco

[…] E sarebbero proprio questi agganci all'interno della aziende a spianare il terreno per gli appalti dei clienti. Pileri spiega le sue strategie: «Beh, Chicchiani (Stefano Chcchiani uno degli imprenditori ai domiciliari ndr) ha vinto l'accordo quadro in Umbria di 16 milioni di gallerie, andò in Ati con Gemmo, perché diciamo che erano andati in Ati insieme e l'accordo quadro di Stefano non è arrivato per grazia ricevuta, ma è arrivato perché è stato fatto un lavoro e loro erano due anni che, come impiantistica, non stavano facendo nulla e, invece, hanno finanziato, 2 mesi fa, i soldi per fargli fare impiantistica!

 

LA MAPPA DEI LUOGHI DEGLI INCONTRI DELLA CRICCA DI TOMMASO VERDINI

Gli ho dato gli accordi quadro che stavano per uscire, quindi c'avevano tutto il tempo per studiarseli. Glieli ho dati, come li ho dati a Ciccotto (Angelo Ciccotto l'altro imprenditore arrestato ndr) e Ciccotto se li è studiati bene, bene, bene. Loro un mese e mezzo c'hanno avuto!». E l'interlocutore risponde: «Cosa vuoi dire che gli hai dato gli accordi quadro? Gli hai detto che uscivano?». E Pileri: «No, gli ho dato le chiavette! Con i disciplinari!

Prima che venissero pubblicati. Non tutte le aziende ce l'hanno. Cioè, invece di aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale loro un mese prima ce l'avevano. Poi mo ne escono altri». […]

denis verdini incontra federico freni al ristorante pastation federico freni denis verdini foto fatto quotidiano

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO