VADO AL MINIMO - AVVISATE DE BENEDETTI CHE LA CENTRALE ELETTRICA “TIRRENO POWER”, DI CUI LA SORGENIA HA IL 39%, E’ INDAGATA PER DISASTRO AMBIENTALE

Marco Raffa per "La Stampa"

La Procura di Savona ha rotto gli indugi e ha iscritto i primi nomi nel registro degli indagati per l'inchiesta sulla centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure. Nomi per il momento coperti dal più stretto riserbo investigativo, come ha chiarito ieri il procuratore Francantonio Granero.

Nei giorni scorsi il magistrato aveva ufficializzato che il suo ufficio sta indagando per «disastro ambientale», ieri ha confermato che ci sono alcuni indagati. Da indiscrezioni si tratterebbe di una decina di persone e non è escluso che accanto a dirigenti e tecnici di Tirreno Power, direttamente coinvolti nella produzione di energia elettrica con il carbone, possano esserci anche altri soggetti con ruoli di controllo (tecnici o amministratori pubblici) a cui la Procura contesterebbe di non aver vigilato sulle conseguenze per l'ambiente circostante e la salute di chi abita nelle vicinanze dell'impianto.

L'ipotesi iniziale su cui era scattata l'inchiesta, quella di omicidio colposo e lesioni colpose in danno di ignoti, non sarebbe stata accantonata ma, in attesa di avere precisi riscontri epidemiologici (e, soprattutto, casi di acclarata causalità tra emissioni della centrale e decessi o lesioni gravi: un aspetto su cui hanno lavorato molto i consulenti della Procura di Savona tra i quali Paolo Crosignani dell'Ist di Milano, già perito di parte civile per la vicenda Eternit) si è preferito procedere sul filone del disastro ambientale, facendo riferimento all'articolo 434 del codice penale (disastro doloso) e alla definizione di «altro disastro» contenuta nel testo.

Dalle risultanze della perizia depositata in estate emergerebbe con chiarezza un «danno per la salute» (parole del procuratore Granero). C'è chi si è spinto ancora più in là, ipotizzando per il territorio circostante mille-millecinquecento decessi per tumore in più rispetto alla media nazionale. Dati che però la Procura della Repubblica non conferma e che al momento non hanno trovato riscontro.

Sulla vicenda Tirreno Power si è inserita anche una polemica politica scatenata dalle testate Mediaset che nelle scorse settimane avevano sottolineato la presenza tra gli azionisti della centrale della Cir di Carlo De Benedetti.

La società aveva replicato con una nota che riprendeva quanto dichiarato nel 2011: «La centrale non è di De Benedetti. Nè lui nè Cir hanno ruoli in Tirreno Power. In realtà Sorgenia, società controllata da Cir, detiene il 39% di Tirreno Power ma Sorgenia non gestisce la centrale di Vado». Dal 2011 l'azionista di riferimento della centrale è Gdf Suez con il 50 per cento delle quote.

A Savona, intanto, le associazioni ambientaliste riunite nella Rete contro il carbone contestano l'ok dato dalla Regione Liguria al progetto di potenziamento della centrale (il rinnovo dei due gruppi a carbone esistenti e la realizzazione di un terzo, da completare in dieci anni). L'azienda, che continua a sostenere di essere in regola con le norme europee e ha minacciato di dirottare altrove l'investimento di 1,2 miliardi di euro e di chiudere la centrale di Vado, ieri ha scelto il «no comment».

 

 

tirreno power centrale di vado ligure tirreno power centrale di vado ligure tirreno power centrale di vado ligure Vianello Mucchetti DeBortoli DeBenedetti Bazoli Geronzi CARLO DE BENEDETTI DA FABIO FAZIOgdf suez gdf suez

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)