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FESTE IN SPIAGGE, AGRITURISMI E VILLE PRIVATE, CHE RISCHIANO DI "PENSIONARE" LE DISCOTECHE TRADIZIONALI - IL SINDACATO DI GESTORI DI DISCOTECHE LANCIA L'ALLARME: QUARANT'ANNI FA, IN ITALIA C'ERANO 8-9 MILA LOCALI, OGGI CE NE SONO 3 MILA - MA IL DJ CLAUDIO CECCHETTO, UNO CHE DI DISCOTECHE SE NE INTENDE, NON E' D'ACCORDO: "BISOGNA CHE SALGA IL LIVELLO DEGLI IMPRENDITORI CHE LAVORANO NEL SETTORE CHE DOVREBBERO..."

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1 - DOVE SI BALLA

Estratto dell'articolo di Franco Giubilei per “la Stampa”

 

Un'epoca tramonta, ed eccone una nuova a risplendere nelle notti danzanti dei ragazzi: si balla sulle spiagge, negli agriturismi e nelle ville affittate o messe in qualche modo a disposizione fra città e dintorni, purché ci sia un dj, un impianto e spazi isolati che non molestino troppo il vicinato.

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Gianni Indino, dirigente nazionale del Silb, il sindacato gestori di discoteche, lo registra ogni weekend in Romagna soprattutto ora che l'estate è esplosa: «L'altra sera, sul litorale di Rimini, si sono accordati i gestori di tre stabilimenti balneari confinanti e hanno fatto ballare cinquemila persone sulla spiaggia – racconta –. Il tutto con servizi igienici insufficienti, dato che c'era solo un bagno per stabilimento, e in condizioni di sicurezza tutte da verificare. Si può capire come eventi del genere siano ampiamente irregolari».

 

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[…] Una tendenza che si diffonde a macchia d'olio su tutte le nostre coste, da Jesolo al Salento risalendo l'altro litorale, quello tirrenico […] È anche vero che ballare davanti al mare rende la soluzione irresistibile, ma la deregulation interessa scenari inediti dai risvolti furbeschi: «Ci sono agriturismi dove si inventano feste per i prodotti del territorio, dalle olive ascolane al sushi, come è capitato, che sono delle prese in giro – dice il dirigente Silb –. Sono le cose abusive, ovunque si svolgano, che tolgono pubblico ai locali. Il nostro mondo, oggi ridotto a 3 mila locali, dà lavoro a circa 35 mila persone. E per una di queste attività irregolari che troviamo, ne sorgono altre due…».

 

il declino delle discoteche dagli anni 70

[…] E mentre il ballo-ovunque dilaga vittorioso, sull'altro fronte si contano i caduti: «Hanno chiuso due discoteche su tre rispetto ai tempi d'oro, fra gli Anni ''80 e '90», dicono al Silb. Dj Cirillo, già star della console al Cocoricò, per anni la miglior techno disco del Paese, conosce bene il mondo della notte e ci lavora tuttora.

 

 Sulla fuga dai locali in direzione spiaggia, agriturismo o altro, ha una sua idea: «Molta gente si sente più libera di andare in luoghi dove magari non deve pagare l'ingresso, dove stare magari un paio d'ore, il più delle volte all'aperto, e bersi eventualmente qualche drink. La discoteca invece implica file, costi a volte alti, trasporti non facilitati e molto costosi». […]

 

Dj Cirillo: «La vera esplosione delle disco, da fine Anni '70- inizio '80 fino alla fine del decennio successivo, è stata spropositata in Italia e in tutto il mondo, dopodiché, a parte Ibiza che ancora tiene testa a tutti, la mega bolla si è sgonfiata. In realtà c'era troppa offerta e il più delle volte di scarsa qualità».

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Il Silb dà conto del declino: quarant'anni fa, la golden age delle discoteche, in Italia c'erano 8-9 mila locali. Il picco lo si toccò negli Anni '90, con un picco di 9 mila. Oggi ne resistono fra le 3.000 e le 3.500. Puntando la lente d'ingrandimento su una zona chiave per il night clubbing di casa nostra, solo a Rimini una volta c'erano 150 locali. Oggi se ne vedono aperti solo una quarantina.

 

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Una tendenza irreversibile secondo dj Cirillo, segno di un declino che come sempre porta altrove, verso posti diversi dove si continua a ballare: «Invertire questa tendenza tornando al passato è impossibile – dice il disc-jockey –. Per fortuna però ci sono realtà, come il nuovo Cocoricò, che si sono rinnovate per poter lavorare nella realtà musicale attuale. Rispetto al passato c'è pure da considerare la realtà odierna del digitale e dei social, sempre più veloci e invasivi, che gioca un ruolo nella carenza di creatività di molti locali. Una realtà che porta a cancellare interesse per qualsiasi cosa sia troppo impegnativa da seguire».

 

[…]

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2 - CLAUDIO CECCHETTO "SPIAGGE, CASCATE O RISTORANTI LA MUSICA È SEMPRE EMOZIONE SERVONO IMPRENDITORI VISIONARI" BALLARE IN SPIAGGIA NUOVE ESPERIENZE " LE PROPOSTE

Estratto dell'articolo di Franco Giubilei per “la Stampa”

 

«I ragazzi vanno a ballare in spiaggia o sotto una cascata? Che i gestori di discoteche si ingegnino per farli ballare nei luoghi più belli, fosse anche sotto una cascata. Ma con la stessa inventiva che avevano gli imprenditori della notte di un tempo, come Gianni Fabbri, che si inventò un posto come il Paradiso di Rimini». Non usa perifrasi Claudio Cecchetto, gran maestro e produttore dell'italian dance anni '80, quando costruiva un successo dopo l'altro […]«Ballare in spiaggia è più bello, no? È più bello così come lo è bersi una birra, o fare tante cose con il mare davanti».

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Sembra la scoperta dell'acqua calda.

«Intendo dire che nel mondo degli imprenditori che operano in quel mondo ci vorrebbe un upgrade. Che l'esperienza e la professionalità dei gestori si spostino nei chiringuitos in spiaggia, dove magari rispetto alle discoteche ci sarà un limite d'orario, e allora si pensi a locali pronti ad accogliere la gente quando se ne va dalla spiaggia, con discoteche vere e proprie in collina che aprono all'una di notte».

 

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Quindi ai gestori cosa direbbe?

«Che non credo si debbano incazzare se il pubblico tende ad andare altrove, dovrebbero invece spostare la loro attività dove vanno i ragazzi, che siano anche le cascate, o altri posti belli in mezzo alla natura».

 

Quindi è una questione di qualità dell'imprenditore?

«Sì, bisogna che salga anche il livello degli imprenditori che lavorano nel settore. Quello che vogliono le persone, il loro movimento, è questo che va capito e assecondato, se si vuole riuscire ad avviare iniziative che funzionino».

 

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[…]

Pensa che le discoteche si stiano avviando all'estinzione?

«No, per niente, ma penso anche che il ballo non può sparire. Neanche qui bisogna essere integralisti, e parlo delle sale da ballo. Se, faccio un esempio, viene fuori che si balla durante una festa di nozze, allora si deve creare un ambiente adatto perché si possa ballare in modo piacevole a una festa di nozze».

 

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[…]

Mi fa un esempio di una discoteca che secondo lei ha centrato l'obiettivo?

«Il Paradiso di Rimini di Gianni Fabbri (aperta negli anni'70 da uno degli artefici delle fortune danzerecce della Riviera ed esplosa nel decennio successivo, ndr) è stata una bella esperienza, così come il Cocoricò a Riccione. Però occorrono imprenditori di questo tipo, dei visionari».

 

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Queste però è una discoteca del passato…

«Voglio dire che non devono sparire i veri imprenditori del divertimento».

 

D'accordo, ma tornando alle feste in spiaggia, al ristorante o negli agriturismo, che già si fanno in abbondanza, come ci si regola?

 «La costa, per limitarci al ballo in spiaggia, non deve essere una serie di dormitori, devono esserci dei tratti dove si fa festa».

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