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QUESTIONE DI FILLER! LE DONNE SI RIFANNO LE TETTE, GLI UOMINI SI INGRANDISCONO IL PACCO GRAZIE AL "PENISFILLER" - PER ALLARGARE LA CIRCONFERENZA DEL PROPRIO AUGELLO, I MASCHIETTI SI FANNO INIETTARE L'ACIDO IALURONICO NELLE PARTI INTIME - GRAZIE ALLA "POMPATINA" L'ARNESE SI INGRANDISCE DEL 20-30% - UN QUARTO DEGLI UOMINI NON È SODDISFATTO DELLE PROPRIE MISURE, SOPRATTUTTO PER QUANTO RIGUARDA LA CIRCONFERENZA E RICORRE ALL'INTERVENTO I CUI EFFETTI DURANO ALMENO UN ANNO - IL COSTO È DI...

Paola Olgiati per "Adnkronos"

 

dimensioni pene

Maschi in coda per il Penisfiller, un'iniezione di acido ialuronico proprio lì, dove dice il nome. E' dedicata a lui la nuova tendenza del 'sex design', il ritocco estetico per chi sotto le lenzuola non si accontenta e chiede di più. In questo caso più centimetri sul diametro, per sé e per il benessere di coppia. "C'è almeno un 25% di uomini insoddisfatto delle sue dimensioni" intime, "in particolare della larghezza che, si sa, conta più della lunghezza".

 

Per liberarsi del disagio ecco il filler, un'alternativa soft alla chirurgia, che si fa in ambulatorio in pochi minuti sotto anestesia locale, durata garantita "almeno un anno". A parlarne all'Adnkronos Salute è Alessandro Littara, chirurgo andrologo, inventore di una procedura a doppio effetto: allargante ("la circonferenza in linea generale aumenta del 20-30%") e ritardante, un plus che non guasta considerando che "quasi il 30% della popolazione maschile sessualmente attiva soffre di eiaculazione precoce, da lieve a media o grave".

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Grande la domanda, "sorprendente" la risposta: "Negli ultimi 2-3 anni si è registrato un vero e proprio boom di richieste - riferisce l'esperto - tante da superare la domanda, pur elevata, di intervento chirurgico". Com'è nata l'idea? "Qualcuno negli Stati Uniti cominciava a proporre filler di acido ialuronico per aumentare il volume del pene", racconta Littara, fondatore del Centro di medicina sessuale di Milano, ora esportato anche a Firenze e a Roma.

 

Con all'attivo "oltre 5mila operazioni chirurgiche di aumento delle dimensioni" intime maschili, lo specialista ha pensato di 'importare' la metodica in Italia. Pioniere, "ho cominciato con queste procedure 6 anni fa: il primo anno ne ho fatte una trentina - dice - ma poi, promuovendole in modo più capillare, l'interesse e la curiosità iniziali sono cresciute" traducendosi in un'impennata di richieste. "Ormai ne faccio più di 200 ogni anno" e "a livello nazionale, anche se parliamo di stime, una cifra attendibile è intorno alle mille procedure l'anno", calcola il chirurgo.

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Altri colleghi eseguono la metodica, però la 'versione di Littara' è stata "ottimizzata e perfezionata sia nel materiale utilizzato sia nella tecnica di impianto", fino ad arrivare alla procedura '2 in 1' che, oltre ad agire sul diametro, prolunga il piacere. L'uomo che ricorre al filler "vuole nella maggior parte dei casi superare un disagio, che può essere di entità diversa, ma che comunque lo rende insicuro di fronte allo sguardo del partner (specie se occasionale) o dei pari (sindrome da spogliatoio)".

 

In base all'esperienza dell'esperto, tuttavia, non manca "un considerevole numero di maschi che decidono di regalarsi questa procedura per il puro desiderio narcisistico di apparire più dotati". E se "il 60% della domanda riguarda uomini 30-50enni, un buon 10% è rappresentato da over 60". Il medico cita il caso di "un signore di più di 70 anni che mi ha detto così: io prima di morire mi voglio togliere un cruccio che mi sono portato dietro per tutta la vita".

 

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Ecco, in pratica, in cosa consiste il Penisfiller brevettato da Littara: "Si fa un'incisione millimetrica alla base del pene - descrive il chirurgo - e da lì si entra con una cannula collegata alla siringa di acido ialuronico e si dispone il prodotto sottocute. Siccome è riassorbibile, se ne usa una formulazione che permette di mantenere il risultato per più di un anno". E per amor di proporzioni, "contestualmente si inietta un altro tipo specifico di acido ialuronico anche nel glande.

 

Qui il filler funziona come una sorta di 'cuscinetto', di barriera fra le terminazioni nervose interne e l'esterno, riducendo di fatto l'eventuale ipersensibilità della parte. Nell'80% dei casi, se non di più", con questo 'trucco' "persone che soffrivano di eiaculazione precoce migliorano". Del resto, a dimostrare le potenzialità dell'acido ialuronico contro questo problema ci sono ricerche pubblicate, anche da Littara.

 

Il tutto avviene "in anestesia locale, quella del dentista. Nel giro di mezz'ora si entra e si esce dallo studio" medico portandosi a casa "un risultato del tutto naturale" e "personalizzabile, in base alla fisiologia e agli 'obiettivi' del paziente". Controindicazioni? "L'acido ialuronico viene prodotto dal nostro organismo, quindi non ci sono rischi di rigetto o infezione", rassicura lo specialista. Certo "bisogna stare attentissimi a lavorare in sterilità". Quanto al post-impianto, "il paziente può immediatamente riprendere ogni sua attività esclusa quella sessuale per una ventina di giorni, così da favorire l'attecchimento completo del prodotto", affinché resti in loco e non si sposti.

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Un anno dopo che succede? "Il nostro organismo - chiarisce Littara - produce un enzima che si chiama ialuronidasi e scioglie l'acido ialuronico. Alcune persone ne sintetizzano di più e hanno un riassorbimento più veloce, altre ne producono di meno. Ma in linea di massima, almeno per un anno l'effetto rimane, poi comincia a ridursi piano piano, in modo dolce e progressivo".

 

A questo punto "chi vorrà procederà al 'rabbocco'", altrimenti "l'organo tornerà alle dimensioni di partenza, senza lasciare segni di alcun genere". Capitolo costi: "Il prezzo - puntualizza l'esperto - è determinato in grossa parte dal costo del prodotto" e si aggira intorno a "2.500 euro per il primo impianto, in base alla quantità di acido ialuronico utilizzata. Ovviamente i ritocchi costeranno di meno, perché richiederanno meno prodotto".

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"Il successo di questa metodica, minimamente invasiva e rapida - ragiona Littara - deriva anche dal fatto che la sua alternativa chirurgica più praticata al mondo, la lipopenoscultura, necessita del prelievo di una certa quantità di grasso del paziente, che potrebbe essere difficile da reperire nel corpo di uomini che, secondo i canoni estetici del momento, sono molto attenti ad avere un fisico asciutto e definito. L'Italia - rimarca lo specialista - è da sempre fra i Paesi con il maggior numero di persone che si sottopongono a procedure per l'aumento delle dimensioni del pene. Risiede in Italia l'unica scuola chirurgica al mondo in cui si insegnano le tecniche di falloplastica estetica", proprio presso il Centro di medicina sessuale di Milano fondato e diretto da Littara.

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Ed è italiano, a sua firma, "lo studio pubblicato con la casistica più numerosa al mondo di uomini sottoposti a chirurgia di allungamento e ingrossamento del pene".

"C'è però la necessità di fornire un'alternativa a chi non vuole o non può ricorrere alla chirurgia, un'operazione importante anche dal punto di vista psicologico", osserva l'esperto. "Tutto quello che viene spacciato per miracoloso, dalle creme o pomate alle pasticche, agli estensori, non funziona - avverte - e quindi alla fine, se hai un disagio che ti impedisce di vivere la sessualità in modo sereno e spensierato, o fai l'intervento o il disagio te lo tieni. Questa metodica offre una seconda via facile, veloce, indolore".

 

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Ma la scienza si basa sulle evidenze e per produrle Littara ha condotto "uno studio durato 2 anni, su oltre 400 pazienti. Lo presenterò a Parigi a inizio febbraio - annuncia - al Congresso internazionale di chirurgia e medicina estetica Imcas 2024, per il settore il più importante in Europa, con migliaia di espositori". Si tratta di "un passaggio necessario: questo è un campo piuttosto delicato, che ha molto seguito" e proprio per questo è popolato anche da "medici e non medici che cercano di vendere le cose più strane, magari pericolose. Io preferisco fornire le prove scientifiche di quello che propongo" e metterle nero su bianco: "Il lavoro sarà pubblicato, già sottoposto alla rivista 'Scientific Reports', gruppo Nature". 

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