times square new york

PIU' CHE "GRANDE MELA", GRANDE VUOTO: DOPO IL COVID A TIMES SQUARE E' TORNATA LA VITA, MA GLI UFFICI SONO RIMASTI VUOTI - LE STRADE DI NEW YORK SONO DI NUOVO POPOLATE, CAOTICHE, RUMOROSE, MA SOLO DI TURISTI, PEDONI, GENTE CHE VA DI FRETTA E NON TORNA INDIETRO - LA MAGGIOR PARTE DEGLI EDIFICI DELL'AREA NON OSPITA PIU' ATTIVITA' - AD APRILE DI QUEST'ANNO ERA TORNATO AL LAVORO NEI GIORNI CENTRALI DELLA SETTIMANA SOLO IL 38% DEGLI IMPIEGATI - TANTO CHE LE GRANDI COMPAGNIE IMMOBILIARI STANNO PENSANDO DI CONVERTIRE I PALAZZI VUOTI IN RESIDENCE...

Massimo Basile per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

Times Square

Le strade centrali di Manhattan sono di nuovo popolate, ma sono solo turisti. Le sedi di banche e aziende sono ancora vuote: pochissimi hanno accettato di tornare al lavoro in presenza. E la piazza più famosa del mondo si avvia alla seconda mutazione in trent'anni. Il Tsx Broadway sarà un parco divertimenti d'acciaio alto quarantasei piani al centro di Manhattan, tra ologrammi, concerti live virtuali e metaverso. Las Vegas ma senza le roulette e le carte da gioco, almeno per il momento.

 

Times Square

Ma Times Square, che è tornata ad animarsi, porta con sé una buona notizia e una cattiva: la vita è tornata, ma il cuore pulsante di quella vita no. Le strade sono di nuovo popolate, caotiche, rumorose, ma solo di turisti, di gente di passaggio, pedoni, gente che va di fretta e non si guarda indietro. Chi vive e lavora a Times Square non c'è più. Il ritorno alla normalità, guardando con più attenzione, non è più normale. Quella che la piazza amata dai turisti di tutto il mondo sta vivendo, quella delle luci stroboscopiche ventiquattr'ore al giorno, del countdown di fine anno, è la seconda trasformazione in trent'anni, forse la più malinconica.

 

Times Square 2

Negli anni 90, ha ricordato il New York Times, il tentativo di dare un'immagine nuova a Times Square aveva portato una serie di uffici nell'area. Era nato il Doubletree Hotel, capace di offrire ai clienti spettacolari viste notturne dal diciottesimo piano, dentro appartamenti a due stanze con vetrate panoramiche, da cui aspettarsi l'arrivo dell'Uomo Ragno o di Batman.

 

Accanto c'era il teatro dove Judy Garland e Liza Minnelli si esibivano davanti a un perenne tutto esaurito. La rivitalizzazione aveva prodotto un nuovo affollamento di luci e colori e varia umanità, folle ai semafori, negli angoli della piazza. Quelli erano i tempi in cui il caos era lo spettacolo più bello di New York ed era gratis. Poi è arrivato il Covid. E la storia ha preso una piega diversa, improvvisa.

 

Times Square 3

Il sistema è collassato, Times Square si è svuotata, nei primi sei mesi di pandemia era possibile incontrare non più di sei persone per volta nella piazza più famosa al mondo. E di queste, tre erano guardie o poliziotti a presidiare la zona.

 

Lo scenario era post-atomico, deserto urbano, silenzio, con i maxischermi colorati che continuavano a proiettare immagini e pubblicità. Tutto come prima, tutto diverso da prima. La piazza era diventata il monumento alla devastazione della pandemia. E da quel punto Times Square ha preso un'altra strada, che l'ha portata a un nuovo cambiamento: adesso è tornata affollata e vuota. Affollata di pedoni, di turisti, ma vuota di uffici.

 

Times Square 4

La maggior parte degli edifici dell'area non ospita più attività. New York è di nuovo la città che non smette mai di camminare, ma di lavorare sì. Lo fa in remoto. Più di 300 mila persone camminano in zona ogni giorno, il 20 per cento in meno rispetto a prima della pandemia, secondo i dati di Times Square Alliance, che rappresenta le attività commerciali del centro.

 

In alcuni giorni del mese, spiega il New York Times, si registra un traffico minore rispetto ad alcuni periodi della pandemia. I ristoranti sono tornati a riempirsi, così come i pub, meno teatri e cinema. Gli uffici, no. Ad aprile di quest'anno solo il 38 per cento degli impiegati è tornato al proprio posto di lavoro nei giorni centrali della settimana, dal martedì al giovedì, mentre solo l'8 per cento lo ha fatto per cinque giorni consecutivi. Il 20 per cento dei negozi è ancora chiuso.

 

La mancanza di impiegati ha messo in ginocchio le attività locali, che non possono contare più sulla clientela fissa. Le grandi aziende stanno facendo di tutto per invitare i dipendenti a tornare in ufficio: offrono bonus come piatti caldi da gustare gratuitamente, bottiglie di prosecco, spazi palestra, saune. Ma alla fine per migliaia di dipendenti resta più vantaggioso lavorare da casa, risparmiando su costi e tempi, in media almeno un'ora per raggiungere l'ufficio.

 

Times Square 5

Nessuno sente la mancanza della signora delle pulizie che urla nel corridoio, del ragazzo che picchia sulla porta dell'ascensore per farsi aprire, delle code in auto, le code nei garage, in fila sulle scalinate delle linee 4 e 5 della metro, delle porte girevoli alla Port Authority, delle porte dei treni che si aprono e chiudono a ripetizione per il troppo affollamento di passeggeri.

 

«Dobbiamo tornare al lavoro - commenta Patty Emmening - questo è ciò che fa funzionare la nostra economia. All'inizio avevo paura, perché il virus ha avuto effetti spaventosi. Ormai indossare la mascherina, farsi misurare la temperatura all'ingresso, beh, sono tutte cose normali. Ma non lo è vedere che il tuo collega è rimasto a casa, ti giri attorno e sei sola in ufficio. No, questo non lo è».

 

new york , preparativi per il capodanno a times square 4

La morte assurda di un dipendente di Goldman Sachs, Daniel Enriquez, ucciso dentro la carrozza della metro da uno sconosciuto, che gli ha sparato, ha aumentato la paura e spinto molti altri a restare a lavoro in remoto. Quattro mesi prima una impiegata di Deloitte, Michelle Go, era stata spinta sui binari mentre stava arrivando il treno. È accaduto a Times Square.

 

Al gruppo editoriale Hearst, ospitato in un grattacielo alle spalle della piazza, meno del 5 per cento dello staff è tornato al lavoro in presenza. Solo il 20 per cento a Jp Morgan. L'Oreal ha il 15 per cento in ufficio. Preoccupati dal calo di presenze, le grandi compagnie immobiliari stanno pensando di convertire gli edifici vuoti in residence e fare del distretto di lavoro più famoso al mondo un posto da vivere per famiglie e single.

 

times square deserta per coronavirus

Non erano arrivati a tanto neanche dopo l'attacco terroristico dell'11 settembre 2001. Secondo la Rebny, l'associazione dei proprietari immobiliari di New York, la conversione del solo 10 per cento degli edifici più vecchi presenti a Manhattan potrebbe portare alla realizzazione di 14 mila nuovi appartamenti. L'associazione ha presentato un piano al nuovo sindaco, Eric Adams, e alla governatrice dello Stato, Kathy Hochul.

 

CORONAVIRUS NEW YORK - TIMES SQUARE DESERTA

Entrambi sono apparsi aperti al cambiamento. Molti ritengono che questa scelta finirà per cambiare l'anima del centro di Manhattan. Da città che non dorme mai, potrebbe diventare la città che non lavora più e va a letto presto.

times square new york

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…