angelucci centro ceglie messapica emiliano fitto

ERA CONSIDERATA LA CLINICA DEI MIRACOLI: INFATTI CI POTEVANO LAVORARE ANCHE MEDICI SENZA TITOLI – A CEGLIE MESSAPICA, VICINO BRINDISI, BUEN RETIRO ESTIVO DELLA MELONI FAMILY, FINISCE SOTTO INCHIESTA IL CENTRO DI RIABILITAZIONE DEL GRUPPO DI ANGELUCCI DOPO 4 MORTI SOSPETTE NELL’ULTIMA SETTIMANA - IL CASO DELLE MANCATE SPECIALIZZAZIONI DEI MEDICI CHE OPERANO NEL CENTRO PRIVATO E LO SCONTRO TRA LA GIUNTA REGIONALE DI EMILIANO CON LA FAMIGLIA ANGELUCCI SPONSOR, IN PASSATO, DEL MINISTRO FITTO, EX PRESIDENTE DELLA PUGLIA...

Davide Carlucci per “la Repubblica” - Estratti

 

angelucci centro san raffaele ceglie messapica

Era considerata la “clinica dei miracoli”, dove i paraplegici potevano tornare a camminare grazie a un microchip. Ora il centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, è invece teatro di morti da chiarire e di uno dei più virulenti scontri fra la Puglia del governatore di centrosinistra Michele Emiliano e la famiglia Angelucci, padroni della sanità privata con aderenze nel centrodestra, nonché generosi sponsor, in passato, dell’attuale ministro del Sud — e commissario in pectore dell’Unione Europea — Raffaele Fitto.

 

Una guerra nella quale la Regione, tentando di difendere le ragioni della sanità pubblica, trova un freno nel governo, che in punto di diritto sta bloccando i suoi atti. Un conflitto che sta andando oltre i confini istituzionali per sfociare in un’indagine della procura. Sul tavolo dei magistrati di Brindisi sono arrivate da poche ore, infatti, le carte inviate dai dirigenti del dipartimento regionale della salute dopo che si è diffusa la notizia di quattro decessi sospetti, nell’ultima settimana, all’interno della struttura.

antonio angelucci 2 ricevimento quirinale 2 giugno 2024 foto lapresse

 

Gestita da 24 anni dal gruppo San Raffaele, di proprietà di Antonio Angelucci, riconfermato deputato della Lega alle ultime elezioni. L’assegnazione in sperimentazione gestionale, di fatto a trattativa privata, avvenne nel 2000, poco prima dell’elezione a presidente della Regione di Fitto, che di lì a poco sarebbe stato accusato — e poi assolto — per un contributo da 500mila euro ricevuto proprio dagli Angelucci, che i magistrati in prima battuta considerarono una tangente elargita per l’accreditamento di 11 Rsa.

 

Dal 2000 per il centro di Ceglie non ci sono state gare ma solo proroghe. La prima per dieci anni, nel 2004, un anno prima della scadenza. La seconda, che annullava la prima, nel 2008. Senza prevedere termini ma rimandando alla definizione di una procedura di gara che non si è mai istruita.

 

antonio angelucci 1

Da tempo la Regione cerca di reinternalizzare la struttura e il 30 maggio ci riesce, istituendo con legge il Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera di Ceglie Messapica, con l’impronunciabile acronimo CRRiPOCeM).

 

La struttura ritorna dunque alla Asl, come articolazione dell’ospedale Perrino di Brindisi. Ma a luglio la presidenza del Consiglio dei ministri impugna la legge. Sostenendo — così recita il comunicato — che «talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di pubblico impiego e coordinamento della finanza pubblica», violerebbero «gli articoli 97 e 117, terzo comma, della Costituzione ».

 

La proprietà, dal canto suo, presenta un ricorso al Tar che sarà discusso il 18 settembre. Ma nel frattempo l’azione martellante di denuncia di un consigliere regionale, Fabiano Amati, presidente della commissione Bilancio — competente anche sulla sanità — porta alla luce il caso delle mancate specializzazioni dei medici che operano nel centro privato, circostanza confermata anche da una relazione del Dipartimento di prevenzione della Asl.

emiliano fitto

Amati chiede l’immediata consegna alla Asl della struttura che nel frattempo ha minacciato di licenziare una parte dei suoi dipendenti. I sindacati parlano di «ritorsione ». Seguono manifestazioni, interrogazioni, ricorsi e controricorsi.

 

(...) Due giorni fa, in una riunione che si è svolta in presidenza con Emiliano trapela una novità: la Fondazione San Raffaele sarebbe disposta a restituire alla Asl la struttura, chiedendo però di ridurre le pretese economiche che la Regione avanza nei confronti della clinica per i rimborsi extratetto concessi nel corso degli anni e per l’affitto della sede, i cui costi ammontano a più di un milione di euro all’anno.

 

Ora, dopo i quattro decessi, segnalati proprio da Amati, il dipartimento di prevenzione della Asl di Brindisi chiede di capire se vi sia un nesso tra la morte dei pazienti (uno all’interno della clinica e gli altri tre dopo il trasporto con il 118 presso l’ospedale Perrino per riacutizzazione) e la «eventuale inappropriatezza delle cure».

antonio angelucci 3

 

E in una prima relazione scrive: «Quanto già emerso dall’esame sommario delle cartelle cliniche messe a disposizione dalla fondazione San Raffaele nel corso degli accertamenti rende doverosa la segnalazione all’autorità giudiziaria».

michele emiliano

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”