EVASIONE DA FILM AL CARCERE DI MILANO OPERA: IL DETENUTO ALBANESE TOMA TOULANT È FUGGITO SEGANDO LE SBARRE DELLA FINESTRA E CALANDOSI CON DELLE LENZUOLA ANNODATE – L’UOMO, CHE DEVE SCONTARE UNA CONDANNA FINO AL 2048, SAREBBE AL SUO QUARTO EPISODIO DI EVASIONE NEGLI ULTIMI ANNI – MA COME È POSSIBILE CHE UN CRIMINALE NOTO PER LE SUE FUGHE NON SIA SOTTO STRETTA SORVEGLIANZA?
Estratto da www.leggo.it
Un detenuto di 41 anni è evaso dal carcere di Milano Opera durante la notte tra sabato 6 e domenica 7 dicembre, ed è attualmente in fuga. «Sono in corso le ricerche dell’evaso da parte della Polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine e confidiamo che anche questa volta il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria e le sue articolazioni territoriali possano metterci una pezza», dice Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che lamenta anche le condizion critiche del carcere.
Si tratta di un cittadino albanese. In base a quanto riferiscono fonti della Uilpa Polizia Penitenziaria, Toma Taulant sarebbe al suo quarto episodio di evasione da una casa circondariale. […] Il 41 enne è ora ricercato.
LA FUGA
«Un detenuto di origini albanesi di 41 anni, con fine pena fissato a ottobre del 2048, è evaso nella notte dalla Casa di Reclusione di Milano Opera nel più classico dei modi - racconta De Fazio -, ovvero segando le sbarre della finestra e calandosi con delle lenzuola annodate. Non è ancora chiaro come abbia fatto poi a scavalcare la cinta muraria e se abbia goduto di complicità esterne. […]
LA SITUAZIONE DEL CARCERE
«È evidente che non si può andare avanti turando falle, di ogni genere, e senza un reale e concreto progetto programmatico degno di un paese civile», aggiunge il segretario della Uilpa pp. «Nel carcere di Opera 1.338 detenuti sono stipati in 918 posti disponibili (sovraffollamento del 153%) e vengono gestiti, per com’è possibile, da soli 533 agenti, quando ne necessiterebbero almeno 811 (-34%).
Una situazione oggettivamente insostenibile che, oltre a ledere i fondamentali diritti umani dei reclusi, mette a durissima prova gli operatori del Corpo di polizia penitenziaria, sottoposti a carichi di lavoro inenarrabili e a turnazioni di servizio che si protraggono ben al di là della durata regolare, con la compressione di diritti anche di rango costituzionale.
Del resto, a livello nazionale i detenuti sono 63.690, mentre i posti disponibili, in costante diminuzione al di là della narrazione governativa, sono solo 46.199 e alla Polizia penitenziaria nelle carceri mancano 20mila agenti. […]





