ragazzi presi in ostaggio dai miliziani di hamas al rave nel deserto sukkot

FATE LEGGERE I RACCONTI DEGLI STUPRI SUBITI DAGLI OSTAGGI NELLE MANI DI HAMAS ALLE FEMMINISTE CHE SCENDONO IN PIAZZA CONTRO I CRIMINI DI ISRAELE: SENI TAGLIATI, VAGINE USATE COME TIRASSEGNO, CHIODI CONFICCATI NELL’INGUINE, VIOLENZE DI GRUPPO E MUTILAZIONI. LE VITTIME? SOPRATTUTTO DONNE: UNA “VENIVA PUGNALATA QUANDO SUSSULTAVA”. UN’ALTRA È STATA “FATTA A PEZZI”: UNO LA STUPRAVA, UN ALTRO LA MUTILAVA...

 

 

Estratto dell’articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”

 

ragazzi presi in ostaggio da hamas durante il rave 2

Le parole per dirlo, chi le trova? In una casetta bianca di Haifa che guarda il mare, al Centro per le vittime di violenza sessuale, l’altro giorno è squillato il telefono. «Shalom. Vorrei sapere che tipo d’aiuto potete offrire…». L’aspettavano, quella voce. Di una ragazza. Che non ha lasciato il nome, ma ha detto che richiamerà: «Ci sono voluti quasi tre mesi — racconta Mali Orgad, che dirige il servizio per il trattamento del trauma —, ma stiamo ricevendo le prime richieste. Sono soprattutto ragazze. Il 7 ottobre, erano al rave nel deserto».

 

Stuprate, spezzate, spazzate via. «Per uscire allo scoperto hanno bisogno di tempo», spiega Naama Tamari-Lapid, della squadra di psicoterapeuti: «Lo choc è stato enorme. So già che le seguiremo per anni, e non è detto che basti. Io mi occupo di violenza sessuale da sempre: quel che è successo quel giorno, non ha precedenti».

 

il kibbutz di be’eri, assaltato il 7 ottobre da hamas foto di micol flammini 1

[…] Hamas nega tutto. Molto femminismo militante solidarizza poco. La stessa Onu, all’inizio, minimizzò gli orrori compiuti sulle donne israeliane. «Non ci sono prove», la scusa ufficiale. In parte vera: nel caos di quelle ore, nell’ansia di respingere l’attacco da Gaza e d’identificare i 1.200 cadaveri spesso mutilati o bruciati e infine di seppellirli subito — perché così si fa, per i funerali ebraici —, nessuno in quei momenti pensò a raccogliere pure le prove degli stupri.

 

ragazzi al rave in fuga dai miliziani di hamas nel deserto 1

Niente autopsie, di fronte all’evidenza dell’orrore. Nessuna prova conservata in laboratorio. Niente da dimostrare, si pensò in quell’ottobre nero. E invece no. Le vittime sopravvissute, i poliziotti, i medici, i necrofori dell’organizzazione Zaka, i testimoni oculari: adesso il governo Netanyahu ha lanciato un appello a tutti, chi sa parli. C’è un’inchiesta dell’unità d’élite Lahav 433. C’è un numero da contattare, il 118, per avere assistenza.

 

Anche il New York Times s’è messo al lavoro: due mesi d’inchiesta approfondita a otto mani guidata da un premio Pulitzer, Jeffrey Gettleman, 150 interviste, racconti che lasciano senza fiato. Ne esce una galleria degli orrori, vestiti strappati, gambe divaricate, genitali mutilati. E non casi sporadici, ma un sistema organizzato di violenza su chi era ebrea e per di più donna.

il kibbutz di be’eri, assaltato il 7 ottobre da hamas foto di micol flammini 4

 

Analizzando video, foto, dati gps, telefonate, il giornale americano ha scoperto almeno trenta episodi. In sette luoghi diversi fra i kibbutz Be’eri e Kfar Aza, lungo la strada 232, nella base militare Shura, al rave party. La storia delle soldatesse trovate nude, legate, le vagine usate come tirassegno. Una ragazza con i chiodi conficcati nell’inguine e nelle cosce. Sapir, 24 anni, che era ferita e s’era nascosta in un cespuglio, vedendo tutto quel che facevano alle altre: cento uomini di Hamas in divisa, a spartirsi il bottino femminile, in particolare una ragazza coi capelli color rame che veniva pugnalata quando sussultava per una violenza.

 

O un’altra «fatta a pezzi», fra uno che la stuprava e un altro che la mutilava con un taglierino. «Ho visto cinque in abiti civili, tutti con i coltelli e uno con un martello, mentre trascinavano sul terreno una donna», racconta Raz Cohen, parlando come se fosse tutto ancora lì davanti ai suoi occhi: «Ricordo ancora la sua voce: urla senza parole. Poi uno alza un coltello, e semplicemente la massacra».

 

ragazzi presi in ostaggio da hamas durante il rave 5

[…] La storia simbolica è quella di Gal Abdush, una mamma di due bambini di 10 e 7 anni, che era andata al rave col marito. L’ultima ripresa della telecamera di casa, ore 14,30, la riprende sorridente con una t-shirt nera e un paio di jeans. L’ultimo audio, ore 7,44, la fa sentire disperata: «Pensate ai miei bambini». Di lei, è rimasto un video che la mostra buttata in mezzo alla 232, seminuda, il volto bruciato. Qui, dice la polizia, le prove ci sono: è stata violentata.

 

[…] Per molte altre, non esistono immagini che dimostrino, testi che confermino. Nemmeno i becchini di Zaka hanno fatto foto, […] perché questa è la regola. […]

 

«Tre donne e un uomo sono sopravvissuti agli stupri — spiega al New York Times un portavoce del ministero per il Welfare —, ma non se la sentono ancora di parlare». In una tragedia di Shakespeare, il Tito Andronico , c’è Filomela che subisce una doppia violenza: dopo averla violentata, le tagliano la lingua perché taccia. La verità verrà a galla lo stesso, però. Chi soffre così tanto, prima o poi parla.

israeliani presi in ostaggio da hamas 6israeliani presi in ostaggio da hamas 1ostaggi israeliani rilasciati da hamasisraeliani presi in ostaggio da hamas 7ostaggi nelle mani di hamaskarine nahoun il kibbutz di be’eri, assaltato il 7 ottobre da hamas foto di micol flammini 6terroristi di hamas superano il confine con israele a erez, il 7 ottobre 2023UNA SOLDATESSA ISRAELIANA IN UNO DEI KIBBUTZ ATTACCATI IL 7 OTTOBRE DA HAMAS il video di mia schem, una delle ragazze ostaggio di hamas 5ragazzi presi in ostaggio da hamas durante il rave 4israeliani presi in ostaggio da hamas 3israeliani presi in ostaggio da hamas 4israeliani presi in ostaggio da hamas 5israeliani presi in ostaggio da hamasisraeliani presi in ostaggio da hamas 3israeliani presi in ostaggio da hamas 5israeliani presi in ostaggio da hamas 1IL MESSAGGIO SUL LENZUOLO SCRITTO CON GLI AVANZI DI CIBO DAI TRE OSTAGGI UCCISI DALL ESERCITO ISRAELIANO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…