le iene sul caso boccia sangiuliano e la chiave d oro di pompei

CHE FINE HA FATTO LA CHIAVE D’ORO CHE IL SINDACO DI POMPEI HA DONATO A SANGIULIANO QUANDO ERA MINISTRO? – “LE IENE” INFILANO LA TELECAMERA NEL PORTAGIOIE DELLA “POMPEIANA ESPERTA” E MOSTRANO UN DOCUMENTO INEDITO IN CUI GENNY SCRIVEVA CHE L’OGGETTO PREZIOSO ERA “NELLA DISPONIBILITÀ DI MARIA ROSARIA BOCCIA” – SUL CASO INDAGANO SIA LA PROCURA DI ROMA SIA LA CORTE DEI CONTI – I MINISTRI NON POSSONO TENERE PER SE’ “REGALI” SUPERIORI AI 300 EURO (LA CHIAVE NE VALE OLTRE 11MILA), MA DEVONO RESTITUIRLI ALLA PA – LO STESSO DONO ERA STATO FATTO A FRANCESCHINI, CHE…

Estratto dell’articolo di Erica Dellapasqua per www.corriere.it

 

le iene sul caso boccia sangiuliano e la chiave d oro di pompei 6

Che fine ha fatto la preziosa chiave d’oro (valore di circa 12mila euro), donata dal sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio a Gennaro Sangiuliano quando era ministro alla Cultura? Lo spiegano Le Iene nella puntata in onda domani, domenica 27 ottobre: Alessandro Sortino mostrerà in esclusiva un documento inedito, in cui l'allora capo del dicastero della Cultura scrive che la chiave scomparsa «risulterebbe essere nella disponibilità della signora Boccia».

le iene sul caso boccia sangiuliano e la chiave d oro di pompei 7

 

La lettera di Sangiuliano

La vicenda Sangiuliano-Boccia è orami da tempo nelle mani della Procura di Roma e della Corte dei Conti. […]

 

Ci sarebbe infatti un ulteriore fascicolo d'indagine, che sarebbe stato aperto proprio a proposito della chiave d’oro, sulla cui sorte starebbe indagando anche la Corte dei conti. I dipendenti del Comune di Pompei sarebbero stati già interrogati dai carabinieri del Nucleo investigativo. […]

boccia sangiuliano

 

Il ruolo di Boccia

Tempo fa, in un’intervista rilasciata a La Stampa, Boccia - nativa di Pompei e in prima fila in occasione della cerimonia di consegna della chiave a Sangiuliano - si poneva come «facilitatrice» dell'operazione: «Sono io che ho mediato per fare avere l’onorificenza. Al ministro faceva piacere ricevere una chiave d’oro ma per lui è stato un percorso un po' complicato perché il sindaco di Pompei è del Partito democratico mentre il ministro è di Fratelli d’Italia; quindi, io ho curato questa intermediazione e in pochissimo tempo ho fatto sì che il ministro ricevesse la chiave: il ministro l'ha saputo fin dall'inizio che non era una patacca ma aveva quel valore».

 

La chiave d'oro a Franceschini

Prima che a Sangiuliano, un oggetto ugualmente significativo anche sul piano economico venne consegnato al suo predecessore, il ministro Dario Franceschini. Per legge, quando un ministro riceve un dono, può tenerlo solo se vale meno di 300 euro, altrimenti l'oggetto va riconsegnato all’amministrazione pubblica. Pare che Franceschini si sia tenuto la chiave d’oro per tre anni e che l’abbia ridata indietro solo quando, quest’estate, è scoppiato lo scandalo che ha investito l’ex ministro Sangiuliano.

le iene sul caso boccia sangiuliano e la chiave d oro di pompei 3

«Ho parlato col gioielliere che mi ha detto che c’era un certificato di garanzia», fa però notare Alessandro Sortino a Franceschini, raggiunto a telefono.

 

«Quando andiamo in giro ci danno spesso queste cose qua di premi, cerimonie. – gli risponde Franceschini - Io non l’ho mai più aperta, l’ho portata a casa insieme ad altre pergamene e cose del genere, quando ho letto che quella data a Sangiuliano era di valore l’ho restituita». Sortino insiste su cosa gli ha detto la gioielliera, che era impossibile non accorgersi del reale valore essendoci gioielli, zaffiri, rubini, brillanti... Franceschini resta sulla sua linea: «Intanto è difficile immaginare che venga consegnato un oggetto così di valore in un Comune che dà un'onorificenza, no? Comunque, morale della favola, non l’ho sospettato minimamente. Quando ho letto la storia di Sangiuliano che aveva ricevuto una chiave di quel valore lì l’ho restituita».

le iene sul caso boccia sangiuliano e la chiave d oro di pompei 5

 

L'orafa: «Valore evidente a occhio nudo»

Ma secondo l’orafa che l’ha realizzata, che l’oggetto fosse prezioso era evidente. «Per l’amor di Dio lei mi offende! Era certificata e tutto era scritto. Franceschini pensava fosse una patacca? E io posso pure pensare che lui tiene una laurea finta. La gioielleria Vitiello faceva uscire una patacca? L’ultima di Sangiuliano addirittura l'abbiamo perfezionata con smeraldi, zaffiri e rubini», dice l'artigiana all’inviato.

 

le iene sul caso boccia sangiuliano e la chiave d oro di pompei 4

Sangiuliano, attraverso virgolettati riportati dal quotidiano La Stampa, a settembre, prendendo le distanze dal suo predecessore, faceva sapere: «La chiave sta al ministero protocollata insieme agli altri doni». Ma qualche giorno dopo è stata Boccia a far nascere il dubbio rispondendo al vicedirettore Federico Monga: «La facesse vedere questa chiave protocollata».

 

E così si arriva al documento esclusivo, scritto e firmato da Sangiuliano e indirizzato al gabinetto del ministero della Cultura, in cui l’ex ministro spiega come starebbero le cose: «Ho ritenuto che tale oggetto, recante le mie iniziali, fosse di un valore di gran lunga inferiore agli euro 300, limite per l'obbligo del conferimento al ministero».

le iene sul caso boccia sangiuliano e la chiave d oro di pompei 1

Ma non aveva dichiarato di averla consegnata e protocollata al ministero?, si chiede Sortino.

Sangiuliano in ogni caso nella lettera ora sostiene che in realtà anche lui, come il suo predecessore Franceschini, non si era accorto del valore della chiave

 

[…]

Il documento riservato

Infine, nel documento (senza data) da lui redatto si legge: «Non ho la disponibilità dello stesso... Risulterebbe essere nella disponibilità della signora Boccia Maria Rosaria, residente in Pompei, sulla base di fotografia postata dalla medesima sui social... Mi rendo immediatamente pronto a corrispondere la somma prescritta…» Cioè pagare la differenza tra i 300 euro e il valore reale dell’oggetto: nei fatti 11 mila e 700 euro, per un regalo che, oggi, sostiene di non possedere più. 

le iene sul caso boccia sangiuliano e la chiave d oro di pompei 2

 

Maria Rosaria Boccia, nei video che andranno in onda domani, chiede a Alessandro Sortino di spegnere la telecamera e va via, a bordo della sua auto. Poco dopo diffida il programma dall’ «astenersi dal diffondere servizi che contengano notizie destituite di fondamento, tali da diffondere un messaggio diffamatorio e lesivo dell’onore, del decoro e della reputazione».

maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo 2Maria Rosaria Boccia GENNARO SANGIULIANO GIUSEPPE CRUCIANImaria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo 1GENNARO SANGIULIANO IN VERSIONE FRATE - MEMEmaria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO