ignazio leonardo apache la russa enrico pazzali

“IGNAZIO LA RUSSA CHIAMÒ ENRICO PAZZALI DOPO IL PRESUNTO STUPRO DEL FIGLIO” - “IL FATTO QUOTIDIANO” SPARA LA BOMBA: “SU UNA COSA L’HACKER CALAMUCCI PARE NON AVERE DUBBI: LA TELEFONATA AVVENNE PRIMA DELLA ‘DISCOVERY’ DELLA NOTIZIA” – “POCO DOPO IL TELEFONO DI PAZZALI SQUILLA DI NUOVO. UN UFFICIALE DEI CARABINIERI DOMANDA A PAZZALI INFORMAZIONI SULLA LOGISTICA DELLA CASA MILANESE DEL PRESIDENTE DEL SENATO. COM’È POSSIBILE CHE UN UFFICIALE SAPPIA IN TEMPO REALE QUELLO CHE È AVVENUTO? STANDO A QUESTA RICOSTRUZIONE, SAREMMO NEL POMERIGGIO DEL 19 MAGGIO, OVVERO IL GIORNO DOPO LA PRESUNTA VIOLENZA…” – IL PRESIDENTE DEL SENATO: “NON HO MAI PARLATO CON ENRICO PAZZALI NÉ TANTOMENO CON IMPRECISATI CARABINIERI, DEI FATTI DI CUI È STATO ACCUSATO MIO FIGLIO..."

1. “IGNAZIO” CHIAMÒ PAZZALI DOPO IL PRESUNTO STUPRO DI LA RUSSA JR

Estratto dell’articolo di Davide Milosa per “il Fatto quotidiano”

 

ignazio la russa

Negli uffici della Fondazione Fiera ci sono Enrico Pazzali, Carmine Gallo, Samuele Calamucci. È la seconda metà di maggio 2023. A un certo punto la riunione viene interrotta da una telefonata che Pazzali riceve sul suo cellulare.

 

La scena, per quel che risulta al Fatto, emerge dalle parole di Calamucci messe agli atti dell’indagine sulla società Equalize e sul gruppo di spioni di via Pattari coordinata dal pm di Milano Francesco De Tommasi.

 

Leonardo Apache La Russa

[...] L’argomento della telefonata riguarda il presunto stupro di una ragazza da parte di Leonardo Apache La Russa, il figlio più piccolo del presidente del Senato. Il punto è che però, a quella data, la notizia non è affatto pubblica, lo diventerà solamente un mese dopo.

 

Anche perché la presunta violenza, avvenuta nella notte tra il 18 e il 19 maggio 2023 in casa La Russa dopo una serata in un locale, si sarebbe appena consumata. [...]

 

Ma torniamo negli uffici di Fondazione Fiera, quando ancora il caso non è diventato mediatico. Ora, per quel che risulta, non si sa se dall’altra parte del telefono vi fosse la seconda carica dello Stato. Di certo, secondo Calamucci, Pazzali sta parlando con una persona che di nome fa Ignazio.

 

nunzio samuele calamucci

Chiusa la chiamata e con il volto sbiancato, lo stesso ex presidente della Fondazione Fiera commenta con gli altri la notizia del presunto stupro, spiegando, in modo molto preoccupato che un fatto del genere può capitare a chiunque. Non tanto riferendosi alla ragazza, ma quanto al coinvolgimento in una faccenda del genere di figli di persone note. Su una cosa poi Calamucci pare non avere dubbi: la telefonata avvenne prima della discovery della notizia. Ma non è finita.

 

Perché poco dopo il telefono di Pazzali squilla di nuovo. Questa volta non è Ignazio, ma per quel che risulta al Fatto, un ufficiale dei carabinieri del quale Pazzali non farà il nome. Il dato che inquieta è però un altro: la richiesta dell’ufficiale dei carabinieri.

ignazio la russa enrico pazzali carmine gallo - lapresse

 

Domanda a Pazzali informazioni sulla logistica della casa milanese del presidente del Senato dove si è consumata la presunta violenza. Com’è possibile che un ufficiale sappia in tempo reale quello che è avvenuto?

 

Stando a questa ricostruzione, infatti, saremmo nel pomeriggio del 19 maggio, ovvero il giorno dopo la presunta violenza, quando la ragazza è appena uscita dalla clinica Mangiagalli. Che sia quel giorno, secondo la versione di Calamucci, lo dimostra il fatto che il gruppo dalla Fondazione Fiera si reca in via Pattari e qui Pazzali chiede di fare gli accertamenti, attraverso il sistema Beyond, sulla famiglia La Russa. Sono le 17:57 del 19 maggio.

 

leonardo apache la russa

Il dato è riscontrato dalle intercettazioni. Pazzali arrivato negli uffici di via Pattari chiede: “Ignazio La Russa del ’53, no ha settantacinque anni lui ha... vai giù (…) questo (…) e metti anche un altro come si chiama l’altro figlio?”. Chiosano i carabinieri di Varese: “Proprio la notte tra il 18 e il 19 maggio il figlio di La Russa (Leonardo, ndr) passerà la notte con una ragazza che poi lo denuncerà per stupro”. Ma se questo dato, pur noto, serve da riscontro alle parole di Calamucci, quello che resta un “mister x” è l’ufficiale dei carabinieri.

 

[...] Se tutta questa ricostruzione è valida, Pazzali fu dunque aggiornato in diretta sul presunto stupro di La Russa jr. E di questo episodio delicato del quale s’è interessato – altrettanto in diretta – un alto ufficiale dei carabinieri.

ignazio la russa

 

2. “ESCLUDO DI AVERLO FATTO, IO NON NE SAPEVO NULLA”

Estratto dell’articolo di Davide Milosa per “il Fatto quotidiano”

 

“Certo che lo escludo, peraltro ho saputo dell’accusa solo quando ne hanno i parlato i giornali”. È questa la risposta de presidente del Senato Ignazio La Russa al Fatto che gli ha chiesto se abbia parlato con il dominus di Equalize, Enrico Pazzali, delle vicissitudini giudiziarie di suo figlio prima che la vicenda fosse pubblica.

 

Sull’inchiesta per presunto stupro a carico di Leonardo Apache La Russa, il padre nonché presidente del Senato è intervenuto più volte nel corso di quasi due anni, sostenendo sempre la stessa tesi: ha saputo della vicenda solo dopo la denuncia della presunta vittima pubblicata sui giornali.

 

il video di sottovalutati canzone di larus (leonardo la russa) con apo way 6

Va ricordato che la violenza ipotizzata si consuma la notte tra il 18 e il 19 maggio dopo una festa all'Apophis. La notizia emerge 40 giorni dopo, quando la ragazza denuncia. Nei giorni successivi è lo stesso Ignazio La Russa fuori dal Tribunale a spiegare in modo chiaro che sì, lui sapeva che la ragazza era in casa. Dirà anche averla vista quella mattina. “L’ho incrociata al mattino – spiega ai cronisti - sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla”.

 

[...] Prima che scoppiasse il caso Equalize, lo stesso Ignazio La Russa era entrato in argomento sul caso del figlio. Dirà infatti: “Dopo averlo a lungo interrogato ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo 40 giorni.

 

Leonardo Apache La Russa in Procura a Milano per l interrogatorio

Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua. Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero”.

 

Parole che suscitarono le forti critiche del leader del Pd Elly Schlein che definì quella uscita “disgustosa”. Da qui un nuovo messaggio dello stesso La Russa: “Non accuso nessuno e men che meno la ragazza. Semplicemente, da padre, credo a mio figlio”. Spetterà alla Procura decidere. Al momento ogni accertamento è stato fatto. I pm dovranno valutare se procedere con una chiusura indagini o con una richiesta di archiviazione.

 

NOTA DEL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA

 

In merito alla notizia pubblicata oggi da “Il Fatto Quotidiano” preciso quanto segue:

 

-          non ho mai parlato, e ripeto mai, con Enrico Pazzali né tantomeno con imprecisati carabinieri, dei fatti di cui è stato accusato mio figlio Leonardo;

 

-          non avrei in ogni caso potuto parlarne con alcuno fino a quando (ben 40 giorni dopo) ho appreso dai giornali dell’accusa e della denuncia presentata dalla ragazza. Accusa che fino ad allora, ripeto, era a me sconosciuta;

 

-          inoltre, sarebbe curioso sapere come gli “spioni”, contro cui non siamo stati teneri ne io ne FdI con le nostre dichiarazioni, potevano conoscere qualcosa nelle stesse identiche ore in cui, secondo la ricostruzione de Il Fatto Quotidiano, la ragazza veniva visitata alla clinica Mangiagalli;

 

-          se mai avessi potuto averne contezza, prima dei 40 giorni passati tra la visita alla clinica Mangiagalli e la denuncia, mi sarei premurato sicuramente di chiedere la registrazione delle telecamere di sicurezza poste fuori del mio palazzo oltre che di quelle della discoteca. Registrazioni che sarebbero state utili e forse decisive all’accertamento della verità. Richiesta purtroppo impossibile, invece, trascorso quel periodo;

 

-          non capisco poi perché avrei dovuto, secondo quanto scrive sempre il Fatto Quotidiano, essere interessato a far rilevare dagli “spioni” la planimetria (“la logistica”) della mia abitazione che ovviamente conosco benissimo.

 

Né comprendo come sia possibile adombrare chissà cosa anche su di me che, come risulta, sono stato oggetto assieme ai miei figli, di richiesta da parte di Pazzali di informazioni indebite. La mia dura reazione su questa richiesta e sul comportamento di Pazzali è nota a tutti. 

 

Ritengo veramente vergognoso che anziché approfondire le responsabilità degli “spioni Pazzali &co”. (curiosamente scomparsi ultimamente dalle cronache giornalistiche), si tenti di gettare discredito su di me.

 

Ombre che anche a persone disattente, risultano prive di logica, costrutto e fondamento. Mi permetto, infine, di chiedere alle autorità giudiziarie di valutare se non ritengano a questo punto di desecretare gli interrogatori degli imputati e contestualizzare i fatti, chiarendo in maniera pronta tutte le circostanze in difesa della mia onorabilità.

 

 

PROVACI ANCORA, SIM - MEME BY EMILIANO CARLI marco malerba giuliano schiano giulio cornelli samuele calamucci massimiliano camponovo carmine galloDISCOTECA APOPHIS MILANOignazio la russa

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….