vittorio feltri dino boffo il giornale

FELTRI, IL PASSATO TI TRAPASSA - ANTONELLO PIROSO A DAGOSPIA: “MA IL FELTRI DI OGGI SUL ‘FOGLIO’, CHE (ACCUSANDO DAGOSPIA) SOSTIENE DI NON METTERE IN CIRCOLO "UN PISSI PISSI OMOFOBO E SCHIFOSO PER SPORCARE LA GENTE", È LO STESSO CHE PUBBLICÒ UNA PATACCA SU DINO BOFFO, DIRETTORE DI AVVENIRE, BUFALA CHE SOSTENEVA CHE BOFFO FOSSE "ATTENZIONATO" IN QUANTO GAY? FELTRI NON FU MAI QUERELATO MA FU SOSPESO DALL'ORDINE PER 6 MESI, RIDOTTI POI ALLA METÀ” - LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA - PS: QUALCUNO PORTI A SALVATORE MERLO, CIOE’ IL MERLO MINORE (ANZI MERLETTO), DOSI DI FOSFORO PER LA MEMORIA: COSI’ EVITERA’ DI FARSI INFINOCCHIARE E DI SCRIVERE PANZANE NEI SUOI ARTICOLI…

Antonello Piroso per Dagospia

 

ANTONELLO PIROSO

Aiutatemi a ricordare: ma il Feltri di oggi sul Foglio, che non mette in circolo "un pissi pissi omofobo e schifoso per sporcare la gente", è lo stesso Feltri che pubblicò una patacca su Dino Boffo, direttore di Avvenire, bufala che sosteneva che Boffo fosse "attenzionato" in quanto gay?

 

Rileggiamo il passaggio da te ripreso: "La cosa bestiale è l'ipocrisia e la stupidità dei commenti che stiamo ascoltando a proposito della frociaggine al ministero della Cultura. Una cosa che un po' mi fa ridere, un po' mi fa piangere. Perchè poi rompono i coglioni a me quando faccio i titoli provocatori. Ma io strizzo l'occhio, scherzo, lo faccio in chiaro, non metto in circolo un pissi pissi omofobo e schifoso per sporcare la gente o indebolire un ministro".

 

vittorio feltri

Da lettore storico del Foglio, sono rimasto colpito. Dalla scelta di parlare proprio con Feltri di giornali e siti che pubblicherebbero immondizia sulle vicende inerenti al ministero della Cultura, con (si legge nel sommario) le "allusioni sessuali su Spano-Giuli". Dal momento che nel 2009 fu proprio Feltri, da direttore del Giornale, a far partire una campagna stampa sull'allora direttore di Avvenire Dino Boffo, che in seguito -e a seguito delle polemiche- si dimetterà.

 

E cosa aveva fatto Feltri? Partendo da una notizia vera (condanna di Boffo a una contravvenzione per molestie telefoniche) aveva pubblicato -con quella- una "nota" in cui Boffo risultava implicato in vicende omosessuali e, appunto, addirittura "attenzionato" proprio in quanto gay. Una nota che era una velina costruita a tavolino.

dino boffo 9

 

Ad ammetterlo, a modo suo, sarà lo stesso Feltri (https://blog.dossier.net/quer-pasticciaccio-brutto-der-caso-boffo/, con link ai diversi articoli sul tema): “(…) Personalmente non mi sarei occupato di Dino Boffo, giornalista prestigioso e apprezzato, se non mi fosse stata consegnata da un informatore attendibile, direi insospettabile, la fotocopia del casellario giudiziale che recava la condanna del direttore a una contravvenzione per molestie telefoniche.

 

vittorio feltri

Insieme, un secondo documento (una nota) che riassumeva le motivazioni della condanna. La ricostruzione dei fatti descritti nella nota, oggi posso dire, non corrisponde al contenuto degli atti processuali. (...) Infatti, da quelle carte (processuali), Dino Boffo non risulta implicato in vicende omosessuali, tantomeno si parla di omosessuale attenzionato.

Questa è la verità (...)".

 

Lo scrisse in prima pagina, dove era stato sbattuto il "mostro" Boffo? No: in una rettifica infilata nelle lettere al direttore, in risposta a un lettore. Per documentarsi sulla vicenda, basta andare in rete e cercare cosa scrisse il quotidiano Avvenire, o come giudicarono l'operato di Feltri i commentatori più diversi. Ti segnalo, per esempio, Diego Gabutti che nel 2010 su ItaliaOggi scrisse:

 

Dino Boffo

"Vittorio Feltri pensava che la notizia fosse vera ed è per questo che l'ha sbattuta a lettere cubitali in prima pagina. Mica è colpa sua se poi è risultato che la notizia era falsa «almeno per metà», come ha poi dovuto ammettere. Condannato per molestie, fin qui la notizia vera, il direttore d'Avvenire Dino Boffo non era stato condannato (come Oscar Wilde nell'Inghilterra d'inizio secolo e i «maricones» a Cuba, sotto Ernesto Che Guevara e Fidel Castro) perché colpevole di molestie di stampo omosessuale se non addirittura «perché omosessuale»".

 

ANTONELLO PIROSO

E poi, soprattutto, ci sono le tante versioni non sempre concordanti che Feltri ha offerto nel corso di questi 15 anni. Va detto, per completezza, che Feltri non fu mai querelato da Boffo ma sospeso dall'Ordine per 6 mesi, ridotti poi alla metà. Nel 2012 con il quotidiano Libero, diretto all'epoca da Maurizio Belpietro, Feltri farà per esempio una mezza marcia indietro, rispetto alla risposta al lettore del Giornale, insistendo sulla condanna di Boffo ma non parlando della "patacca". 

 

Aggiungendo che i documenti non li aveva ricevuti lui, ma Alessandro Sallusti. E chiarendo di non essersi scusato, ma di aver scritto solo "una precisazione" (anche questa intervista fu da te ripresa: https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/che-boffo-ti-fo-ma-quale-vian-passare-feltri-notizia-39153.htm).

 

salvatore merlo 4

Eccone uno stralcio significativo, in cui contesta il "bidone" e garantisce sulle opportune "verifiche".

 

Il nostro direttore (Belpietro) parla di un «bidone» che ti fu rifilato.

«Una cosa non vera. La condanna di Boffo c'è. Non capisco, che vuol dire bidone?».

 

Li hai ricevuti tu (i documenti)?

«Non io personalmente. Arrivarono sul tavolo di Alessandro Sallusti, che me li notificò. E siccome la provenienza era autorevole non mi è mai venuto il sospetto che i documenti potessero contenere falsità. Ciò nonostante, pregai la redazione, che non è fatta da principianti, di fare le necessarie verifiche. Quando le verifiche furono eseguite, scrissi un commento, niente di particolare, dicevo solo, vado a memoria, che Boffo non aveva più i titoli per fare delle prediche moralistiche».

vittorio feltri ai tempi della direzione del giornale

 

Non fu un bidone. Un mezzo bidone?

«Io mi pongo una domanda: se fosse stata una bufala, tutta una bufala, perché Boffo si dimise e perché le dimissioni furono accettate dalla Cei?».

 

Tre mesi (di sospensione) nonostante le scuse.

«Scuse è una parola grossa. Intendiamoci: a volte si chiede anche scusa. Si sbaglia, si cerca di rimediare. Nel caso specifico, ci fu una precisazione. Quando Boffo, tramite il suo avvocato, si fece vivo e chiese una precisazione, io la feci e la misi in pagina. Per il resto, non c'è stata mai una lettera di smentita da parte di Boffo».

 

Quindi non si scusò (parola grossa), non rettificò, ma precisò. Nel 2021, altra rievocazione che ricambia vagamente le carte in tavola (la si trova qui: https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/mistero-boffo-nbsp-feltri-nbsp-39-39-all-39-epoca-dirigevo-281285.htm).

 

In suo articolo per Libero, Feltri torna sulla storiaccia con un incipit fulminante:

salvatore merlo 5

"Che fine ha fatto Dino Boffo, già direttore del quotidiano dei vescovi, Avvenire, e della televisione vaticana? Non lo so, di lui non trovo tracce, ma presumo sia in pensione avendo l'età per riscuotere l'assegno di quiescenza. A distanza di oltre dieci anni dalla disavventura che ci accomunò, mi piace ricordare come si svolsero e si svilupparono i fatti. La verità quando è calda nessuno la vuole fra i denti, oggi, a freddo, è addirittura digeribile. 

 

All'epoca dirigevo il Giornale (per la seconda volta) e un giorno il mio staff mi portò un documento, poi risultato fasullo, sul quale era scritto che Boffo aveva subìto una condanna lieve per molestie telefoniche. All'epoca il capo del quotidiano cattolico era uso ad attaccare Berlusconi per la sua condotta con le donne, rimproveri che mi parvero fuori luogo poiché pronunciati da un signore che aveva avuto fastidi con la giustizia. La documentazione che mi venne sottoposta conteneva notizie fondate, tuttavia era tarocca nella forma. Del che non mi accorsi. Pertanto scrissi un pezzo per raccontare la vicenda...", e via con un'ampia ricostruzione. 

vittorio feltri beve champagne in ospedale dopo l operazione per un tumore ai polmoni

 

Che si chiude però con una nota che a me suona più che stonata, perchè Feltri infierisce maramaldeggiando su Boffo, bollato come "offeso immaginario": "Si dà il caso che lui (Boffo) sia sparito dalla circolazione. Mi dicono che viva in Veneto dove è nato. Di lui comunque si è persa traccia. I vescovi che durante la bagarre lo avevano difeso, negando il fatterello di cui egli si era macchiato, si sono nascosti dietro a un dito. Di Boffo, l'offeso immaginario, non si parla nemmeno all'oratorio. Io, il reo, sono ancora in pista e rompo le balle adesso come allora".

 

Nell'intervista al Foglio, Feltri chiude sostenendo -con una battuta datata che sarebbe di Luciano De Crescenzo: sul punto servirebbe Stefano Lorenzetto con una verifica di quelle sue- che gli piacciono ancora le donne (in realtà, le definisce attraverso una sineddoche), anche se non si ricorda più il perchè. Evidentemente non è quella l'unica materia in cui la sua memoria si rivela, per dir così, intermittente.

salvatore merlo 6

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...