jessica faoro

“GIALLO” SPARA LA BOMBA: IL FERROVIERE ALESSANDRO GARLASCHI NON ERA SOLO IN CASA LA NOTTE IN CUI HA UCCISO LA 19ENNE JESSICA FAORO CON QUARANTADUE COLTELLATE - L’UOMO HA CONFESSATO MA HA RACCONTATO AI PM CHE QUANDO HA UCCISO LA RAGAZZA ERA IN CASA DA SOLO CON LEI, DISCOLPANDO LA MOGLIE VERONICA EMANUELE CHE AVREBBE TRASCORSO LA NOTTE A CASA DELL’ANZIANA MADRE MA...

Laura Marinaro per “Giallo”

 

jessica faoro

“Ricordo bene che la mattina del 7 febbraio, quando la notizia dell’orribile delitto di Jessica non si era ancora diffusa, ho incrociato la signora Veronica, la moglie dell’assassino, mentre andavo a lavorare. Io stavo uscendo dal portone, lei stava entrando a casa di sua madre Grazia. Ribadisco, entrando. Aveva lo sguardo basso, le mani in tasca e il cappuccio del giubbotto calato sulla testa. Erano le 7.42. L’ho salutata, ma lei non mi ha risposto. Sono sicura che fosse lei. E non è tutto! La sera prima sono stata a casa della signora Grazia e sua figlia Veronica... non c’era!”.

la morte di jessica faoro alessandro garlaschi

 

È clamorosa la testimonianza raccolta da settimanale Giallo, sulla terribile vicenda di Jessica Faoro, la 19enne uccisa a Milano da Alessandro Garlaschi la notte tra il 6 e il 7 febbraio. Come sapete, l’uomo, un tranviere di 39 anni, l’ha pugnalata 42 volte e poi ha tentato di chiudere il suo corpo in un borsone e di bruciarlo. Gli inquirenti sono certi che il movente del delitto sia di natura sessuale. La povera Jessica avrebbe respinto un approccio del suo aguzzino, andando incontro alla morte.

 

la morte di jessica faoro veronica emanuele moglie di alessandro garlaschi

L’omicidio si è consumato nell’appartamento che Garlaschi divide con la moglie Veronica Emanuele, in via Brioschi 93, a Milano. Jessica era loro ospite da qualche tempo. Aveva risposto a un annuncio pubblicato da Garlaschi: «Offro posto in cambio di pulizie domestiche». Garlaschi ha confessato, ma ha detto che quando ha ucciso Jessica era in casa da solo con lei, discolpando la moglie Veronica.

 

Secondo Garlaschi, la donna avrebbe trascorso la notte del delitto a Novegro di Segrate, sempre in provincia di Milano, ospite dell’anziana madre. Garlaschi ha detto di averla portata a Novegro la sera e di essere andato a riprenderla la mattina dopo, confessandole il delitto avvenuto nella notte. Ma la testimonianza raccolta da Giallo getta ombre sulla posizione di Veronica.

 

jessica faoro con la madre

La moglie di Garlaschi era davvero fuori casa mentre Jessica veniva massacrata? La sua “unica” colpa è stata quella di aver lasciato “campo libero” al marito chiudendo un occhio sulle sue perversioni oppure c’è dell’altro? Domande a cui dovranno dare risposta gli inquirenti, che hanno già ascoltato la testimone. Ma ecco cosa ci ha detto la donna, nel dettaglio: «Intorno alle 22 del 6 febbraio, cioè la sera del delitto, sono rientrata nel mio palazzo di Novegro insieme con Grazia, la madre di Veronica.

 

jessica faoro

L’avevo incontrata sull’autobus. Siccome avevo un forte mal di testa, le ho chiesto se avesse un antidolorifico e così lei mi ha invitato ad andare a casa sua a prenderlo. Siamo salite, e quando ha aperto la porta ho constatato che nell’appartamento non c’era nessuno. Era tutto buio. La circostanza mi è tornata in mente quando ho sentito dire in Tv che Veronica era qui la notte del delitto. No, non c’era. Io l’ho vista arrivare, ma solo la mattina successiva... Qualcosa non quadra». 

 

la morte di jessica faoro alessandro garlaschi

“INFAME, FATTI I CAVOLI TUOI!”

Questa importante e precisa testimonianza è ora al vaglio degli inquirenti.  Ma ora la testimone ha paura. Dopo queste rivelazioni, infatti, ha ricevuto intimidazioni. Nella cassetta della posta ha trovato questo biglietto: «Infame, fatti i cavoli tuoi!». Chi l’ ha scritto? La donna è terrorizzata. Per ora, comunque, non si può escludere che la moglie di Garlaschi sia arrivata a casa di sua mamma dopo le 22. Chi conosce sicuramente la verità è la signora Grazia Currò, la madre di Veronica. Lei sa se la notte dell’omicidio di Jessica la figlia fosse in casa con lei oppure no. Lo vuole sapere anche Stefano Faoro, il papà di Jessica. L’uomo, distrutto dal dolore per la perdita della figlia e schiacciato dai sensi di colpa per non averla protetta, vuole vederci chiaro sul ruolo della moglie di Garlaschi.

jessica faoro

 

CON IL PAPÀ DI JESSICA ANDIAMO DA GRAZIA

Ci ha detto Stefano Faoro: «Non potrò mai perdonare l’uomo che ha massacrato mia figlia, e voglio scoprire dove fosse sua moglie durante il delitto. Era davvero a casa della madre? C’è andata per lasciare il marito solo con Jessica? Se così fosse, ci sono altre due colpevoli per la morte di mia figlia: la moglie e la suocera di Garlaschi!».

 

Garlaschi, come vi abbiamo spiegato, ha detto di aver portato la moglie a casa della suocera a Novegro la sera del 6 e di averla ripresa la mattina del 7, confessandole ciò che aveva commesso la notte. «Ho fatto un guaio...», le avrebbe detto sulla strada del ritorno. Ma è andata davvero così?

JESSICA VALENTINA FAORO

 

Noi di Giallo, quando siamo andati a Novegro dalla testimone, abbiamo anche cercato Grazia e sua figlia Veronica, che dal giorno del delitto si è trasferita lì, per chiedere lumi direttamente a loro. Con noi c’era anche Stefano Faoro, il papà di Jessica. Abbiamo intercettato mamma Grazia davanti al portone, proprio dove la mattina del 7 febbraio la vicina di casa ha visto Veronica entrare (e non uscire, come invece sostiene il marito). Intorno al collo Grazia ha una sciarpa che le nasconde parte del viso. Indossa un lungo cappotto e un paio di occhiali scuri, nonostante sia buio. Va di fretta, deve prendere l’autobus per andare a lavoro.

 

Ci dice, senza fermarsi: «Non so nulla. Non posso descrivervi la sofferenza che ho dentro. Mia figlia sta male, lasciatela stare». Insistiamo: «Signora, ci dica di sua figlia, che sentimenti prova verso il suo compagno? Prova rabbia? Pietà?». Lei non ci risponde e non ci guarda nemmeno in faccia, ma non appena le si avvicina il papà di Jessica, la donna cambia atteggiamento. Alla vista di quel papà disperato, alza lo sguardo.

LA MORTE DI JESSICA VALENTINA FAORO - ALESSANDRO GARLASCHI

 

Ora sembra più disponibile, quantomeno ad ascoltare ciò che ha da dirle un uomo tanto affranto. Stefano Faoro la implora: «Lei non può capire il mio dolore. Io ho visto mia figlia in obitorio, era massacrata. Mi deve aiutare. E deve aiutare altre possibili vittime di quel mostro perverso, perché forse prima di molestare la mia Jessica, Garlaschi lo aveva fatto con qualcun’altra. Se non mi aiuta, significa che giustifica le sue perversioni».

 

Grazia Currò è sconvolta. Barcolla e raggiunge a fatica la pensilina dell’autobus, dove c’è una panchina. Vi si siede e bisbiglia queste poche parole: «Non è vero, non è vero niente». Stefano Faoro non si arrende: «Come non è vero? Io so quello che ho visto. Sua figlia deve parlare. Lo deve a me e a Jessica. Lo deve a se stessa, altrimenti sarete complici tutte e due. Cosa è successo veramente? Sua figlia Veronica era davvero a casa sua? Se sì, perché? Mi prometta che le dirà di raccontare tutto».

JESSICA VALENTINA FAORO E ALESSANDRO GARLASCHI

 

Grazia Currò scuote il capo, facendo cenno di sì. Forse le parole del papà di Jessica l’hanno toccata. Forse parlerà davvero con sua figlia, la moglie del killer. La donna si copre nuovamente il volto con la sciarpa, sale sull’autobus e se ne va. Noi nel frattempo torniamo nella palazzina popolare per raccogliere altre testimonianze. Appena varcato il cancello, incontriamo due anziani, che ci dicono: «Siamo gli zii di Veronica. Lei è in casa, ma lasciatela in pace». La donna non vuole parlare con nessuno. Dal giorno dell’omicidio si è chiusa nel suo silenzio.

 

Jessica Valentina Faoro

Intanto, Alessandro Garlaschi è rinchiuso in carcere a San Vittore, sorvegliato a vista in una cella d’isolamento. Quello che ha fatto è abominevole. Aveva messo gli occhi addosso a Jessica sin dal primo momento in cui l’aveva fatta entrare in casa con la scusa delle pulizie. La circostanza emerge da una chat tra due colleghi del tranviere, ai quali aveva evidentemente confessato le sue morbose attenzioni. Ecco la conversazione, avvenuta il giorno successivo al delitto: «Ho visto Garlaschi ieri sera. Da quello che so era tutto programmato».

 

«Sto pezzo di m... la voleva uccidere già?». «No, uccidere no, ma ieri era euforico che doveva assolutamente “consumare” (fare sesso, ndr). Voglio usare termini eleganti...». «Cioè lui a voi colleghi l’aveva pure detto che se la voleva fare?». «Assolutamente sì... 19 anni, una bambina, povera stella». «Lui aveva quindi detto ai colleghi che non vedeva l’ora di andare a casa per consumare, immagino con la ragazza... che schifoso...».

 

Jessica Valentina Faoro

«Avrebbe provato con la piccolina a tutti i costi, ma mai ci si sarebbe immaginati tutto ciò». Dopo aver letto questa conversazione, papà Stefano, sempre più indignato, ci ha detto: «Non voglio che muoia, ma che rimanga per sempre in carcere. Jessica aveva 20 anni meno di lui. Era uno scricciolo di un metro e 60 per 50 chili. E quell’uomo ha perfino avuto il coraggio di dire che l’ha uccisa per difendersi. Vi rendete conto? Ha detto che lei lo aveva ferito e che lui l’ha disarmata. Io con i miei figli ho commesso degli errori, lo ammetto, ma poi ho cercato di recuperare.

 

Dalle foto che Jessica pubblicava su Facebook, avevo capito che si stava trasferendo in una piazza di Milano, ma non ero riuscito a capire il luogo preciso. In passato ho anche cercato di tenerla lontana da un fidanzato violento (Alessandro, detenuto nel carcere Beccaria). Purtroppo non mi ascoltava». Il papà avrebbe voluto riportare a casa Jessica e suo fratello, tolti ai genitori quando erano piccoli. Intanto, è stata eseguita l’autopsia sul cadavere di Jessica. Il medico ha stabilito che la ragazza non ha subìto una violenza sessuale. Almeno questo le è stato risparmiato.   

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