smartphone hacker hackeraggio

FIGLI DI TROJAN! IL CASO PARAGON È SOLO UNO DEI TANTI. L’ITALIA SEMPRE PIU’ CROCEVIA DEL MERCATO DELLE SPIATE GRAZIE AL VARO DI NORME CHE HANNO LIBERALIZZATO I TROJAN FACENDO GIOIRE IL CRIMINE ORGANIZZATO - LA VENICE COMMISSION COMUNITARIA STA LAVORANDO PER LA REGOLAMENTAZIONE DEGLI SPYWARE MA LA STRADA È ANCORA LUNGA…

Umberto Rapetto per il Manifesto - Estratti

 

spyware computer

In Olanda c’è sempre stata una certa libertà nell’uso delle sostanze stupefacenti. Dalle nostre parti, invece, convinti di essere più tecnologici, tra le «cose proibite» si è pensato di legalizzare l’utilizzo di strumenti software capaci di intrufolarsi subdolamente in uno smartphone.

 

La giustificazione che ha portato alla modifica del codice di procedura penale trova radice nell’evoluzione dei sistemi di telecomunicazioni mobili e nella necessità di consentire a chi investiga di perforare certe blindature che ostacolano l’accertamento di fatti e relazioni. Il nobile intento di potenziare le capacità di indagine, però, non ha considerato le controindicazioni che – qui come sui bugiardini dei medicinali - purtroppo non mancano.

 

Nessuno si è premurato di fare i conti con quelli che ne sarebbero stati produttori e fornitori al dettaglio, con gli effetti collaterali della somministrazione di un certo rimedio, con la posologia e con gli immancabili possibili abusi.

spyware Paragon

 

IL VARO di norme in questo ambito ha fatto gioire il crimine organizzato che – nell’immaginario collettivo – avrebbe dovuto tremare al pensiero di un’arma così potente nelle mani di magistrati e «sbirri». La paura non è mancata, certo, ma è durata quei pochi istanti che hanno preceduto la fulminea intuizione di tramutare un cruccio in una opportunità straordinaria.

 

Gli amanti delle arti marziali parlerebbero di «gaeshi», ovvero di abili contromosse che sfruttano i colpi di cui tentano la messa a segno gli avversari.

Il pericolo degli spyware poteva essere sventato inserendosi nel mercato di quelle soluzioni. Lo spirito imprenditoriale caratterizza da tempo le grandi architetture delinquenziali e – senza fare eterni gruppi di lavoro o immortali commissioni inconcludenti – i boss più illuminati hanno capito di dover piazzare le proprie pedine nel processo produttivo, nella commercializzazione e nell’assistenza operativa di questi software infernali.

 

spyware whatsapp

SI TRATTA di vendere, consegnare, installare e talvolta gestire tecnicamente qualcosa che – come certi gadget da pornoshop – ha un involucro anonimo, non si sa cosa davvero contenga e faccia, non ha un prezzario ufficiale e quindi può essere ceduto a qualunque cifra anche di fantasia, non ha un vero e sincero libretto di istruzioni, si presenta come affidabile per postulato o più religiosamente per atto di fede, può invisibilmente fare «più del dovuto». I megalomani potevano immaginare di creare addirittura aziende ad hoc, i più concreti hanno capito che bastava rispettare il principio del «the right man in right place» e quindi piazzare proprie pregiate pedine nei punti nevralgici della complessa catena industrial-commerciale.

 

Quei prodotti software sono un dedalo di istruzioni nascoste in una matrioska di codici informatici e quindi basta poco per aggiungere impercettibili optional che permettono – ad esempio – l’esfiltrazione di quanto viene legittimamente vampirizzato da un telefonino e il recapito a chissà chi di una copia omaggio di informazioni di sorprendente utilità a chi è abusivamente allacciato a quel rubinetto.

 

spyware whatsapp

NON SI TRATTA di far soldi vendendo i cosiddetti trojan, ma di avere mappa di chi è il destinatario di certi monitoraggi, di affiancare virtualmente chi agisce in nome della legge, magari di decidere cosa far avere al committente e cosa escludere dalla sua vista o ascolto. Alla base di tutto c’è l’aver rinunciato a considerare questi giocattoli al pari delle armi, che secondo la loro diversa natura soggiacciono a specifici regimi di controllo e di non proliferazione. Se ne parla da tempo e intanto ad accelerare lo sviluppo di iniziative che – sarà cosa da poco – calpestano i diritti umani e solo in parte recano beneficio alle istituzioni che vi fanno affidamento e non pensano a sviluppare autonomamente soluzioni verificate e verificabili.

 

È PREVALSA la logica di chi svogliatamente, invece di cucinare personalmente, sceglie di comprare qualcosa di pronto. Chi siede a tavola non sa cosa mangia, quali ne siano gli ingredienti, non immagina la presenza di eventuali allergeni. L’Italia spicca tra i protagonisti attivi e passivi di questo inquietante scenario. La Venice Commission comunitaria sta lavorando per la regolamentazione degli spyware ma la strada è ancora lunga. Il caso Paragon è solo uno dei tanti che cominciano per P come Pegasus o Predator. Se consideriamo che l’alfabeto ha 26 lettere, si capisce che la situazione non è entusiasmante.

LO SPYWARE GRAPHITE 2 DI 2

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....