ragazzine dal profilo facebook del fotografo furio fusco

IL “FOTTO”-GRAFO - FURIO FUSCO ACCUSATO DI ADESCAMENTO DI MINORENNI E PORNOGRAFIA MINORILE - TUTTE RAGAZZE DELLA ROMA BENE, RESIDENTI TRA I QUARTIERI PARIOLI E TRIESTE - ‘’PALPATA MENTRE MI PRENDEVA LE MISURE, MA SONO RIUSCITA A SCAPPARE’’

Maria Elena Vincenzi per “La Repubblica

 

FUSCO FURIOFUSCO FURIO

Le sue regole erano chiare: solo minorenni tra il 14 e i 17 anni e, rigorosamente, senza genitori. Adolescenti alle quali raccontava che solo nude le loro foto avrebbero fatto breccia tra chi gestisce il mondo dello spettacolo.

 

È stato arrestato ieri mattina all’alba il fotografo di moda Furio Fusco, accusato di adescamento di minorenni e pornografia minorile. Le indagini, partite da una segnalazione di Repubblica, hanno mostrato come l’uomo, dietro la scusa di fare book fotografici da presentare ai casting, facesse foto di nudo, erotiche e spesso pornografiche, alle minori.


Tutte ragazze della Roma bene, residenti tra i quartieri Parioli e Trieste, che sapeva essere minorenni: agli atti dell’ordinanza del gip Giulia Proto ci sono anche diverse conversazioni in cui Fusco dice chiaramente che non ci vuole niente a falsificare il documento, «sai cos’è? uno gli fa una fotocopia taroccata con Photoshop e ha svoltato».

 

E poi ci sono le ragazze. Studentesse spesso adescate su Facebook con una serie di complimenti e invitate nel suo studio, in via Livorno, per farsi fotografare. Non si fa scrupoli, Fusco. È piuttosto esplicito. Parla di massaggi per farle rilassare, chiede direttamente che si mettano nude e se qualcuna è troppo timida perde anche la pazienza. Agli amici racconta anche di prestazioni sessuali e il sospetto degli inquirenti è che non siano millanterie.
 


Le trenta pagine di ordinanza di custodia, che riprendono la richiesta del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del pubblico ministero Cristiana Macchiusi (già titolari del fascicolo sulle baby squillo dei Parioli), sono una lunghissima lista di telefonate viscide. Non a caso il gip parla di «sistema consolidato». Si scopre così che Fusco pretendeva foto nude, che spesso era lui a depilare le ragazze e che, a volte, oltre ad invitarle a consumare tra di loro rapporti omosessuali, anche lui faceva la sua parte.

Conversazioni truci che danno la dimostrazione della perversione dell’uomo che, più volte, propone alle giovanissime anche l’uso di un deodorante con strumento di piacere: «te ce poi divertì tanto », dice.
 

E le adolescenti, quattro quelle identificate per ora ma i carabinieri del nucleo investigativo sono ancora al lavoro per selezionare le altre, ieri sono state sentite dagli inquirenti e hanno confermato quello che, peraltro, già avevano raccontato a Repubblica , definendolo un «porco».

 

Aggettivo che non stride con quello che emerge dagli atti. «Spogliati, spogliati», diceva alle sue modelle. Lui stesso agli amici raccontava delle sue performance allo studio. Il 25 maggio scorso, dopo aver “lavorato” con due ragazzine, una minorenne, racconta a una amica di averle convinte a fare sesso tra di loro. Dice che la più timida a un certo punto «si è scatenata come una belva. Incredibile, ma proprio l’impegno e la passione... Ci ha messo l’anima. Le bimbe sono così, lo sai no?». Il 23 maggio, parlando con un’altra minore che sta cercando di reclutare, le racconta che spesso, per scioglierle, lui deve fare massaggi: «gli ho fatto il servizio completo, prima depilazione poi massaggino che poi non era tanto rilassante per me e per lei», dando a pensare che ci sia stato qualcosa di più.
 

Nelle carte c’è pure un tentativo di mettere in contatto una adolescente con un suo amico. Fusco dice alla ragazzina che serviva un servizio con scene di nudo e che il compenso sarebbe stato molto più alto se la ragazza si fosse truccata davanti a lui. Elemento che ora è al vaglio degli investigatori.

 

2. PER CONVINCERMI MI MOSTRÒ GLI SCATTI DELLE ALTRE RAGAZZE NUDE

Daniele Autieri per “La Repubblica

 

Incontriamo Elena (il nome è di fantasia), una ragazza di 15 anni, in un parco nei pressi di corso Trieste. «Con la scusa di prendermi le misure lui mi ha palpata», racconta con la voce rotta dall’emozione mentre la testa ritorna a quelle interminabili ore nel pianterreno del palazzo dove Fusco aveva allestito il suo “set”. Un piccolo appartamento, in una via anonima nei pressi di piazza Bologna, a Roma, trasformato in luogo di incontri, molestie, in qualche caso violenze.
 

 

Ha fatto altro?
«A un certo punto, appena terminate le foto in intimo, mi ha chiesto di mettermi nuda».
 

E lei cosa ha risposto?
«Ho cercato di chiedere spiegazioni. Gli ho detto che mi vergognavo e che non volevo farlo ».
 

Come ha reagito Fusco?
«È andato in un’altra stanza ed è tornato con un computer. Mi ha fatto vedere le foto di decine di ragazze. Tutte nude. Tutte in posizioni provocanti».
Lui ha giustificato in qualche modo questo materiale?
«Ha solamente detto che tutte le ragazze gli chiedono di fare cose porche per avere successo. E che devo avere coraggio se voglio fare strada ».
 

Gli ha fatto presente di essere minorenne?
«Certo. Lui è scoppiato a ridere e mi ha detto che mi avrebbe aperto la strada ai casting importanti. E che, se fosse servito, avrebbe potuto falsificare i miei documenti cambiando la data di nascita per farmi apparire maggiorenne». Adesso Elena agita le mani. È preoccupata. Nel bar del parco cominciano ad arrivare altri ragazzi. Non le rimane molto tempo. Si guarda intorno cercando le parole.
 

Quante liceali sono state coinvolte?
«Tra corso Trieste e viale Parioli tutte lo conoscono. Tantissime amiche hanno fatto i book con lui. Basta andare in una scuola della zona e fare qualche domanda. Tutte sanno chi è. Per quanto riguarda me, alla fine sono riuscita a fuggire via dal suo studio, senza andare oltre. Ma non è finita così con molte altre ragazze ».
 

Cosa intende?
«La mia più cara amica si è lasciata fotografare nuda. Non contento, appena terminato il servizio, Fusco ha preso un rasoio elettrico. Poi, indicando le parti intime, le ha detto: “Avanti, adesso leviamo i peli lì”».


E lei?
«Lo ha lasciato fare. Quando l’ho incontrata era appena uscita, e piangeva a dirotto. Era terrorizzata».


Non le ha chiesto perché lo avesse fatto?
«Sì. Mi ha risposto che si sentiva sola lì dentro e non ha avuto la forza di dire di no».

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