pecorelli magnetta carminati

MINO PECORELLI, UN MISTERO DOPO L'ALTRO - SPARITE LE PROVE PER LA NUOVA INCHIESTA, SCOMPARSI I 4 PROIETTILI CON CUI FU UCCISO: ERANO NEL DEPOSITO DEL TRIBUNALE DI PERUGIA - UNA RIVELAZIONE DI POCHI MESI FA HA INDICATO L'ARMA DEL DELITTO. I TEST DOVEVANO STABILIRE SE A SPARARE FOSSE STATA L’ARMA DI DOMENICO MAGNETTA, AVANGUARDISTA AMICO DI CARMINATI. MA LA PERIZIA E’ IMPOSSIBILE - VIDEO

 

Italo Carmignani e Alvaro Fiorucci per il Messaggero

 

pecorelli

Il giallo nel giallo pesca nel passato e racconta il presente: i quattro proiettili che il 20 marzo 1979 uccisero a Roma il giornalista Mino Pecorelli, depositati nel magazzino dei corpi di reato del Tribunale di Perugia, non ci sono più. Li cercano da mesi addetti e agenti della Digos. Ma niente, sono introvabili.

 

Li ha richiesti la Procura della Repubblica di Roma, ufficio del procuratore aggiunto Francesco Caporale, per confrontarli con le caratteristiche di una pistola sequestrata a Monza nel 1995 e valutarne quindi l' eventuale compatibilità. Il motivo? La consulenza balistica è stata decisa dopo la recente riapertura dell' inchiesta sull' agguato di via Orazio e che ora, dunque, rischia di saltare. E il cold case avrebbe un interrogativo in più e una risposta in meno.

rosita pecorelli 2

 

LE SEDI Ma che c' entra Perugia con la pistola di Monza? Le pallottole Gevelot calibro 7,65 sono arrivate negli anni '90 con il trasferimento a Perugia del fascicolo delle indagini sull' assassinio del direttore di OP. Il processo si tenne nel carcere di Capanne a Perugia adattato ad aula bunker.

 

Sul banco degli imputati, il sette volte presidente del consiglio dei ministri Giulio Andreotti, l' ex senatore Claudio Vitalone (è per il coinvolgimento del magistrato romano che, per competenza, il procedimento arrivò a Perugia), i mafiosi Gaetano Badalamenti, Pippo Calò e Angelino La Barbera e l' ex Nar della banda della Magliana, Massino Carminati. Tutti assolti con formula piena e sentenza definitiva. Fine? No, dopo quarant' anni su input di un' inchiesta giornalistica di Raffaella Fanelli e con la formalizzazione di una richiesta di Rosita Pecorelli, sorella del giornalista ucciso, assistita dall' avvocato Walter Biscotti, nel 2019 l' inchiesta è stata riaperta dalla magistratura capitolina.

rosita pecorelli 1

 

Sotto la lente degli inquirenti il sequestro di una pistola calibro 7,65 e di altre armi avvenuto a Cologno Monzese nel 1995. Nell' operazione rimase coinvolto l' ex Nar, Domenico Magnetta amico e sodale di Massimo Carminati. Del sequestro del 1995 non furono informati i pm perugini. Di Domenico Magnetta (ora speaker di una radio) ha però parlato l' ex terrorista di Avanguardia Nazionale Vincenzo Vinciguerra. Nel 1992 ai magistrati di Venezia ha raccontato di aver saputo in carcere da Adriano Thilger, esponente della destra eversiva, che l' arma del delitto Pecorelli era stata consegnata, appunto a Magnetta. I due lo smentiranno. Spiega Vincenzo Vinciguerra il primo luglio 1992: «Confermo le dichiarazioni che ho reso al pm Guido Salvini circa la confidenza di Adriano Tilgher relativa al possesso di Domenico Magnetta di un' arma che, a suo dire, era stata utilizzata per commettere l' omicidio Pecorelli.

 

magnetta

Prendo atto che dalla consulenza tecnicasulle armi consegnate dal Magnetta (non sono quelle sequestrate a Monza, ma si riferisce alla consegna spontanea del 1983, ndr), non vi è quella utilizzata per l' omicidio. Non mi stupisce. Ritengo infatti che Magnetta abbia utilizzato l' informazione come strumento di pressione e che poi sia stato convinto a non consegnare l' arma». Tilgher e Domenico Magnetta davanti ai pm Fausto Cardella e Alessandro Cannevale un anno dopo continuano a negare. Dice Tilgher: «Non ho mai parlato con Vinciguerra di un' arma in possesso di Magnetta. Questa circostanza è per me del tutto nuova.

carminati

 

Ho appreso della consegna delle armi di Magnetta nell' ambito del processo nel quale eravamo coimputati». E Magnetta: «Per quello che concerne le dichiarazioni di Vinciguerra, delle quali mi viene data lettura, posso dire che non corrispondono a verità: non ho mai posseduto un' arma».

 

Poi però c' è stato il sequestro di Cologno Monzese con una 7,65 nel piccolo arsenale nascosto in una Dyane. E il confronto tra pistola e proiettili. Per ora impossibile.

 

mino pecorellimino pecorelli 2CARMINE PECORELLI omicidio di mino pecorelli

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...