cunningham de carlo teseo

GLI AMMUTINATI DI MONDAZZOLI – IL GIORNO DOPO IL LANCIO DE “LA NAVE DI TESEO” (NOME AGILE, COMPLIMENTI), AUTORI E AGENTI SFOGLIANO LA MARGHERITA – MICHAEL CUNNINGHAM VICINO ALLA SGARBI, MENTRE DE CARLO “TRADISCE” ECO E RESTA IN BOMPIANI – ANCORA INDECISI COELHO, DICKER E PIKETTY

 

1. IL DAY AFTER DI TESEO TRA ENTUSIASMI E VELENI

nave di teseo casa editrice elisabetta sgarbi umberto eco buttafuoconave di teseo casa editrice elisabetta sgarbi umberto eco buttafuoco

Mario Baudino per “la Stampa

 

La nave di Teseo scioglie le vele, e sul molo regna ovviamente una certa confusione. È il day after fra auguri e indiscrezioni dell' addio alla Bompiani da parte di Elisabetta Sgarbi e del suo staff, con Umberto Eco, un gruppo di storici autori e imprenditori come il finanziere-scrittore Guido Maria Brera, noto tra l' altro per essere il marito di Caterina Balivo. È anche un giorno di superlavoro per gli editori (non tutti) e gli agenti letterari. Sono i più attenti, perché gli scrittori toccati dall' operazione vogliono sapere come comportarsi: soprattutto i grossi calibri stranieri.

ELISABETTA SGARBIELISABETTA SGARBI


Marco Vigevani, a capo dell' Italian Literary Agency (nata anch' essa da una fusione di tre agenzie importanti) ha tra i suoi rappresentati Michael Cunningham, grande amico della Sgarbi e prontissimo al passaggio. Ma che cosa decideranno pezzi da novanta della scuderia Bompiani come Paulo Coelho, Joël Dicker, Jonas Jonasson, Thomas Piketty, tutti lanciati in Italia con grande successo proprio da lei? Rassicurare autori e agenti sulla continuità della casa editrice è ora compito dei vertici Rcs libri - in attesa che il verdetto dell'Antitrust renda operativa l' acquisizione da parte di Mondadori - e i telefoni del ceo Laura Donnini e del direttore editoriale Massimo Turchetta, ora anche direttore Bompiani ad interim, sono bollenti.

elisabetta sgarbielisabetta sgarbi


«Ogni casa editrice nuova è una nuova notizia per autori e agenti - dice Vigevani - anche se come è ovvio tra i miei autori, soprattutto stranieri, prevale una certa ansia per il futuro Bompiani, oltre a una notevole curiosità sui nuovi concorrenti». Ma c' è chi si tira fuori dal clima frenetico della giornata, come Andrea De Carlo, colonna della Bompiani, anche lui amicissimo di Elisabetta Sgarbi. Era tra i firmatari dell' appello promosso in febbraio da Umberto Eco contro l' acquisizione, poi ha riflettuto e cambiato prospettive. Resterà nella vecchia casa editrice.

 

ANDREA DE CARLO ANDREA DE CARLO

«Non ho voglia di mettermi a fare anche l' editore, com' è implicito nel progetto di una sigla che chiede agli scrittori una partecipazione attiva in questo senso - ci dice -. Elisabetta porta un cambiamento in sé molto positivo nel panorama italiano, ma io sto cominciando un nuovo romanzo e ne sono totalmente assorbito».

PAULO COELHO PAULO COELHO


Dal Gruppo Gems arrivano intanto smentite per un altro nome di grande spicco dato - sempre da Eco - come possibile passeggero del vascello ateniese: Claudio Magris. Stefano Mauri, amministratore del gruppo di cui fa parte anche Garzanti, quasi si arrabbia. «È una panzana, Magris ha già un editore, da trent' anni, e si chiama Garzanti!». Può anche darsi che Eco (sarà com' è ovvio uno dei primi autori della nuova casa editrice, con una corposa raccolta di saggi semiologici e forse un Diario minimo ) sia incorso in un lapsus, visto che il figlio dello scrittore triestino, Francesco, economista con cattedra a Tours, ha pubblicato proprio quest' anno per Bompiani un saggio dal titolo Al margine . Ma non è questo che interessa a Mauri.

 

Piuttosto, mentre saluta con favore la presenza di un nuovo concorrente, gli preme rispondere alla tesi ribadita da Mondadori secondo cui le aggregazioni sono, in queste condizioni, più che mai necessarie.

umberto eco riccardo fedriga roberto cotroneoumberto eco riccardo fedriga roberto cotroneo


«Non posso sostituirmi all' Antitrust - ci dice -, ma certo la competizione internazionale, con Mondadori-Rcs, non c' entra per nulla. Al contrario, i gruppi internazionali nascono proprio dal fatto che le autorità hanno impedito ai campioni nazionali di pesare troppo nel loro Paese»; e cita i casi di Penguin-Random House e Hachette. Filtra intanto la notizia che all' inizio, mesi fa, il progetto della Sgarbi era diverso. Puntava all' acquisto della Bompiani nel suo complesso. Marina Berlusconi avrebbe però declinato, proponendole invece di continuare il lavoro all' interno del super-gruppo. Visioni lontane, divorzio inevitabile.

MARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURIMARINA BERLUSCONI ERNESTO MAURI


Ora la parola passa al mercato (dove «i libri si contano, ma si pesano anche», come diceva molti anni fa Livio Garzanti), mentre sul molo si agitano festosi fazzoletti e Elisabetta Sgarbi confida al sito editoriale ilLibraio.it qualche residua amarezza: «Se penso che in Rcs ci hanno messo sei ore per togliermi il badge e una notte per sconnettere il mio account, dopo 25 anni di lavoro, mi viene da pensare che mi avrebbero trattato meglio in Mondadori».

 

E la nave va. Molti auguri sui social, pochi dal mondo della politica, dove Twitter sembrava ieri un po' all' asciutto. Svettava per il tono lirico quello di Stefano Fassina: «Salpa la nave di Teseo. Il coraggio della libertà editoriale. Buon viaggio a tutto l' equipaggio».

 

2. LA NAVE DELLA SUPERIORITA’ ANTROPOLOGICA
Alessandro Gnocchi per “il Giornale

 

SIGNORINI BERLUSCONI MARINASIGNORINI BERLUSCONI MARINA

Ieri è andato in scena, sulle pagine de la Repubblica, l' eterno ritorno dell' anti-berlusconismo, la malattia senile della sinistra rimasta senza idee.
Questa volta il bersaglio è Marina Berlusconi, presidente del Gruppo Mondadori. L' occasione per lucidare le armi impolverate è fornita dalla fondazione di una nuova casa editrice, La nave di Teseo. Al timone ci sarà Elisabetta Sgarbi, che ha rassegnato le dimissioni da Bompiani in seguito alla acquisizione di Rcs Libri (e quindi di Bompiani) da parte del Gruppo Mondadori.

 

Una concentrazione, a suo dire, preoccupante perché viatico alla omologazione della proposta editoriale. Con sé, Elisabetta Sgarbi avrà editor e autori provenienti anch' essi da Bompiani: Mario Andreose, Eugenio Lio, Umberto Eco, Sandro Veronesi, Pietrangelo Buttafuoco, Edoardo Nesi e altri. Due giorni fa, da Segrate era filtrato il dispiacere per questa decisione. Elisabetta Sgarbi rifiutava interpretazioni politiche o ideologiche.


Meglio la frammentazione o la concentrazione per rilanciare il settore? La qualità è appannaggio dei piccoli editori, dei grandi o di entrambi? A ciascuno le proprie opinioni. A questo punto, in qualunque Paese al mondo, la parola sarebbe passata al mercato, cioè ai lettori. Ma siamo in Italia, e ci ha pensato la Repubblica a trasformare la questione editoriale in questione ideologica, mettendo il cappello su La nave di Teseo.

stre13 carmen lasorella sandro veronesistre13 carmen lasorella sandro veronesi


Per accendere le polveri, bastano le parole di Elisabetta Sgarbi, che racconta dal suo punto di vista il rapporto con Marina Berlusconi: «Non ha capito perché ce ne andiamo. E soprattutto non ha accettato la possibilità di una nostra autonomia editoriale e gestionale». Glossa di Umberto Eco: «Qualsiasi cosa avesse detto, Marina non avrebbe capito».

 

Ieri pomeriggio Elisabetta Sgarbi, in un' intervista al sito IlLibraio.it, ha aggiunto: «Ognuno avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa per tenere la Bompiani unita. Ma se si è proprietari del 100% di qualcosa, non si è tenuti a raggiungere accordi». E ha descritto come «svolti nella più assoluta cordialità» gli incontri con «Ferrari, Ernesto Mauri (soprattutto), e una volta con Marina e Silvio».

 

paolo isotta giuliano ferrara pietrangelo buttafuocopaolo isotta giuliano ferrara pietrangelo buttafuoco

Secondo indiscrezioni, inoltre, i «fuoriusciti» hanno anche provato a comprare Bompiani. Tentativo non realistico. In ogni caso, l' indipendenza del marchio, all' interno del Gruppo, non è mai stata in discussione come suggerisce la storia delle precedenti acquisizioni di Segrate. Chiedere informazioni a Eugenio Scalfari, pubblicato da Einaudi e omaggiato con un Meridiano Mondadori. Comunque a la Repubblica non importa la ricostruzione dei fatti. Importa solo che Marina di cognome faccia Berlusconi perché questo consente di rilanciare un «grande» classico: la superiorità antropologica della sinistra.

francesco merlo francesco merlo


Ecco la prosa di Francesco Merlo: «E torna la contrapposizione dei tipi, che sono opposti per stile e per educazione, due donne-capitano che non possono stare sulla stessa barca, anzi sulla stessa nave, Elisabetta su quella di Teseo, il fragile e felice legno degli scrittori, e Marina sulla barca dell' industria culturale più grande e più decaduta d' Italia. E infatti l' una parlava di umanesimo cosmopolita e l' altra di azienda, l' una di autori da allevare e l' altra di vendite che non aumentano. Ed Elisabetta fa imbizzarrire Umberto Eco mentre Marina si consulta con Alfonso Signorini». Sono «donne incompatibili e incomunicabili non per ideologia, ma per antropologia».


Esistono dunque due specie. Di là ci sono le persone colte, raffinate, disinteressate; di qua gli ignoranti, i rozzi, gli affaristi. Questa grottesca rappresentazione della realtà perseguita l' Italia da vent' anni, svilendo ogni dibattito. L' industria culturale «più decaduta» è la sinistra che vive di pregiudizi.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....