
GLI ISRAELIANI NON SI NASCONDONO PIÙ DIETRO LA CAZZATA DELLA “DISTRUZIONE” DI HAMAS: VOGLIONO CACCIARE I PALESTINESI DALLA STRISCIA DI GAZA – L’IPOTESI DEL MINISTRO DELLA DIFESA, ISRAEL KATZ: CREARE UNA “CITTÀ UMANITARIA” PER 600MILA GAZAWI. DI UMANITARIO, OVVIAMENTE, NON C'E' NIENTE: SAREBBE UNA SPECIE DI “PRIGIONE NELLA PRIGIONE” PER CHI NON ACCETTA DI ANDARSENE VOLONTARIAMENTE…
Estratto dell’articolo di Fa.To. per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/esteri/2025/07/08/news/hamas_verso_tregua_gaza-424717136/
benjamin netanyahu nella striscia di gaza
Costruire sulle macerie di Rafah una «città umanitaria» per 600 mila gazawi che di umanitario non ha niente e che assomiglia a una prigione nella prigione.
È il piano del governo israeliano per il sud della Striscia di Gaza, così come lo ha esposto alla stampa il ministro della Difesa Israel Katz, annunciando anche di aver dato mandato alle forze armate di elaborarne i dettagli.
Il piano prevede che già durante la tregua, ammesso che a Doha venga raggiunto l'accordo, l'esercito cominci a predisporre la «città umanitaria» a Rafah dove, nelle intenzioni di Katz, saranno spostati, dopo screening di sicurezza, 600 mila palestinesi sfollati ad al Mawasi.
BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA
«Una volta dentro, non potranno più uscire», spiega il ministro, la cui proposta è di concentrare successivamente tutta la popolazione della Striscia nella «città umanitaria».
L'esercito — secondo il progetto coordinato dall'ex comandante delle forze armate Amir Baram, ora direttore generale del ministero — sarà chiamato a garantire la sicurezza del perimetro esterno di Rafah ma non gestirà il sito né si occuperà della distribuzione del cibo al suo interno.
[…] Non è la prima volta che un esponente del governo di Israele parla esplicitamente dell'idea di cacciare i gazawi dalla propria terra, definendola però «emigrazione volontaria».
Che l'intenzione sia seria lo dimostra anche quel che ha scoperto il Financial Times la scorsa settimana: il Boston Consulting Group, che già ha collaborato alla nascita della controversa Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), ha studiato un modello finanziario per la ricollocazione fuori dalla Striscia, al costo di 9 mila dollari a persona, di 500 mila palestinesi: quasi il numero indicato da Katz per la «città umanitaria» di Rafah.
Eppure ancora ieri il capo di Stato maggiore delle forze armate israeliane, Eyal Zamir, davanti alla Corte Suprema ha detto che l'esercito non ha intenzione di espellere la popolazione di Gaza, specificando che spostare la gente e concentrarla in alcune aree della Striscia «non rientra tra gli obiettivi dell'operazione Carri di Gedeone».
L'idea del ministro Katz, invece, è proprio quella. […]
palestinesi in fuga da gaza city
ambulanze mezzaluna rossa distrutte a rafah
FUGA DA GAZA 2e516d4ee3bf23a0d694492241f85794
I SOLDATI ISRAELIANI DAVANTI AL CADAVERE DI YAHYA SINWAR A RAFAH
ASSALTO AL CENTRO DI DISTRIBUZIONE AIUTI DI RAFAH
ASSALTO AL CENTRO DI DISTRIBUZIONE AIUTI DI RAFAH
ASSALTO AL CENTRO DI DISTRIBUZIONE AIUTI DI RAFAH
gaza assalto al centro di distribuzione degli aiuti a Rafah
IL VIDEO DEL CONVOGLIO DI CIVILI IN FUGA DA GAZA, COLPITO DA UN RAID
spari contro i palestinesi a rafah
bombardamenti israeliani sulla striscia di gaza il giorno di pasqua
palestinesi in fuga da gaza
palestinesi in fuga da gaza
raid israeliano a gaza 4
raid israeliano a gaza 5
bombardamenti israeliani sulla striscia di gaza il giorno di pasqua
sfollati palestinesi in fuga
STRAGE A UN INTERNET CAFFE NELLA STRISCIA DI GAZA
STRISCIA DI GAZA
STRAGE A UN INTERNET CAFFE NELLA STRISCIA DI GAZA
STRAGE A UN INTERNET CAFFE NELLA STRISCIA DI GAZA